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Manovra 2018, il testo al Senato: ecobonus al 50% e aumento Iva nel 2019

Il disegno di legge di Bilancio, bollinato dalla Ragioneria dello Stato e che ora inizierà il suo iter parlamentare a Palazzo Madama, presenta alcune novità importanti: il bonus energia viene prorogato di un anno ma ridimensionato, ma viene neutralizzato l’aumento dell’Iva nel 2018 – Novità anche su assunzione giovani, 80 euro, affitti e investimenti, detrazioni per gli abbonamenti a bus e treni.

E’ di 120 articoli il disegno di legge di bilancio 2018 che approda in Senato per l’inizio dell’esame parlamentare. Il testo della manovra, bollinato dalla Ragioneria dello Stato, presenta alcune novità: in particolare rinvia al 2019 l’aumento dell’Iva e proroga di un anno – ma riduce – l’ecobonus, ma ci sono tra le altre disposizioni anche l’introduzione di sgravi per l’assunzione dei giovani, le detrazioni per i mezzi di trasporto, l’estensione del bonus 80 euro e il fondo per gli investimenti.

STOP AUMENTO IVA NEL 2018 – L’aumento dell’Iva nel 2018 viene neutralizzato, ma l’aggravio viene rimandato e rimodulato a partire dal 2019. Di fatto le famose ”clausole di salvaguardia” rimangono per gli anni 2019 e seguenti. L’aliquota Iva al 10% salirà di 1,5 punti dal gennaio 2019 e poi di ulteriori 1,5 punti dal 2020. L’aliquota Iva del 22% aumenta di 2,2 punti dal 2019 e poi di altri 0,7 punti. da 2020 e di un ulteriore 0,1 punti da 2021. Anche le accise ripartono dal 2019.

ECOBONUS E BONUS VERDE – Arriva una proroga di un anno per il bonus energia e per quelli relativi alle ristrutturazioni energetiche e all’acquisto di mobili. Scende però dal 65% al 50% il bonus energia per infissi, schermi solari, sostituzione impianti climatizzazione. Ma il piatto delle agevolazioni si arricchisce di uno sconto ad hoc, del 36% per una pesa fino a 5.000 euro, per la sistemazione a verde di aree scoperte di edifici e immobili esistenti. Lo sconto è previsto anche per impianti di irrigazione e la realizzazione di pozzi, copertura a verde e giardini pensili. 

MEZZI DI TRASPORTO – Tornano le detrazioni per gli abbonamenti di trasporto. Il testo finale della Legge di Bilancio prevede detrazioni fino a 250 euro per le spese d’abbonamento di trasporti pubblici locali, regionali e interregionali. Tra le novità anche l’agevolazione per gli accordi di rimborso di questi abbonamenti da parte dei datori di lavoro per i propri dipendenti e per i loro familiari – una sorta di ”bonus bus-treno” – che non entrano a far parte del reddito da lavoro tassato.

INVESTIMENTI – Arrivano quasi 38 miliardi in più (37,88) per il fondo investimenti creato lo scorso anno e già finanziato per 47 miliardi fino al 2032 (questa prima tranche di risorse sono state assegnate via dpcm a fine maggio). 

SGRAVI PERMANENTI PER ASSUNZIONI UNDER 30 – Arriva il bonus permanente per l’assunzione di giovani under 30 che, per il solo 2018, vale anche per i contratti stabili a chi non ha ancora compiuto 35 anni. Nel testo finale della Manovra si conferma inoltre lo sgravio del 50% dei contributi con tetto a 3mila euro per 3 anni, che scendono a 1 solo anno in caso di trasformazione a tempo indeterminato di un contratto di apprendistato. Il bonus è “portabile” senza limiti di età e sale al 100% per l’assunzione dall’alternanza scuola lavoro.

BONUS 80 EURO – Si alzano le soglie di reddito per ottenere il bonus Irpef da 80 euro. Secondo quanto si legge nel testo definitivo della legge di Bilancio approdata in Senato, il tetto di 24mila euro sale a 24.600 e quello di 26mila sale a 26.600. Sarebbero così salvi gli 80 euro dei dipendenti pubblici, che con il rinnovo del contratto supererebbero la soglia ad oggi vigente per ricevere il bonus.

CEDOLARE SECCA PER AFFITTI – Arriva una proroga di due anni per la cedolare secca al 10% che si applica sui contratti concordati. Il testo finale della Legge di Bilancio “corregge” su questo punto le bozze circolate nei giorni scorsi che prevedevano invece una stabilizzazione a regime di questo meccanismo. Ora invece la norma prevede che si possa applicare “dal 2014 al 2019”, con una estensione quindi anche al prossimo biennio. Come già previsto nelle bozze, nel testo finale non entra una estensione del regime anche agli immobili “non residenziali”: rimangono quindi esclusi uffici e negozi.

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