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Comincia la campagna d’autunno del Tesoro per raccogliere 122 miliardi: oggi asta Ctz

Parte oggi la campagna del Tesoro per raccogliere 122 miliardi: primo test l’asta Ctz ma i venti della crisi politica, che hanno già fatto risalire lo spread, si faranno sentire nei prossimi giorni con l’asta dei Btp – Piazza Affari cerca il riscatto dopo il tracollo che ha colpito quasi tutte le blue chips affondando banche e Mediaset – Brilla Facebook

Comincia la campagna d’autunno del Tesoro per raccogliere 122 miliardi: oggi asta Ctz

ASTA CTZ, COMINCIA L’AUTUNNO DEL TESORO

SIRIA E IMU, DUE SILURI SU PIAZZA AFFARI  

Pesano i venti di crisi in Italia. Incombono venti di guerra sulla Siria. 

E’ in questa cornice che il Tesoro italiano inizia oggi la sua campagna d’autunno, una missione da 122 miliardi. Tanti ne dovrà raccogliere il Tesoro di qui a fine anno: arrivano infatti a scadenza 74,5 miliardi di Bot, 37,8 miliardi di Btp e 10,6 miliardi di Ctz per complessivi 122,9 miliardi. Una cifra imponente, ma non eccezionale se non verrà complicata dalla turbolenza politica. 

Si comincia stamane con il Ctz giugno 2015 verrà riaperto domani con un’offerta compresa tra 2 e 3 miliardi, cui si aggiungerà quella dei due Btp indicizzati settembre 2018 e settembre 2026 (massimo un miliardo sulle due scadenze).”Il Ctz – è la previsione di un trader interpellato da Reuter – dovrebbe ottenere una buona risposta grazie alla buona domanda domestica, mentre per i Btp temo che il Tesoro qualcosa in più dovrà pagare se permane questo clima di incertezza politica”.

A giustificare la cautela c’è il rimbalzo ieri dello spread a quota 250 punti base. La forbice  tra decennali italiani e spagnoli ha continuato a stringere portandosi a meno di 10 punti  base per la prima volta  dall’inizio di marzo del 2012 (7 pb la chiusura). Stamane anche la Spagna arriva sul mercato primario con un’offerta di 3-4 miliardi complessivi sulle scadenze a 3 e 9 mesi. 

La tornata d’aste prosegue mercoledì con l’offerta di 8,5 miliardi di Bot semestrali (su 10,062 miliardi in scadenza)  mentre giovedì si chiuderà con i Btp a 5 e 10 anni.

A WALL STREET BRILLA SOLO FACEBOOK

Tokyo – 0,2% in calo. Idem gli altri listini asiatici, da Shanghai -0,1% ad Hong Kong +0,3%. Per una giornata i mercati hanno accantonato le preoccupazioni sulle strategie dei banchieri cenrali, a partire dal tapering e messo in primo piano le preoccupazioni per lo scacchiere siriano.

La discesa è  cominciata ieri sera a Wall Street nel finale, dopo una seduta positiva. A far scattare le vendite sono state le dichiarazioni del segretario di Stato John Kerry sull’”oscenità morale” dell’uso delle armi chimiche a parte del regime siriano. La Borsa Usa sente venti di guerra. 

Alla fine della seduta Dow Jones -0,20%, S&P 500 -0,27%. Resiste il Nasdaq +0,01%.

Grande exploit di Facebook +2,6% a 41,6 dollari, nuovo massimo assoluto per il principale sito di social network, giunto al sesto rialzo nelle ultime sette sedute di Borsa. In poco più di un mese, dal 19 luglio scorso, Facebook è salita del 60% e oggi capitalizza a Wall Street 101 miliardi di dollari.

Le aspettative di una riduzione morbida degli stimoli hanno forza al Treasury Bill a 10 anni, il rendimento scende per il secondo giorno consecutivo a 2,79% (-2 punti base).

Per le Borse europee, Milano esclusa, è stata una giornata fiacca, priva di spunti particolari: Francoforte è salita dello 0,2%, Parigi ha chiuso in parità, Madrid è scesa dello 0,4%. La Borsa di Londra è rimasta chiusa per festività. 

FRANA MEDIASET, 39 BLUE CHIPS IN ROSSO

La minaccia della crisi politica ha travolto Mediaset -6,2%, fino a venerdì regina di Borsa (+120% da inizio anno). Il titolo della scuderia Berlusconi è stato anche sospeso per eccesso di ribasso.  

Mediolanum, anch’essa partecipata dalla famiglia Berlusconi, è scesa  del 3,1%, Mondadori  -1,4%. 

Non è solo la tempesta sul gruppo del Biscione ad aver procato la discesa della Borsa di Milano -2,1%, indice Ftse/Mib  sotto quota 17 mila. Le vendite dall’estero, non particolarmente forti data la chiusura della piazza di Londra, hanno preso di mira i titoli a maggior capitalizzazione, a partire dalle banche: Unicredit -3,5%, Intesa -3,3%, Ubi – 3,7%, Bper -4,58%, Banco Popolare -3,33%, Mediobanca – 4,23 e così via. 

Arretra anche Banca Popolare di Milano, che pure aveva iniziato bene la seduta grazie alle indiscrezioni su contatti in corso per possibili aggregazioni con altre banche popolari.

Al termine del lunedì nero arretrano 39 blue chips su 40 (si è salvato solo Tenaris): Fiat-2,2%, Finmeccanica -3,9%, StM-2%.

Di rilievo il capitombolo di GTech scesa del 4,6%, colpita dalle ipotesi di un incremento della tassazione sui giochi per raccogliere risorse per cancellare l’Imu.

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