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Decreto sviluppo: i provvedimenti per l’export

Con il dl sviluppo, il nuovo Fondo per la crescita sostenibile potrà essere utilizzato per la promozione delle imprese all’estero e l’attrazione degli Ide esteri. Viene rafforzato l’Ice e nascono i consorzi per l’internazionalizzazione. Non ci sono novità sconvolgenti, ma il bilancio è positivo.

Decreto sviluppo: i provvedimenti per l’export

Non tanto, ma nel Decreto sviluppo si parla un po’ anche di export ed internazionalizzazione. Non ci sono novità sconvolgenti, piuttosto qualche semplificazione normativa e – speriamo – una maggiore razionalità degli interventi.

Vediamo in breve quali sono i provvedimenti che riguardano più da vicino questa materia.

 

Fondo per la crescita sostenibile anche per la promozione all’estero

Uno dei punti cardini del dl varato venerdì dal Consiglio dei ministri è il “Fondo per la crescita sostenibile”, che deriva dal riordino del fondo speciale rotativo sull’innovazione tecnologica (ex FIT). Il Fondo si pone come obiettivo prioritario il finanziamento di programmi ed interventi per la competitività e il sostegno dell’apparato produttivo sulla base di progetti di rilevante interesse nazionale, articolati su tre linee strategiche: 1) la promozione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione; 2) il rilancio di aree che versano in situazioni di crisi tramite la sottoscrizione di accordi di programma; 3) la promozione della presenza internazionale delle imprese e l’attrazione di investimenti dall’estero. Per ogni obbiettivo è istituita una sezione dedicata nell’ambito del Fondo.

Per raccogliere le disponibilità necessarie per il Fondo, si prevede l’abrogazione di 43 norme di agevolazione alle imprese, gestite dal MiSE (fra cui la legge n. 488/1992 e quelle relative alla programmazione negoziata ovvero i Contratti di Programma, i Contratti di Localizzazione e i Contratti d’area). Si andranno così a recuperare circa 650 milioni di euro nel 2012, più altri 200 milioni negli anni successivi, ai quali si aggiungono le risorse del “Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI)” istituito presso Cassa Depositi e Prestiti S.p.a. stimabili in circa 1,2 miliardi di euro.

Le somme potranno essere utilizzate per finanziamenti agevolati che prevedono rientri e, limitatamente agli interventi finanziati dall’UE e dalle Regioni, anche ad altre forme di agevolazione, ad eccezione del credito di imposta. Si aboliscono gli interventi a fondo perduto.

Le modalità di utilizzo del Fondo per la promozione della presenza internazionale delle imprese e l’attrazione di investimenti dall’estero devono essere definite nei prossimi mesi, ma si tratta comunque di uno strumento importante e da seguire con attenzione.

 

Le norme soppresse

Fra le 43 norme soppresse dal dl sviluppo, 4 riguardano direttamente misure e contributi per operazioni di internazionalizzazione. Si tratta di:

Queste norme riguardavano, a vario titolo, contributi per i consorzi all’esportazione o per altre attività promozionali. E’ chiara l’intenzione di concentrare i primi contributi sui nuovi consorzi all’internazionalizzazione, le seconde attività nel generale quadro di iniziative programmate dal nuovo ICE: quindi la loro abrogazione è più che logica e benvenuta.

 

Novità per ICE ed Enit

Vengono introdotte ulteriori misure organizzative per l’avvio e il potenziamento dell’attività dell’ICE. In particolare è fissata a 450 (invece che 300, come in precedenza) la dotazione organica dell’Agenzia con la conseguente entrata nei ruoli del Mise del rimanente personale dipendente.

Viene prevista nella Cabina di regia la presenza del Ministro con delega al turismo, del Ministro delle politiche agricole, del Presidente della Conferenza delle Regioni e del sistema cooperativo.

Viene inoltre avviata la riorganizzazione della rete Enit all’estero. Il progressivo assorbimento delle 25 sedi all’estero dell’Enit in quelle del Ministero degli Affari Esteri comporterà un risparmio pressoché integrale della spesa di funzionamento, stimabile in oltre 12,7 milioni di euro.

Come già previsto per la nuova Agenzia ICE, è prevista una significativa riorganizzazione dell’impiego del personale Enit a fronte di una mission e di attività che guardano in massima parte al contesto internazionale.

