Condividi

Maxi-bollette: stangata Antitrust su Acea, Edison, Enel e Eni

Le 4 società sono state multate per 14,5 milioni complessivi. Nel mirino le pratiche di fatturazione, le maxi-bollette, le risposte inadeguate ai reclami e gli ostacoli frapposti alla restituzione dei rimborsi. Enel contesta le conclusioni dell’Antitrust: pochi casi paragonati a 30 milioni di clienti serviti e 250 milioni di fatture emesse

Maxi-bollette: stangata Antitrust su Acea, Edison, Enel e Eni

L’Antitrust ha sanzionato per complessivi 14milioni e 530mila euro cinque big del mercato italiano dell’energia. Eni e Acea hanno ricevuto le multe più pesanti (3,6 milioni). Al terzo posto c’è Enel Energia (2,985 milioni), seguita da Enel Servizio Elettrico (2,620 milioni) ed Edison (1,725 milioni). In verità il maggior multato è l’Enel (5,605 milioni) sommando le sanzioni addebitate alle due società (una per il mercato libero, l’altra per quello a maggior tutela ma entrambe direttamente controllate dal gruppo che è anche il primo operatore in Italia). 

I provvedimenti – arrivati a conclusione di quattro indagini distinte – riguardano “i meccanismi di fatturazione e le ripetute richieste di pagamento per bollette non corrispondenti a consumi effettivi, nonché gli ostacoli frapposti alla restituzione dei rimborsi”, scrive l’Autorità.

Nel corso del procedimento, l’Aeegsi (Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico) ha reso un parere che ha permesso all’Antitrust di individuare e accertare “distinte pratiche aggressive”. Alle ispezioni ha collaborato anche la Guardia di Finanza.

PESANTE ATTO D’ACCUSA

L’Antitrust contesta pesanti rilievi alle 4 società poste sotto indagine per fatture riguardando il periodo tra marzo 2014 e aprile 2016. A conclusione della sua istruttoria, l’Agcm ha accertato che le cinque società hanno “posto in essere una prima pratica commerciale aggressiva – prosegue la nota – e cioè una gestione inadeguata delle istanze e delle comunicazioni di clienti finali che lamentavano la fatturazione di consumi di elettricità o di gas naturale divergenti da quelli effettivi”.

L’Autorità ritiene che la pratica fosse “dovuta a deficienze del processo di fatturazione, a malfunzionamenti dei sistemi informatici e alla mancata sospensione delle attività di riscossione (sollecito, messa in mora e distacco, talvolta senza preavviso) nell’attesa di una risposta chiara, puntuale ed esaustiva. Nel caso di conguagli di elevato importo, inoltre, le imprese non avevano adottato misure per attenuare l’impatto della bolletta, senza informare adeguatamente gli utenti sulla possibilità di rateizzare né sui termini di pagamento più lunghi”.

Secondo l’Antitrust, questi comportamenti hanno violato il diritto del cliente a ricevere un’adeguata assistenza e verifica dei propri consumi, prima di procedere al pagamento delle fatture contestate e, pertanto, “costituiscono pratiche commerciali aggressive”.

Una seconda pratica scorretta accertata dall’istruttoria riguarda la mancata o ritardata restituzione di importi dovuti a vario titolo ai clienti finali. L’Autorità ha ritenuto, infatti, che “le modalità informative e procedurali adottate dai cinque operatori non abbiano permesso ai consumatori di ricevere pienamente e tempestivamente quanto versato in eccesso per la fornitura di energia elettrica o di gas”, scrive ancora l’Antitrust.

BOLLETTE IN RITARDO E INTERESSI DI MORA

Per le due società del gruppo Enel, infine, è stata accertata una terza pratica scorretta, che consisteva nell’addebito degli interessi di mora per tardivo pagamento, anche in caso di bollette recapitate in ritardo o non recapitate e in presenza di un reclamo.

Nel corso dei procedimenti, gli operatori hanno proposto modifiche alle procedure utilizzate finora nella gestione delle istanze e dei reclami da parte dei consumatori e anche per migliorare i processi di fatturazione. Alla luce di queste proposte, le sanzioni sono state ridotte in misura proporzionale al grado di rilevanza ed effettiva implementazione di tali innovazioni.

Enel Servizio Elettrico ed Enel Energia «contestano le conclusioni» dell’Antitrust nell’indagine sui big dell’energia. Lo affermano le società del gruppo guidato da Francesco Starace, «ritenendo la propria condotta in materia di fatturazione e procedure di riscossione dei crediti pienamente aderente ai più elevati canoni della diligenza professionale e del tutto rispondente alla normativa di settore». «Inoltre – sottolinea l’Enel – le pratiche contestate fanno riferimento a una casistica estremamente contenuta, se comparata con il numero dei clienti serviti dalle società, circa 30 milioni, e con il numero delle fatture emesse nel periodo di riferimento, circa 250 milioni».

Commenta