Condividi

Povertà alimentare: in Italia 14 famiglie su 100 non possono permettersi alimentazione equilibrata

In Italia 14 famiglie su 100 non possono permettersi un’alimentazione equilibrata con cibo proteico almeno ogni due giorni – Dati molto più incoraggianti si registrano in Francia (7,4) e Spagna (3,5) – I risultati dell’indagine “Food Poverty Food Bank. Aiuti alimentari e inclusione sociale” realizzata da Fondazione Deutsche Bank Italia e PwC.

Povertà alimentare: in Italia 14 famiglie su 100 non possono permettersi alimentazione equilibrata

In Italia 1 persona su 10 soffre di povertà alimentare e non è in grado di permettersi un pasto regolare, di questi 1 milione e 300 mila sono minorenni. Sempre più persone non possono permettersi un pasto con una componente proteica ogni due giorni, e questo dato è più che raddoppiato dal 2007, passando dal 6% delle famiglie al 14%.

Il 65% degli Enti convenzionati con Banco Alimentare ha dichiarato un aumento tra moderato e forte dei propri assistiti, in particolare adulti italiani, persone disoccupate, indebitate e separate o divorziate che chiedono di poter ricevere un pacco alimentare. La principale causa di povertà nel 2014 è stata nell’80% dei casi la perdita del lavoro. La povertà sembra una condizione in via di cronicizzazione nel nostro Paese, dove nel 2014 il 47% degli Enti non ha segnalato persone uscite dalla condizione di bisogno, percentuale che sale al 57% nelle aree del sud dove la povertà è quantitativamente più diffusa e più persistente.

“Questa indagine sulla povertà alimentare in Italia – afferma Giancarlo Rovati, Ordinario di Sociologia alla Università Cattolica di Milano e curatore della ricerca – fotografa due mondi in stretto rapporto tra loro: il mondo di chi soffre i disagi della povertà e il mondo di chi cerca di alleviarli e sconfiggerli. La geografia della solidarietà offre dunque una speranza alla geografia della povertà. Le risorse per la lotta alla povertà vanno però sensibilmente aumentate per passare dalla fase, insostituibile, della assistenza a quella dell’inclusione sociale.”

“Questi dati sulla povertà rappresentano la portata della sfida che il Governo è chiamato non solo a combattere, ma a vincere – dichiara il Ministro Maurizio Martina Per questo abbiamo voluto rafforzare il sostegno agli indigenti, portando a 100mila tonnellate il cibo distribuito quest’anno con il nostro programma di aiuti alimentari e con il Ministero del Lavoro abbiamo stanziato per questa iniziativa oltre 400 milioni di euro fino al 2020, sfruttando al meglio anche le risorse europee. Allo stesso tempo, proprio con gli Enti caritativi tra cui il Banco Alimentare, stiamo lavorando con la grande distribuzione e l’industria per aumentare il recupero delle eccedenze: il nostro obiettivo è portare nel 2016 a 1 milione di tonnellate il cibo salvato e donato a chi ne ha bisogno. Per raggiungerlo vogliamo attuare il piano “SprecoZero”, rendendo per le aziende più semplice donare che distruggere gli alimenti, con un salto di qualità anche culturale su questo fronte”.

Il dettagliato quadro offerto dalla ricerca illumina una situazione che il Banco Alimentare affronta quotidianamente, nella sua opera di sostegno alle 9.000 Strutture Caritative convenzionate. “Le informazioni raccolte sono ancora più drammatiche – afferma il Presidente Andrea Giussani – per il persistente paradosso dello spreco di alimenti ancora commestibili nella filiera alimentare. Diffonderemo i contenuti dello studio anche per incrementare il numero delle aziende che, sull’esempio di chi già lo fa oggi, siano disponibili a donare alimenti non più commercializzabili, salvandoli dallo spreco e destinandoli a scopo sociale e a sostenere con contributi la nostra attività come hanno fatto per questa occasione in modalità diverse Deutsche Bank Italia e PwC”.

“Siamo onorati – commenta Flavio Valeri, Chief Country Officer Italia per Deutsche Bank, che ha contribuito alla realizzazione della ricerca – di affiancare ancora una volta Banco Alimentare nella loro lodevole attività di supporto alle persone bisognose in tema di alimentazione. Si tratta, infatti, di un problema crescente che riguarda una fascia rilevante della popolazione. Negli ultimi anni, di conseguenza, gli enti che aiutano i bisognosi non riescono più a soddisfare la domanda di sussidi. Diventa quindi fondamentale aiutare chi aiuta in modo strutturato e continuativo”.

“Le attività svolte a favore di Banco Alimentare – dichiara Francesco Ferrara responsabile CR di PwC in Italia – si collocano nel quadro più ampio delle attività di CR di PwC che hanno l’obiettivo di portare valore alle realtà con cui collaboriamo al di là della semplice donazione. In questo caso le nostre competenze al servizio di BA hanno permesso di mappare accuratamente l’attività delle strutture caritative e di supportare le strategie di intervento future. Di questo siamo soddisfatti e orgogliosi”.

Anche in Expo Banco Alimentare combatte lo spreco di cibo, grazie all’accordo con Expo Milano 2015 e Fondazione cascina Triulza. Nei primi due mesi sono stati recuperati oltre 5.000 kg di alimenti  tra pane, pasta, passata di pomodoro e scatolame vario, frutta, verdura, salumi e piatti pronti. I prodotti sono stati distribuiti ad alcune delle 250 strutture caritative di Milano convenzionate con Banco Alimentare, che assistono oltre 54.000 persone. “Da oggi, grazie al sostegno di Fondazione Carrefour, avremo a disposizione un container refrigerato dove stoccare gli alimenti – dichiara Andrea Giussani – e questo ci consentirà di aumentare la raccolta di cibo a favore dei più bisognosi”.

“Il rapporto tra Carrefour e Banco Alimentare è nato cinque anni fa – commenta Grégoire Kaufman Direttore Commerciale e Marketing Carrefour Italia – e ha fruttato eccellenti risultati. Prodotti alimentari non più commercializzabili nei punti vendita del Gruppo, in diverse regioni italiane, sono stati donati alla Fondazione Banco Alimentare, che li ha raccolti e distribuiti attraverso il suo network su tutto il territorio.   L’iniziativa che presentiamo oggi conferma il valore del nostro rapporto con il Banco Alimentare, rafforzandolo ulteriormente”.

Commenta