Condividi

Gas: prospettive italiane ed europee

STUDIO DI SETTORE CDP – Sebbene nel corso degli ultimi anni i Paesi Ue abbiano assunto una posizione di leadership nella promozione dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili, il gas rappresenta ancora un asse portante per la crescita del sistema, coprendo oltre un quarto dei consumi finali di energia.

Gas: prospettive italiane ed europee

Il mercato del gas naturale sta attraversando un periodo di profondi mutamenti. In uno scenario di costante sviluppo dei consumi – cresciuti nel periodo 1995-2011 con un tasso medio annuo del 2,7% e previsti in espansione dell’1,7% medio annuo nell’orizzonte 2012-2035 – una serie di fattori contribuiscono a ridefinire in modo sostanziale gli equilibri geopolitici globali, attuali e prospettici.

Si stanno affacciando sulla scena nuovi Paesi produttori, in particolare in Medio Oriente, nell’area del Caspio e nel Sud-Est Asiatico, mentre dal lato della domanda si afferma con sempre maggior forza il ruolo di traino delle economie emergenti sudamericane, della Cina e dell’India. Contestualmente, gli Stati Uniti, fino a pochi anni fa importatori netti, grazie alla produzione di ingenti quantità di gas non convenzionale hanno raggiunto una sostanziale autosufficienza e si candidano a diventare un potenziale Paese esportatore. Queste tendenze determinano nuovi assetti nelle diverse regioni, con un impatto significativo sugli equilibri di domanda e offerta e sui meccanismi di formazione del prezzo.

In linea generale, l’allontanamento dei campi di produzione dai centri di consumo rende sempre più necessario il ricorso al commercio internazionale per soddisfare i fabbisogni di gas nei singoli mercati nazionali. In questo contesto globale, il trasporto di gas via nave è quello maggiormente in grado di rispondere in tempi rapidi all’emergere di nuove componenti di domanda, grazie alle sue caratteristiche di flessibilità. Questa circostanza risulta particolarmente rilevante in alcune aree come l’Estremo Oriente, il Nord e il Sud America dove la localizzazione dei giacimenti da un lato, la relativa scarsità di gasdotti dall’altro, rischiano di isolare i mercati, ostacolando l’incontro tra domanda e offerta.

Peraltro, è importante evidenziare come il Gas Naturale Liquefatto (Gnl) possa contribuire, in prospettiva, a superare la regionalizzazione che ancora oggi contraddistingue il mercato internazionale del gas, caratterizzato da diverse zone di formazione del prezzo, con dinamiche di domanda, offerta e fornitura estremamente disomogenee tra loro. A mercati come quello nordamericano – resi sempre più liquidi dall’immissione di ingenti quantità di gas, anche non convenzionale – infatti, si contrappongono aree come il Sud-Est asiatico, la cui completa dipendenza dall’estero per la copertura del fabbisogno, rende particolarmente rigida la struttura del settore.

Queste circostanze si riflettono nelle dinamiche dei prezzi, maggiormente legate alla componente spot  nel primo caso, regolate in larga misura da contratti Take-or-Pay (ToP) di lungo periodo nel secondo. Solo l’incremento delle relazioni internazionali e dei flussi di scambio potrà contribuire in modo significativo a una progressiva convergenza dei diversi mercati, con un impatto positivo sulla diversificazione degli approvvigionamenti, sulla competitività tra fonti alternative e sulle condizioni di fornitura all’utenza finale.

In questo contesto, l’Europa si trova in mezzo al guado. Sebbene nel corso degli ultimi anni i Paesi Ue abbiano assunto una posizione di leadership nella promozione dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili, il gas rappresenta ancora un asse portante per la crescita del sistema, coprendo oltre un quarto dei consumi finali di energia. In prospettiva, peraltro, questo ruolo è destinato a consolidarsi sia in virtù dell’impatto ambientale relativamente contenuto, sia per effetto del declino nell’utilizzo del petrolio e del nucleare.

Scarica in allegato lo studio della Cassa Depositi e Prestiti “Il mercato del gas naturale in Italia: lo sviluppo delle infrastrutture nel contesto europeo”.


Allegati: Studio di Settore 03.pdf

Commenta