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Borsa, il crollo della Juve (-17,6%) non ferma il Ftse Mib

Malgrado il tracollo del club bianconero dopo l’eliminazione dalla Champions, il Ftse Mib chiude in rialzo e scavalca la soglia psicologica del 22 mila punti base – Brillano Poste e banche

Borsa, il crollo della Juve (-17,6%) non ferma il Ftse Mib

Piazza Affari aggiorna i massimi dell’anno e conquista quota 22.000 punti, +0,37%, con Poste +5,71% e le banche in rialzo. Crolla però la Juventus (-17,63%), che vede sfumare ambizioni sportive e lauti guadagni, dopo la sconfitta ai quarti di Champions contro l’Aiax (che segna il massimo storico ad Amsterdam, +9%).

La chiusura è positiva anche per gli altri principali listini della zona euro, nonostante la revisione al ribasso (+0,5%) del pil tedesco nel 2019 e l’andamento in leggero calo di Wall Street: Francoforte 0,4%; Parigi +0,62%; Madrid +0,55%. Nel resto d’Europa: Londra +0,02%; Zurigo +0,13%.

New York è sempre alle prese con un’ondata di trimestrali e attende il Beige Book della Fed per le 20 di oggi. Bene Morgan Stanley, +2,05%, dopo i conti. La seduta è negativa invece per i titoli del settore sanitario, che temono una riforma chiamata “Medicare for all” e pensata per garantire una copertura sanitaria statale per gran parte della popolazione. In spolvero invece i produttori di chip guidati da Qualcomm (+10,56%).

Un incoraggiamento ai mercati viene dall’economia cinese, in ripresa nel primo trimestre, +6,4% (+6,3% atteso). Ne beneficia anche il settore auto, Fca +1,77%, nonostante la delusione sul lato delle vendite a livello europeo. Il fatto che la Cina si sia buttata il peggio alle spalle aveva sostenuto nella mattinata anche le quotazioni del greggio, consentendo al Brent di aggiornare il record annuale a 72 dollari, per poi discendere a 71,57 dollari al barile (-0,21%). Negativo al momento anche il Wti,  64,08 dollari (-0,17%), anche se c’è stato un calo a sorpresa delle scorte settimanali Usa.

Oro in regresso a 1274,48 dollari (-0,16%).

Euro-dollaro sempre intorno a 1,13.

Stabile l’obbligazionario. Il rendimento del Btp 10 anni è 2,62%; lo spread con il Bund cala dello 0,55% a 253.40 punti base. Ed è scontro nel governo sull’aumento dell’Iva. Il ministro dell’economia Giovanni Tria dice alle commissioni bilancio di camera e senato, che l’incremento è confermato, in assenza di misure alternative. Ma i due vicepremier lo smentiscono.

Blue chip regina di Piazza Affari è Poste, che beneficia di un report favorevole di Mediobanca. Fra le banche brillano Ubi, +3,67% e Bper +2,65. La banca modenese, che ha rilevato Unipol Banca nelle scorse settimane, vuole svilupparsi ancora per linee esterne e sa di poter contare sul colosso assicurativo bolognese, suo azionista. 

Recupera Prysmian +4,09%, che trova la giusta intonazione a seguito dell’annuncio che l’ebitda di fine anno è confermato, anche se la società ha deciso di fare accantonamenti sia per i problemi legati al cavo WesterLink, sia per le richieste di risarcimento danni in materia di Antitrust.

Sul lato vendite scoppia la bolla Juventus, cresciuta del 171% negli ultimi 12 mesi, arrivando a valere 20 volte il suo patrimonio e più del Manchester United (4 volte) che è la maggior società calcistica quotata del mondo. 

Le vendite colpiscono duramente anche Amplifon -3,65%, Diasorin -3,68%, Recordati -1,66%. Fuori dal listino principale Nexi, +0,71%, rialza un pochino la testa, dopo l’esordio di ieri in gran ribasso.

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