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L’Inter sbanca Napoli, la Juve fa poker, al Milan non basta Ibra

L’Inter espugna Napoli grazie ai gol di Lukaku e Lautaro (1-3) ma Cristiano Ronaldo (3 gol) e Higuain stendono il Cagliari (4-0): il duello scudetto continua a suon di gol – Solo 0-0 per il Milan con la Samp: per ora l’effetto Ibra non c’è

L’Inter sbanca Napoli, la Juve fa poker, al Milan non basta Ibra

Botta e risposta. Inter e Juventus iniziano il 2020 con due grandi vittorie e proseguono così il loro duello scudetto, rappresentato alla perfezione da Ronaldo e Lukaku, trascinatori a suon di gol e leadership. CR7 aveva lanciato la sfida nel pomeriggio con la tripletta al Cagliari, Romelu in serata ha risposto con la doppietta del San Paolo: logico, dunque, che siano loro i mattatori dell’Epifania targata Serie A, così come che Inter e Juventus continuino a battagliare al comando della classifica. Il poker dei bianconeri aveva messo una buona dose di pressione sui nerazzurri, costretti a rispondere sul difficile campo del Napoli per non perdere terreno dal primo posto.

Missione compiuta e guai a pensare che sia stato facile: gli azzurri di Gattuso, pur commettendo errori rivelatisi poi decisivi, hanno giocato una buona gara, creando diversi problemi ad Handanovic e company. Espugnare il San Paolo dopo 22 anni di attesa non era scontato, nemmeno se di fronte c’era un Napoli indebolito dalle assenze di Koulibaly e Mertens, alle quali si aggiungeva in extremis quella di Luperto. Doveva essere lui a guidare la difesa assieme a Manolas, invece Gattuso si è trovato costretto ad adattare Di Lorenzo: non il massimo se davanti ti trovi la miglior coppia gol del campionato.

E infatti al 14’ ecco il primo errore, seppur per motivi di equilibrio: lo scivolone di Di Lorenzo lasciava campo aperto a Lukaku, bravissimo ad andare sul sinistro e a battere Meret. Il portiere azzurro, sin qui uno degli ultimi ad arrendersi, sembrava vivere un’altra bella serata con le parate su Vecino e Lautaro, ma al 33’ la combinava grossa su un tiro non particolarmente difficile del solito belga, facendosi passare il pallone sotto le gambe e mandando i suoi sullo 0-2.

Gattuso, e con lui i 40 mila del San Paolo, temeva l’imbarcata ma i suoi, per certi versi sorprendentemente, reagivano, prima trovando il 2-1 con Milik (39’), poi sfiorando il pareggio ancora con il polacco, questa volta sciagurato nel fallire un colpo di testa ravvicinato. La ripresa iniziava con il Napoli in attacco e l’Inter, apparentemente, alle corde, poi però, proprio come nel primo tempo, ecco un errore difensivo, questa volta di Manolas, a spianare la strada all’attacco di Conte, con Lautaro freddissimo nel capitalizzare al meglio e trovare il terzo gol.

Gli azzurri hanno provato a reagire, ma eccezion fatta per una punizione di Insigne (traversa) non sono mai riusciti a spaventare davvero Handanovic, arrendendosi così alla superiorità degli avversari: i 21 punti di distacco in classifica, del resto, sono una realtà con cui fare i conti. “Questo successo ha una valenza importante perché vincere qui non è facile per nessuno, vedendo cosa ha fatto il Napoli in questi ultimi anni – il pensiero di Conte. – Abbiamo affrontato questa gara con grande personalità, sono partite che danno fiducia e aumentano l’autostima. Lukaku? Ne ho sentite dire di tutti i colori, meglio che si continui a dire che è una pippa, va bene così. Facile parlare ora di lui e salire sul carro ma io non dimentico…”.

