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Lazio, addio Champions: Bayer troppo forte, biancocelesti troppo timidi

I tedeschi travolgono la formazione di Pioli, ribaltano il risultato dell’Olimpico e condannano i biancocelesti alla retrocessione in Europa League – Bayer superiore sotto ogni aspetto del gioco – La Lazio paga gli infortuni, ma anche un atteggiamento troppo timido e rinunciatario.

Lazio, addio Champions: Bayer troppo forte, biancocelesti troppo timidi

La delusione non manca in casa Lazio, ma i rimpianti sono pochi. Il sogno di giocare in Champions League finisce sul campo del Bayer Leverkusen, che ieri sera ha travolto i biancocelesti per 3-0 (in rete Calhanoglu, Mehmedi e Bellarabi) ribaltando il risultato dell’Olimpico (1-0, gol di Keita) e assicurandosi un posto nella fase a gironi della coppa dalle grandi orecchie. Un posto che, purtroppo per Lotito, valeva anche 30 milioni di euro.
 
Questa Lazio, che ora retrocede in Europa League, ha da recriminare solo per i troppi infortuni, che l’hanno privata nel momento più importante di campioni esperti come Biglia e Klose, di un punto di riferimento in attacco come Djordjevic e di un fuoriclasse fra i pali come Marchetti. Eppure, anche con la rosa al completo, la missione di ieri sarebbe rimasta quasi impossibile, vista la superiorità dimostrata dai tedeschi non solo sul piano tecnico, atletico e dell’organizzazione di gioco, ma anche su quello delle motivazioni, della cattiveria agonistica, della voglia di farcela. 

Anche senza contare gli erroracci difensivi di De Vrij e di Mauricio (che completa il disastro facendosi espellere), i giocatori biancocelesti sono apparsi molli, sfiduciati, intimoriti dall’importanza della sfida e dalla forza dell’avversario. La sconfitta era forse inevitabile, ma dalla Lazio ci si aspettava perlomeno un atteggiamento volitivo. 

Invece la squadra è scesa in campo timida, rinunciataria, incapace di vincere un singolo contrasto o una singola sfida in velocità nel corso dell’intero match. Fino ai minuti finali, quando è arrivato il terzo gol dei tedeschi, sarebbe bastata una sola rete per passare il turno, ma i biancazzurri non sono mai riusciti a imbastire un’azione d’attacco, arrivando secondi su ogni pallone.
 
Stefano Pioli, pur nell’indiscutibile professionalità e preparazione, ha confermato ieri una lacuna importante, una di quelle che non si colmano con un corso a Coverciano: la mancanza del carisma e della personalità necessari a trasmettere alla squadra la sicurezza che ci vuole per affrontare partite così importanti.

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