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Giro d’Italia, trionfa Nibali: lo Squalo e Cavendish salvano un’edizione dominata dal gelo

L’ultima tappa di Brescia incorona lo Squalo dominatore assoluto della corsa, che ora potrebbe candidarsi anche al Tour de France – Per Cannonbal quinto successo nella passerella finale di un’edizione perseguitata e azzoppata dal maltempo e con l’ombra del doping.

Giro d’Italia, trionfa Nibali: lo Squalo e Cavendish salvano un’edizione dominata dal gelo

Vincenzo Nibali e Mark Cavendish: due modi di correre tanto differenti da non scontrarsi mai, ma campioni tali da ritrovarsi insieme al vertice di un Giro che senza di loro sarebbe stato poca cosa, flagellato dal maltempo, ricordato più per i continui tagli al percorso che per i duelli che di fatto sono mancati. Ma non è colpa di Nibali e di Cavendish se si sono rivelati troppo forti rispetto a tutti gli altri. Una superiorità confermata quella di Cannonball, da anni il più grande sprinter in circolazione; esplosa nella sua pienezza quella di Nibali, da oggi l’immagine più bella del ciclismo italiano che finalmente potrà contare su un fuoriclasse capace di vincere tutte le corse a tappe, anche il Tour quando lo correrà. Così nel giorno dell’apoteosi di Nibali, il primo siciliano a trionfare in maglia rosa, dopo due acuti consecutivi, uno più emozionante dell’altro, nella crono di Polsa e nella neve delle Tre Cime di Lavaredo, non sorprende che a Brescia, dove il Giro si concludeva per la prima volta, Cavendish abbia fatto pokerissimo o meglio scala reale, inanellando il quinto successo in questo Giro, una “manita” favolosa perché in pratica il campione dell’isola di Man ha centrato cinque tappe sulle sette pianeggianti di questa edizione. E con questo successo Cav ha riconquistato la maglia rossa di leader della classifica a punti che nella tappa finale era simbolicamente indossata da Nibali sotto la maglia rosa. Di fatto si sono persi per strada i suoi rivali più minacciosi: cioè Mattew Goss, mai pervenuto in questo Giro, e il tedesco John Degenkolb, che con un po’ di fortuna ha vinto a Matera approfittando di una capitombolo generale ma che dopo qualche tappa inzuppato di pioggia ha preferito ritirarsi. Cavendish al contrario ha tenacemente scalato tutte le montagne, con umiltà nelle retrovie, talvolta in compagnia anche di Appolonio, ultimo in classifica generale a 4 ore 28 minuti e 3 secondi di distacco da Nibali: un fuoriclasse che adesso si prepara a dare spettacolo anche al Tour.

Al Tour in tanti vorrebbero spingere anche Nibali. Ma lo Squalo è cauto: conosce quanto ha speso nel gelo di questo Giro e sa perfettamente ciò che richiede il Tour per essere in grado di competere per la maglia gialla. Il Nibali visto nelle tre settimane da Napoli a Brescia, a detta di tutti e anche di Merckx, ha tutte le carte in regole per vincere anche a Parigi. E i tifosi – era dai tempi di Pantani che non c’era tanto entusiasmo per un corridore italiano – vorrebbero vederlo contro Contador, Froome e anche quel Wiggins che ha profondamente deluso al Giro come del resto Hesjedal. Tanto che Nibali si è trovato praticamente presto solo dei tre grandi favoriti della vigilia. In corsa ha provato a sfidarlo un generoso Cadel Evans ma è stato un tentativo velleitario: il passare degli anni ha appesantito il campione australiano che con orgoglio è rimasto comunque aggrappato, come terzo, al podio. Di fatto l’unica lontana insidia per la leadership di Nibali è venuta dalla colonia colombiana, ormai una realtà del ciclismo globale d’oggi, ma Rigoberto Uran – secondo – e Carlo Betancur – maglia bianca del migliore giovane – sono serviti solo ad animare una corsa che aveva già designato chi fosse il suo padrone nella cronometro di Saltara, il primo momento topico del Giro. Una tappa in cui Nibali, invece che essere travolto dalla forza di Wiggins, ha addirittura conquistato la maglia rosa, demolendo il morale del rivale inglese già a pezzi dopo la disarmante prova di fragilità nella viscida discesa verso di Pescara. A completare un Giro sotto il segno della Sicilia non c’è solo l’incoronazione di Nibali: da sottolineare anche la rinascita di un corridore che sembrava perso, Giovanni Visconti, vincitore di due tappe per distacco, sul Galibier e a Vicenza. Con lo Squalo dell’Astana, Cavendish e i colombiani la nota più bella del “fight for pink” 2013.

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