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Mps, il primo trimestre è ancora in rosso ma per oneri non ricorrenti e i segni di risveglio ci sono

Rettifiche e oneri non ricoerrenti legati ai Monti bond mandano in rosso il primo trimstre del 2014 del Monte dei Paschi ma i segni di ripresa della banca senese si vedono – Viola: “Adesso il risultato pre-tasse è in pareggio” – Prevista cessione di 500 milioni di crediti in soffrenza – Migliorano liquidità e situazione patrimoniale, ridotti debiti con Bce.

Mps, il primo trimestre è ancora in rosso ma per oneri non ricorrenti e i segni di risveglio ci sono

Primo trimestre ancora in rosso per Mps. La banca senese chiude i primi tre mesi del 2014 con una perdita di 174,1 milioni di euro dopo un rosso di 101 milioni dello stesso periodo di un anno fa. Il risultato dipende, spiega la nota, da “significative componenti non ricorrenti”. La banca paga nello specifico rettifiche sui crediti per 477 milioni e un effetto negativo non ricorrente di 143 milioni per maggiori oneri sui Monti Bond. Durante la conference call con gli analisti l’ad Fabrizio Viola ha precisato che al netto delle componenti straordinarie, “il risultato pre-tasse ha avuto una evoluzione positiva ed ora è in pareggio”. I dati sono stati diffusi a Borsa chiusa e arrivano dopo una giornata positiva per il titolo Mps che ha registrato un rialzo del 5,19%.

La rideterminazione del valore da corrispondere al Tesoro sui Monti Bond in relazione alle cessioni fatte dalla Fondazione ha colpito il margine di interesse che si è attestato a 446 milioni, in calo del 21% sul trimestre precedente e del 25,4% su un anno prima. “La dinamica dell’aggregato – spiega la banca nella nota sui conti – ha scontato la rideterminazione del valore di rimborso dei titoli sottoscritti dallo Stato (c.d. NSF) in relazione a quanto previsto dalle clausole contrattuali dello strumento, che ne legano l’ammontare al corrispettivo che la Fondazione Monte dei Paschi di Siena ha comunicato di aver ricevuto per la cessione di azioni ordinarie di Banca Monte dei Paschi, con impatto negativo one-off sul 1° trimestre 2014 di circa 143 milioni di euro”. In altre parole, la vendita da parte della Fondazione delle azioni a un prezzo medio superiore rispetto a quello espresso dal titolo in Borsa, ha comportato per la banca un onere una tantum di 142,6 milioni che si va ad aggiungere ai 94,6 milioni di interessi dovuti al Tesoro.

Senza questo effetto non ricorrente il margine sarebbe cresciuto del 4,3% circa sul quarto trimestre a circa 588 milioni di euro. Sul fronte dei crediti deteriorati alla fine del trimestre rispetto a fine anno l’esposizione è salita di 900 milioni rispetto a quota 22 miliardi.  Le sofferenze sono aumentate del +5,1% e gli incagli del +2,3%; in salita anche i crediti ristrutturati (+9,5%) e le esposizioni scadute (+5%) “a riflesso – spiega la banca – di una congiuntura economica ancora difficile, ancorché in ripresa”.

Allo stesso tempo l’istituto sta migliorando la posizione di liquidità e di capitale. Entro il primo semestre è prevista la cessione di 500 milioni di crediti in sofferenza. Sull’asset quality review Viola si è detto fiducioso: “Abbiamo incrementato l’aumento per avere un cuscinetto maggiore in vista del comprehensive assessment della Bce e i requisiti patrimoniali ci fanno ben pensare”. A fine marzo il Common equity tier1 era al 10,8% che, con l’aumento di capitale da 5 miliardi in agenda, sale pro forma al 13,3% (il 20,  21 o 33 è convocata l’assemblea per l’approvazione dell’aumento). I segnali di fiducia da parte degli investitori esteri ci sono. Domenica, in un’intervista al Corriere della Sera, l’ad di Axa Assicurazioni e Axa-Mps, Frederic de Courtois, ha confermato l’impegno del gruppo francese a sottoscrivere l’aumento. Nel frattempo i sudamericani Fintech e Btg Pactual sono in attesa a giorni che il Ministero dell’economia e Bankitalia autorizzino la cessione del 6,5% della Fondazione Mps e il patto di sindacato siglato sul 9%.

Progressi ci sono anche sul fronte commerciale. Oltre al miglioramento del margine di interesse al netto delle componenti straordinarie, le commissioni sono salite del 10% e l’efficientamento dell’operatività ha generato un calo dei costi del 3,8%. La banca procede verso la restituzione dell’intero Ltro concesso, come ad altre banche, dalla Bce. Ad oggi il debito ammonta a 24 miliardi e nelle prossime settimane verranno rimborsati altri 2 miliardi. Entro giugno verranno poi rimborsati altri 2 miliardi, 6 miliardi entro dicembre e i restanti 14 miliardi tra gennaio e febbraio 2015. Per quella data così il debito sarà azzerato.

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