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Il no nel referendum scozzese mette le ali alla sterlina e rasserena i mercati

Il no del referendum al divorzio della Scozia dalla Gran Bretagna mette le ali alla sterlina e piace ai mercati – Gli Usa festeggiano l’Ipo da 21,8 miliardi di Alibaba – A sorpresa Larry Ellison lascia dopo 37 anni la poltrona di ceo di Oracle e sceglie i successori – Delusione per la prima operazione Tltro – Fmi gela l’Italia – Occhio a Stm ed Enel.

Il no nel referendum scozzese mette le ali alla sterlina e rasserena i mercati

IL NO SCOZZESE METTE LE ALI ALLA STERLINA. ALIBABA, A WALL STREET L’IPO DA 21,8 MILIARDI

La Scozia resta nel Regno Unito. Il referendum si è concluso con una larga vittoria dei “no”. Ora Londra dovrà procedere con le riforme federali promesse in campagna elettorale. I mercati hanno anticipato l’esito delle urne: la sterlina è da ieri ai massimi da 2 anni sull’euro a 78,53 pence e in netto rafforzamento sul dollaro trattato ora a 1,6496.

L’ascesa del dollaro sullo yen (109,46) ha contribuito al forte rialzo del Nikkei che si avvia a chiudere con un rialzo attorno all’1,5% sull’onda dei rialzi di Wall Street. Il giorno dopo gli annunci della Fed i listini Usa hanno accelerato la corsa: Dow Jones +0,64%, S&P 500 +0,49%, Nasdaq +0,47%.

I mercati Usa sono pronti a festeggiare oggi la matricola più attesa della storia. Ieri sera, infatti, è stato fissato il prezzo dell’offerta di Alibaba: 68 dollari, al top della forchetta, cosa che consentirà la raccolta di 21,8 miliardi di dollari ed una capitalizzazione iniziale di 167,6 miliardi di dollari davanti ad icone americane come Walt Disney e Boeing. Merito anche del road show capitanato da Jack Ma, l’ ex insegnante di inglese he ha fondato il colosso dell’e-commerce in Cina. “La sua presentazione dell’Ipo – commenta un gestore hedge, Jerrry Jordan – è  stata la più chiara e convincente cui abbia mai assistito”. Almeno 40 istituzioni hanno avanzato richieste di investimento di almeno un miliardo di dollari.

Piove sul mercato anche un annuncio a sorpresa: Larry Ellison, ceo di Oracle, ha deciso di seguire l’esempio del grande nemico Bill Gates. Ellison si è dimesso, pur conservando la carica di presidente esecutivo e di responsabile delle tecnologie. Lui stesso, alla guida del colosso del software da 37 anni, ha scelto i suoi successori: Safra Catz e Mark Hurd, già suoi collaboratori.

PIAZZA AFFARI GELATA DAL RAPPORTO FMI

Le Borse europee hanno accelerato nel finale al contrario di Piazza Affari frenata dall’ennesima previsione negativa: per il Fondo Monetario il pil risulterà a fine 2014 in calo dello 0,1%

La Borsa di Parigi è salita dello 0,7%, Francoforte ha guadagnato l’1,4% trainata da Bayer +4,8% che ha annunciato l’intenzione di quotare il meno redditizio business materie plastiche (un’operazione da circa 10 miliardi di euro) per focalizzarsi sull’healthcare e sull’agricoltura. La Borsa di Londra avanzava dello 0,5% in attesa del voto scozzese.

Avanza anche Madrid +0,77%, la piazza che sarebbe stata più sensibile alle conseguenze dell’eventuale vittoria dei Sì in Scozia. In Europa i settori migliori sono stati Tecnologici (Stoxx del settore +1,4%) e Banche (+1,2%).

Piazza Affari ha terminato le contrattazioni in rialzo dello 0,08% a 21.128 punti, dopo essersi spinta fino a 21.279 punti, colpita sul finale dalle previsioni del Fondo monetario. Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso a 134 punti base e il rendimento del decennale domestico al 2,43%.

Torna ascendere il petrolio con il Brent a 98 dollari al barile (-0,9%). Poco mossi i titoli petroliferi: Eni +0,1% ha annunciato un’importante scoperta di petrolio in Ecuador. Saipem -0,3%.

TLTRO, LA PRIMA OPERAZIONE E’ UN FLOP

In attesa del referendum scozzese l’attenzione dei mercati europei si è concetrata sulla prima operazione Tltro lanciata da Francoforte. La Banca centrale europea ha assegnato a 255 banche 82,6 miliardi di euro di fondi a quattro anni nella prima operazione di finanziamento Tltro, finalizzata a rilanciare il flusso del credito all’economia reale. Il dato è nettamente inferiore alle previsioni che indicavano una richiesta di 130 miliardi circa. Se, da un lato, una partecipazione inferiore alle attese indica una modesta efficacia delle misure adottate dalla Bce, dall’altra suggerisce che la Bce dovrà agire anche su altri fronti.

BANCHE

Seduta contrastata per i titoli del credito, condizionati dal Rapporto Fmi ma anche dai giudizi degli analisti in vista dell’Aqr da parte della Bce. Unicredit è salita dell’1,1%, Intesa +0,2%, Ubi +0,2%, Pop.Milano +2,2%. Mediobanca ha guadagnato lo 0,9% dopo i risultati annunciati ieri e la conferma che entro giugno 2015 uscirà definitivamente da Telecom Italia e Rcs. Chiudono in calo Pop.Emilia -3,5% e MontePaschi -2%.

Meglio l’andamento delle grandi banche europee, Deutsche Bank è salita del 2,3%, Société Générale +1,4%, Credit Suisse +1,8%, Barclays +1,2%.

STM CONFERMA GLI OBIETTIVI: IL TITOLO VOLA

Fra i titoli industriali italiani si mette in luce StM +2,9%, dopo che il direttore finanziario Carlo Ferro ha detto che il terzo trimestre si chiuderà con risultati in linea con le indicazioni del management. “Con noi vale sempre la regola che ‘no news’ significa che siamo ‘on track’ rispetto al range delle guidance che abbiamo dato per il trimestre”, ha detto il manager.

Le stime per il terzo trimestre presentate da StM lo scorso luglio indicavano una crescita dei ricavi del 3% (con un margine di oscillazione di 3,5 punti percentuali) e un Gross margin al 34,4% (con una banda di oscillazione di 2 punti percentuale).

Quanto alle eventuali esigenze di finanziamento, il gruppo non ha bisogno al momento di tornare sul mercato obbligazionario, ha aggiunto Ferro. Il bond convertibile da un miliardo lanciato a fine giugno “ci basta e avanza” per lungo tempo, ha spiegato il manager. Da inizio anno il titolo StM registra un rialzo del 9%.

Finmeccanica sale dell’1,2%. Arretrano invece Fiat -1,5% e Cnh Industrial -2,3%. Telecom Italia -0,8%.

ENEL, A NOVEMBRE OPV  PER ENDESA

Enel è rimasta piatta a 4,20 euro dopo che il cda della controllata Endesa ha approvato la vendita alla controllante italiana delle attività in America Latina per 8,25 miliardi di euro. La società potrebbe lanciare un’opv, forse già a novembre, per collocare tra il 17% e il 22% della controllata spagnola. Ieri la Corte di Cassazione di Parigi, invece, si è espressa a favore di Enel Green Power -0,38% a 2,08 sul caso Lageo in El Salvador.

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