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Israele minaccia, gli sfollati palestinesi sono 10mila

Sono ormai 10 mila i palestinesi sfollati da Beit Lahya dopo che Israele ha annunciato un attacco via terra, esortando la popolazione a lasciare le proprie case – Abu Mazen chiede l’intervento dell’Onu – Kerry: “Usa pronti ad aiutare la tregua” – Appello del Papa.

Israele minaccia, gli sfollati palestinesi sono 10mila

L’artiglieria pesante israeliana e i missili lanciati dagli F16 si abbattono sulle città della Striscia. Sono ormai 10 mila i palestinesi sfollati da Beit Lahya, diventata zona di combattimento, che hanno chiesto accoglienza nelle istituzioni dell’Unrwa, l’ente dell’Onu per i rifugiati. E il presidente palestinese Abu Mazen invia una lettera all’Onu per chiedere che “lo Stato di Palestina sia messo sotto il sistema internazionale di protezione delle Nazioni Unite”.

Domenica mattina da un aereo israeliano vengono gettati volantini che annunciano un attacco via terra, esortando la popolazione, soprattutto quella residente in quell’area agricola del nord della Striscia, ad a-Atatra e a Salatin, a scappare. In alcuni rioni urbani, invece, ci sarebbero ancora barricati in casa – secondo la televisione israeliana – alcune migliaia di abitanti. Intanto, lunghe carovane di persone sono state fotografate mentre si dirigevano con mezzi di fortuna verso Gaza City

Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania si stanno adoperando per trovare una soluzione diplomatica alla crisi in Medio Oriente e Papa Francesco dopo l’Angelus si espone: “Rivolgo a tutti voi un accorato appello a continuare a pregare con insistenza per la pace in Terra Santa, alla luce dei tragici eventi degli ultimi giorni. Ho ancora nella memoria il vivo ricordo dell’incontro dell’8 giugno scorso con il Patriarca Bartolomeo, il Presidente Peres e il Presidente Abbas, insieme ai quali abbiamo invocato il dono della pace e ascoltato la chiamata a spezzare la spirale dell’odio e della violenza”.

Dal vertice, intanto, emerge la posizione di John Kerry: gli Stati Uniti sono pronti ad aiutare una tregua a Gaza con il ritorno allo stato di cessate il fuoco del 2012. Le operazioni militari, però, continueranno, così come ha detto il premier Benjamin Netanyahu: “Non sappiamo quando l’operazione finirà, potrebbe volerci del tempo”.

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