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Costituzione, via in Aula al Senato l’esame della riforma

Domani alle 13 scadrà il termine per la presentazione degli emendamenti – I voti sulle proposte di modifica dovrebbero iniziare a partire da mercoledì – Il Movimento 5 Stelle ha già annunciato battaglia: “Inizia la settimana delle riforme. Ci ritroviamo a dover difendere la Costituzione, e lo faremo con le unghie e con i denti”.

Costituzione, via in Aula al Senato l’esame della riforma

Archiviata la girandola dei rinvii, ha preso il via oggi in Aula al Senato l’esame del pacchetto di riforme costituzionali, che comprende la rivoluzione della stessa assemblea di Palazzo Madama. Dopo gli interventi dei relatori Anna Finocchiaro (Pd) e Roberto Calderoli (Lega), inizia la discussione generale, che proseguirà anche domani. Sempre domani, alle ore 13, scadrà il termine per la presentazione degli emendamenti. Le votazioni sulle proposte di modifica dovrebbero iniziare mercoledì.

Il Movimento 5 Stelle ha già annunciato battaglia: “Inizia la settimana delle riforme. Ci ritroviamo a dover difendere la Costituzione, e lo faremo con le unghie e con i denti”, ha detto Barbara Lezzi, portavoce grillina al Senato.

“Ha inizio la lunga battaglia parlamentare del Movimento 5 Stelle in difesa dei valori della Costituzione – si legge ancora su Facebook -. Difenderemo con i denti quello che migliaia di uomini e donne ci hanno donato con il loro sacrificio e coraggio: il potere dei cittadini di poter votare direttamente in ogni Istituzione i loro rappresentanti. Il governo Renzi insieme a Berlusconi, rendendo il Senato non più elettivo vuole togliere dalle mani degli elettori questo diritto sacrosanto e fondamentale”.

Questa mattina sono state subito presentate due pregiudiziali di costituzionalità al disegno di legge: la prima reca le firme dei senatori pentastellati, mentre la seconda arriva da Sel e da alcuni ex M5S. Entrambe chiedono che non si approvi il testo delle riforme costituzionali così come messo a punto dalla commissione di Palazzo Madama. 

Nel testo a firma Sel-Misto, inoltre, si legge che “l’elezione di secondo grado del Senato è una violazione della Costituzione, la sua revisione è di competenza delle Camere e non del governo, la prospettata riforma del bicameralismo rischia di determinar effetti distorsivi nel rapporto fra i poteri dello Stato e non determina alcun risparmio ma si traduce invece in uno spreco di risorse”.

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