Umore opposto, per ovvi motivi, in casa Napoli, dove Gattuso deve fare i conti con un’altra sconfitta, la seconda in tre partite di sua gestione. “Ci siamo fatti tre gol da soli, in più da adesso controllerò anche i tacchetti che usano visto che continuiamo a scivolare – l’analisi amara del tecnico. – È un periodo così e non è un caso tutto quello che stiamo sbagliando, tra i ragazzi c’è preoccupazione, negli ultimi cinque-sei anni hanno sempre lottato per lo scudetto. Dobbiamo essere più avvelenati, più attenti: se pensiamo sempre alla sfiga non va bene…”.

Concetti chiari anche in casa Juventus, dove la lezione di Riad è evidentemente servita. La squadra di Sarri doveva dare un segnale forte per cancellare la delusione e ci è riuscita alla grande, seppellendo il malcapitato Cagliari con un poker senza appello. Sugli scudi, per l’ennesima volta, Cristiano Ronaldo, autore di una tripletta (la sua prima in Serie A) che porta a 13 il bottino personale, 6 in meno dello scatenato Immobile. Il rendimento di CR7 però è in netta crescita: basti pensare che con i gol di ieri sono ben cinque le gare consecutive a segno, a dimostrazione di uno stato di forma ritrovato e ormai vicino al top.

Di questo passo, insomma, fermarlo sarà difficile per tutti, forse addirittura impossibile. È stato così per il Cagliari di Maran, schiantato dopo aver retto bene nel primo tempo, anche perché Ramsey, scelto da Sarri al posto di Higuain, non ha dato brio alla manovra offensiva. In casi come questi sono gli episodi a fare la differenza e quando Klavan, suo malgrado, ha lanciato in porta Ronaldo con un passaggio sbagliato, ecco che la Juve ha trovato il bandolo della matassa (49’).

Da lì in poi tutto in discesa, specialmente dopo il raddoppio del portoghese, mandato sul dischetto da un dribbling di Dybala (67’). Al festival del gol ha partecipato anche Higuain, subentrato al connazionale e subito a segno su assist, guarda un po’, di Ronaldo (81’), prima che il portoghese completasse la sua Epifania perfetta capitalizzando al meglio il passaggio di Douglas Costa (82’).

“A livello di continuità credo sia stata la nostra miglior partita – il commento di Sarri. – Siamo riusciti a giocare con qualità per quasi tutta la gara, dimostrando che se siamo così aggressivi possiamo fare bene. Migliorare questa squadra è molto difficile, ringrazio Paratici per aver detto che il mercato è chiuso, evitandomi così un mese di domande inutili”.

Sorrisi comprensibili in casa Juve, così come i musi lunghi sul fronte Milan. L’effetto Ibrahimovic non è bastato a ridare smalto ai rossoneri, fermati sullo 0-0 da una buona Sampdoria, capace di creare più di un problema a Donnarumma. I 60 mila di San Siro, accorsi in massa per festeggiare il ritorno dello svedese, hanno così concluso il pomeriggio fischiando sonoramente una squadra spenta, senz’anima, incapace di reagire dopo la figuraccia rimediata a Bergamo prima di Natale.

“Volevamo vincere e riprendere il campionato con 3 punti, non esserci riusciti è una delusione – ha ammesso Pioli senza mezzi termini. – Abbiamo fatto la partita nella loro metà campo, purtroppo ci è mancata la qualità e senza quella è molto difficile vincere. Mi aspetto di più da tutti i miei giocatori, continuiamo a sbagliare troppi passaggi, dobbiamo essere maggiormente lucidi. Ibra? Il suo è stato un impatto positivo, purtroppo la squadra non è ancora abituata a una presenza del genere là davanti”.

Già, perché lo 0-0 di ieri ribadisce, se ce ne fosse bisogno, tutte le difficoltà del Milan in zona gol: basti pensare che i 16 segnati sin qui da tutta la squadra sono meno dei 19 del solo Immobile. Anche contro la Samp si sono viste le solite magagne e l’ingresso di Ibra al 55’, per quanto elettrico, non è bastato a risolverle. A conti fatti i rossoneri devono dunque ringraziare Donnarumma, fondamentale nel fermare Gabbiadini lanciato in porta e salvare così quantomeno il pareggio. Troppo poco però per essere soddisfatti, anche perché il dodicesimo posto in classifica vale più di mille parole…

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