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Paolo Onofri: “Abbassare le tasse sul lavoro per ridurre il cuneo è giusto ma servono 10 miliardi”

INTERVISTA A PAOLO ONOFRI – Secondo l’economista di Prometeia i risparmi del Piano Giavazzi potrebbero essere destinati a ridurre il cuneo fiscale per tutti attraverso l’alleggerimento delle tasse e dei contributi sul lavoro ma gli effetti sugli investimenti e sui consumi sarebbero solo a medio-lungo termine – “Solo Draghi ci può liberare dalla trappola”

Paolo Onofri: “Abbassare le tasse sul lavoro per ridurre il cuneo è giusto ma servono 10 miliardi”

Meno tasse e più produttività per stimolare la crescita. Sarà sostanzialmente questo il tema centrale attorno a cui ruoterà il confronto che parte domani tra il Governo e le parti sociali in vista di una dei più difficili autunni. Meno tasse per rilanciare investimenti e consumi: le proposte su come centrare questo obiettivo sono tante, ogni ministro ha le sue ricette, i sindacati e le imprese pure. Ma c’è un convitato di pietra al tavolo del confronto che rende tutto difficile se non proibitivo: la scarsità delle risorse disponibili. Quanto servirebbe per ridurre significativamente le tasse e a chi ridurle per enfatizzarne gli effetti sulla crescita? Paolo Onofri, economista dell’Università di Bologna e segretario dell’Associazione Prometeia, è stato tra i primi a suggerire, all’inizio della legislatura, l’idea di destinare tutte le risorse pubbliche disponibili alla riduzione delle imposte e dei contributi sul lavoro in vista della cosiddetta svalutazione fiscale a favore della crescita. Ecco il suo parere in questa intervista a FIRSTonline.

FIRSTonline – Professor Onofri, le proposte per ridurre le tasse in funzione della crescita si sprecano ma in pochi sembrano fare i conti con l’oste. E ancora attuale la sua idea di svalutazione fiscale con riduzione di imposte e contributi sul lavoro e sulle imprese? Ma,  soprattutto, ci sono le risorse?

ONOFRI – Quell’idea , che in teoria è valida ancora oggi, nasceva dalla possibilità che c’era due anni fa di utilizzare il gettito derivante dall’ipotesi di aumento dell’Iva per ridurre i contributi per tutti. In quel modo si sarebbero ridotte le importazioni e si sarebbero favorite le esportazioni. Purtroppo quella strada, che avrebbe dato respiro all’occupazione e alla crescita senza aggravare il bilancio pubblico, è diventata molto difficile se non impossibile.FIRSTonline – Perché?ONOFRI – Perché il vecchio aumento dell’IVA è già stato utilizzato per ridurre il deficit pubblico e adesso la situazione è capovolta: da un lato la recessione si è aggravata e dall’altro c’è da sperare che non si renda necessario il nuovo aumento dell’IVA attualmente previsto per luglio 2013.

FIRSTonline – Non si possono trovare altrove i mezzi necessari per ridurre le tasse e i contributi sul lavoro e sulle imprese?

ONOFRI – In teoria sì. Si potrebbero rimodulare gli aiuti alle imprese facendo tesoro del piano Giavazzi che promette un risparmio per lo Stato di 10 miliardi se si cancellano aiuti inutili alle imprese. Quei 10 miliardi potrebbero essere usati per ridurre per tutti il cuneo fiscale, cioè la forbice tra costo del lavoro per le imprese e salari reali dei lavoratori.

FIRSTonline – Il ministro Fornero suggerisce di usare le risorse per ridurre il cuneo fiscale solo per le imprese che valorizzano il capitale umano: Lei che ne pensa?

ONOFRI – Credo che sia una proposta che nasce dalla consapevolezza della scarsità delle risorse ma è un’idea politicamente difficile da praticare perché riguarderebbe solo l’aristocrazia del lavoro con benefici di lungo periodo senza particolari effetti di breve sull’attività economica

FIRSTonline – Per rendere significativa la riduzione del cuneo e per ridurre le tasse su imprese quante risorse servono?

ONOFRI – Per un’operazione che non voglia essere di pura facciata mi sembra che il gettito del piano Giavazzi sia la misura giusta: servono 10 miliardi, altrimenti è meglio lasciar perdere. E inoltre gli sgravi devono riguardare tutti ma senza farsi illusioni eccessive.

FIRSTonline – Si spieghi meglio.

ONOFRI – Non bisogna illudere o ingannare la gente: la riduzione delle tasse e dei contributi attraverso la riduzione del cuneo fiscale può avere effetti benefici sul costo del lavoro ma più limitati nel breve periodo sugli investimenti delle imprese e sulla spesa finale delle famiglie, con conseguenze non miracolistiche sulla domanda aggregata. In altre parole: se si trovano le risorse, è una scelta giusta e opportuna ma non aspettiamoci miracoli.

FIRSTonline – Ma allora come usciamo dalla recessione?

ONOFRI – Bisogna essere realisti: dalla trappola in cui siamo finiti ci può tirare fuori solo Draghi. Finché non riusciremo a tagliare significativamente la spesa per interessi normalizzando e cancellando  le asimmetrie tra il costo del denaro per gli imprenditori italiani e quello che pagano i tedeschi  è difficile imboccare realmente la via del rilancio. Se manca il colpo d’ala della Bce che tutti si aspettano, gli spazi per sperare che la strategia della crescita diventi realtà sono molto pochi. Il che non significa che non si debba ugualmente fare qualcosa con lo sguardo rivolto al lungo periodo.  

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