Condividi

Dissesto idrogeologico: primi fondi alle Regioni ma la strategia dov’è?

Distribuiti alle Regioni 315 milioni di euro per lavori urgenti e indifferibili – Il nuovo governo promette il green new deal ma per ora la strategia non si vede.

Dissesto idrogeologico: primi fondi alle Regioni ma la strategia dov’è?

Potenziare le politiche sul dissesto idrogeologico, dice l’accordo di governo tra Pd e Cinquestelle. E se non sono concetti astratti vuol dire che già nella prossima legge di bilancio bisognerà stanziare risorse per non assistere ad altre sciagure. Un punto programmatico serio, molto sentito dai territori e su cui le Regioni si faranno sentire. Il riconfermato Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, intanto, ha firmato il decreto attuativo che trasferisce alle Regioni 315 milioni di euro del Piano Stralcio del precedente governo: 263 interventi, classificati con “urgenza e indifferibilità” che in queste ore ricevono l’apprezzamento dei governatori. D’altra a parte Conte in Parlamento ha parlato di rigenerazione urbana, di interventi strutturali nell’ambito di quel green new deal, in verità ancora fumoso. 

Sono molto soddisfatto dello sblocco dei fondi, ha invece detto Stefano Bonaccini, Presidente dell’Emilia Romagna. È soddisfatto dei fondi sbloccati perché, dice, si possono portare avanti politiche di tutela del territorio di qualità in tempi rapidi. Il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha effettivamente firmato il provvedimento dopo l’approvazione della lista degli interventi ammessi a finanziamento, avvenuta a luglio. Il pacchetto di finanziamenti sulla carta, permette alle Regioni di avviare i lavori quando l’inverno è ormai alle porte e garantire  livelli di sicurezza in aree fortemente a rischio. La burocrazia centrale per distribuire i fondi?

C’è stato un miglioramento, spiega Costa, che ha consentito di velocizzare notevolmente il procedimento amministrativo. I territori – è stato detto in Conferenza Stato Regioni – sono pronti. Anche perché non dimenticano che oltre il 90% dei Comuni è in aree critiche e 7 milioni di cittadini sono in balia di calamità naturali. Di mezzo ci sono, poi, anche i cambiamenti climatici e la volontà del governo per renderli meno dannosi. Così che abbiamo, da un lato Pd e Cinquestelle che nella formazione del governo  si sono impegnati a svoltare in profondità, e dall’altro non è chiaro dove si troveranno i soldi per fare tutto quello che abbiamo sentito. 

Ritorna il punto della prossima legge di Bilancio: dove si prenderanno i soldi? Ancora Bonaccini è intervenuto per la sua Regione. Auspichiamo – ha detto – che il nuovo Governo garantisca la piena copertura economica al nostro piano regionale, anche attivando mutui con la Banca europea degli investimenti. Qualsiasi risposta è evidentemente prematura, sebbene sia necessario fare in fretta. E come il Presidente dell’Emilia aspetta segnali ancora più concreti, è fuori dubbio che anche le altre Regioni non saranno indifferenti alle decisioni del Conte 2. Magari in relazione anche alla sua durata non sempre stimata lunga.

Conte ha insistito sul green new deal come paradigma di una strategia di lungo respiro, ma nessuno ancora ne ha percepito i contenuti veri. Se non è soltanto annunciata, dovrà essere costruita prima di tutto con investimenti pubblici e poi attraverso sinergie e collaborazione con imprese e sindacati, poteri locali. “Prassi socialmente responsabili”, come dice l’Avvocato premier, che possono dire tutto e il contrario di tutto, purché l’Italia stia in piedi e non si sfarini con piogge e alluvioni.

Commenta