Su questo fronte si poteva avere anche un po’ più di coraggio nei tagli, visto che l’Enit è un ente ormai vuoto, in quanto le sue competenze sono state trasferite alle regioni. Poteva essere abolito, passando le residue competenze all’ICE o alle regioni e vendendo o mettendo a frutto le sedi italiane ed estere. Ma almeno è stato fatto un primo passo.

 

Sostegno all’internazionalizzazione

La norma (art. 42) riordina e semplifica le procedure relative al Fondo per l’internazionalizzazione istituito dalla Legge 394/81 e gestito da SIMEST, istituendo inoltre una riserva pari al 70% delle risorse per le PMI. In particolare, essa stabilisce che i termini, le modalità e le condizioni degli

interventi, le attività e gli obblighi del gestore, le funzioni di controllo nonché la composizione e i compiti del Comitato per l’amministrazione di tale Fondo sono determinati con decreto di natura non regolamentare del Ministro dello sviluppo economico.

 

Nascono i consorzi per l’internazionalizzazione

Sono istituiti i consorzi per l’internazionalizzazione, la cui mission sarà indirizzata alle nuove forme di internazionalizzazione, alla formazione, alla promozione del Made in Italy. Essi infatti hanno per oggetto la diffusione internazionale dei prodotti e dei servizi delle piccole e medie imprese nonché il supporto alla loro presenza nei mercati esteri, anche attraverso la collaborazione e il partenariato con imprese estere.

Sono, inoltre, estesi i settori di appartenenza delle aziende consorziate a quelli dei servizi e del commercio e dell’agroalimentare.

La composizione dei nuovi consorzi viene aperta anche alla possibile partecipazione di enti pubblici e privati, di banche e di imprese di grandi dimensioni. Sono confermati i contributi del Ministero dello sviluppo economico per sostenere i progetti di internazionalizzazione. Tali contributi andranno a copertura di non più del 50 per cento delle spese sostenute dai consorzi per l’esecuzione di progetti per l’internazionalizzazione, da realizzare anche attraverso contratti di rete con piccole e medie imprese non consorziate. I progetti possono avere durata pluriennale, con ripartizione delle spese per singole annualità. I requisiti soggettivi, i criteri e le modalità per la concessione dei contributi verranno stabiliti con decreto di natura non regolamentare del Ministro dello sviluppo economico, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del dl sviluppo.

Al fine di evitare la dispersione delle risorse in interventi di ridotta entità, i contributi per sostenere i progetti per l’internazionalizzazione di vari Enti, Organismi o Associazioni sono ora concentrati solo sui progetti realizzati dai nuovi Consorzi per l’internazionalizzazione, dalle Camere di Commercio italiane all’estero e dalle associazioni di categoria.

 

Tutela del Made in Italy: le sanzioni affidate alle Camere di commercio

Si affida al sistema delle Camere di commercio il potere sanzionatorio in caso di violazione delle disposizioni previste in materia di Made in Italy che impone ai soggetti titolari o licenziatari di marchi di accompagnare i prodotti o le merci o con indicazioni precise ed evidenti sull’origine o provenienza estera, o comunque sufficienti ad evitare qualsiasi fraintendimento del consumatore sull’effettiva origine del prodotto.

L’obiettivo è quello di rafforzare l’azione di contrasto a quelle condotte illecite di uso del marchio con modalità tali da indurre il consumatore a ritenere che il prodotto o la merce sia di origine italiana, in coerenza con la normativa europea sull’origine.

 

Un commento finale

Come dicevo prima, non ci sono novità estremamente rilevanti nel dl sviluppo sulle attività di export ed internazionalizzazione delle nostre imprese. Mancano soprattutto i due punti fondamentali per la crescita della presenza delle nostre imprese sui mercati esteri: il rafforzamento fra gli interventi (assicurativi e finanziari) di sostegno alle esportazioni ed il credito dal sistema bancario; l’ampliamento della strumentazione per il supporto agli investimenti esteri delle nostre imprese.

Dal punto di vista della promozione del Made in Italy invece sono stati fatti buoni passi avanti, con la possibilità di utilizzare il Fondo per la crescita sostenibile anche a tale scopo, il rafforzamento dell’Ice, la nascita dei Consorzi per l’internazionalizzazione e il ruolo centrale delle Camere di commercio nel decidere le sanzioni per la tutela del Made in Italy. Non è molto, ma comunque è qualcosa, sperando che i miglioramenti non finiscano qui.

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