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ELEZIONI REGIONALI – Veneto e Liguria, il voto del Nord può decidere la partita a livello nazionale

ELEZIONI REGIONALI – Domenica si vota in 7 regioni tra cui Veneto e Liguria, dove il risultato può decidere gli equilibri generali – In Veneto i sondaggi danno per favorito il governatore leghista uscente Zaia ma bisognerà vedere quanti voti gli sottrarrà Tosi e il Pd spera di approfittarne – In Liguria invece la spaccatura in casa Pd può favorire Toti

ELEZIONI REGIONALI – Veneto e Liguria, il voto del Nord può decidere la partita a livello nazionale

Domenica prossima, 31 maggio, vanno al voto 7 regioni, con tornata elettorale secca, senza ballottaggio. Due Regioni del Nord (Liguria e Veneto), tre del Centro (Toscana, Marche e Umbria) e due del Sud (Campania e Puglia) chiamano i loro cittadini alle urne – dalle 7 alle 23 – per  rinnovare il presidente e la giunta regionale in sette regioni. Nello stesso giorno si svolgeranno le elezioni amministrative in 1.062 comuni, tra cui 18 capoluoghi di provincia.

Le due regioni del Nord, Liguria e Veneto, sono proprio tra quelle dove l’esito è più incerto. Le rispettive maggioranze uscenti e strafavorite per la riconferma stanno infatti facendo di tutto per complicarsi la vita: mentre però in Veneto il “ribelle” Flavio Tosi non dovrebbe impedire alla Lega di tenere le mani sulla roccaforte con Luca Zaia, a Genova e dintorni la lista civatiana di Luca Pastorino sembra mettere in difficoltà la lista ufficiale del Pd capeggiata da Raffaella Paita, con il pericoloso (per il partito di governo) risultato di rimettere in gioco il candidato del centrodestra Giovanni Toti, che inizialmente non aveva nessuna speranza di successo. O nella migliore delle ipotesi di azzoppare la stessa Paita costringendola, in caso di vittoria di misura, alle larghe intese.

LIGURIA

Alle origini del possibile autogol in arrivo in Liguria c’è la spaccatura del Partito democratico durante le primarie per scegliere il candidato alla presidenza: Raffaela Paita, renziana, ha ottenuto la candidatura superando Sergio Cofferati, che ha denunciato irregolarità e brogli. Paita, assessora regionale alle infrastrutture nella Giunta Burlando, è anche indagata per omicidio e disastro colposo per le alluvioni di Genova, il 9 e 10 ottobre 2014, anche se l’interessata si è ampiamente difesa. Dopo le primarie si è così aggiunto alla corsa

Luca Pastorino, anche lui del Pd ma vicino al dissidente Pippo Civati: si è dimesso da parlamentare e si è candidato per la presidenza, e secondo alcuni sondaggi potrebbe raccogliere fino al 13-14% delle preferenze, togliendoli ovviamente alla Paita.

Giovanni Toti da parte sua non ha dovuto far altro che condurre una campagna elettorale attendista, approfittando della diatriba interna al Pd, che potrebbe persino regalargli una vittoria a sorpresa. Da non sottovalutare anche la conferma del Movimento 5 Stelle, con Alice Salvatore accreditata di un consenso superiore al 20%.

Sondaggi. Secondo il recente sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Raffaella Paita, che ha governato negli ultimi cinque anni nella giunta di Claudio Burlando, è in testa, con un consenso tra il 28 e il 31% (altri sondaggi la portano al massimo al 33%). Giovanni Toti è invece tra il 26 e il 29% (altri arrivano al 31%), Luca Pastorino tra il 10 e il 14%, e Alice Salvatore tra il 21 e il 22%.

Candidati. Raffaella Paita (Partito Democratico), Luca Pastorino (Sinistra ecologia libertà, Rifondazione comunista), Giovanni Toti (Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia, Nuovo Psi, Riformisti, Area popolare, Liberali), Alice Salvatore (Movimento 5 Stelle), Antonio Bruno (Progetto Altra Liguria), Enrico Musso (Liguria libera), Matteo Piccardi (Partito comunista dei lavoratori), Mirella Batini (Fratellanza donne).

VENETO

In Veneto il candidato favorito è, nonostante la scissione all’interno della Lega Nord, il presidente uscente Luca Zaia. Anche se dovrà fronteggiare il suo ex compagno di partito e sindaco di Verona Flavio Tosi, che è uscito polemicamente dalla Lega Nord e si è candidato con una lista autonoma. Quest’ultima però non sembrerebbe, stando ai sondaggi, racimolare abbastanza voti (a dispetto della grande popolarità di Tosi tra i cittadini veneti) né per insidiare la riconferma di Zaia né tantomento, come potrebbe invece accadere a parti invertite in Liguria, per avvantaggiare qualche partito concorrente.

Il candidato del Pd è la vicentina doc Alessandra Moretti, che potrebbe raccogliere un voto su 3, ma a distanza di almeno 10 punti percentuali rispetto a quelli che ci si aspetta che otterrà il presidente uscente. Nonostante un apparente ottimismo della dirigenza nazionale – Maria Elena Boschi il fine settimana scorso parlava addirittura di vittoria anche in Veneto – il premier Matteo Renzi, che ha apertamente sostenuto la Moretti, si mostra prudente.

Sondaggi. Secondo gli ultimi sondaggi Luca Zaia è in vantaggio, con consensi tra il 42 e il 45%, seguito da Alessandra Moretti, tra il 31 e il 34%: una distanza dunque di 10 punti abbondanti. Flavio Tosi è dato tra l’8 e l’11%, una performance che potrebbe essere anche inferiore a quella Jacopo Berti del Movimento 5 Stelle, pronosticato tra il 10 e 13%.

Candidati. Alessandra Moretti (Partito Democratico), Luca Zaia (Lega Nord, Forza Italia), Flavio Tosi (Lista autonoma), Jacopo Berti (Movimento 5 Stelle), Alessio Morosin (Indipendenza veneta), Laura Di Lucia Coletti (L’altro Veneto) e Sebastiano Sartori (Forza nuova).

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