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Basilea 3 si allontana, lo spread scende e il Monte dei Paschi vola (+12,3%) in un vortice di scambi

Boom del Monte dei Paschi sulle ali della discesa dello spread, del rinvio in vista di Basilea3 e di un grosso ordine di acquisto che premia l’opera di rilancio del tandem Profumo-Viola: record di scambi, passa di mano il 7% – La Fed frena le Borse e l’oro, ma i nuovi dati macro degli Usa ridanno fiato ai listini e Piazza Affari chiude in rialzo dello 0,30%

Basilea 3 si allontana, lo spread scende e il Monte dei Paschi vola (+12,3%) in un vortice di scambi

I dati sulla disoccupazione Usa e l’inatteso rialzo dell’indice Ism non manifatturiero ridanno fiato alle Borse in una giornata debole e innervosita dalle minute della Fed pubblicate ieri sera che hanno messo in luce contrasti sul futuro della politica di quantitative easing. Le Borse europee chiudono in territorio positivo: Milano sale dello 0,29% e lo spread chiude a 272 punti base dopo essere sceso fino a 270. Francoforte +0,26%, Parigi +0,04%, Londra +0,7%. Madrid +0,07%. Atene sale dell’1,25%.

L’indice della fiducia dei manager Usa Ism sul comparto dei servizi è salito a dicembre a 56,1 da 54,7 di novembre. Allo stesso tempo il dato sulla disoccupazione ha indicato che gli Usa hanno creato 155 mila nuovi posti di lavoro con un tasso di disoccupazione che quindi rimane fermo al 7,7%.

Sul fronte del lavoro, in Europa martedì prossimo la Commissione Europea presenterà il nuovo rapporto sulla situazione sociale e dell’occupazione in Europa: disoccupazione a lungo termine, polarizzazione dei salari, funzionamento dei sistemi di protezione sociale sono i temi monitorati nello studio. Nell’Eurozona, dopo ormai cinque anni di crisi economica, la disoccupazione ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi vent’anni: l’11,6% nell’Eurozona a settembre è stato il massimo storico da quando Eurostat pubblica la serie statistica dal 1995. In termini assoluti significa 18 milioni e mezzo di persone senza lavoro che salgono a 25 milioni e 700 mila nell’intera Unione europea (10,6%). Allo stesso tempo emerge un altro dato: nonostante la crisi nella Ue ci sono oltre 2 milioni di posti di lavoro vacanti, non ‘coperti’ da nessuno.

In Italia oggi l’Inps ha comunicato che nel 2012 le aziende italiane hanno chiesto quasi 1,1 miliardi di ore di cassa integrazione con un aumento del 12,1% rispetto al 2011. Nel 2012 si è toccata quota 1.090 milioni a fronte dei 973 milioni del 2011. Il livello massimo è stato raggiunto due anni fa, nel 2010, con quasi 1,2 miliardi di ore autorizzate. A dicembre sono state autorizzate 86,5 milioni di ore di cig con un calo del 20,1% rispetto a novembre e un aumento del 15,3% rispetto a dicembre 2011. Nel frattempo, l’inflazione ha rialzato la testa toccando il valore medio annuo più alto dal 2008 mentre la crescita non dà segnali di ripresa: l’Istat ha comunicato che il tasso d’inflazione medio annuo per il 2012 è al 3,0%, in accelerazione rispetto al 2,8% del 2011.

A Wall Street i listini si muovono con cautela. Alla chiusura dell’Europa il Dow Jones è praticamente piatto (+0,04%) e il Nasdaq in leggero calo -0,32%. Il dollaro ha toccato il massimo da 29 mesi sullo yen sui segnali di una possibile divergenza nelle politiche monetarie dei due Paesi con la Fed divisa sul quantitative easing, Il biglietto verde tiene anche sull’euro con il cambio euro dollaro in leggero calo a 1,3043 (+0,05%). Sui timori per la fine del Qe tolgono appeal anche ai metalli preziosi. L’oro cede l’1,77% a 1.645 dollari l’oncia. Il petrolio Wti scende dello 0,30% a 92,64 dollari al barile. Intanto i rendimenti dei gilt britannici a dieci anni superano quelli della Francia per la prima volta dal 2011, innescando le speculazioni per una possibile ripresa del programma di acquisto di bond da parte della Bank of England.

A Piazza Affari balza Mps del 12,34%, sopra i 0,26 centesimi, con volumi consistenti per 837,9 milioni di pezzi di controvalore, pari al 7,17% del capitale,e dopo essere finita in asta di volatilità. Mps è tra i titoli bancari più sensibili, nel bene o nel male, allo spread. Che si sta avvicinando alla soglia dei 200 punti indicata dall’ad Fabrizio Viola lo scorso 21 dicembre per trasformare la Banca che ha in cassa 25 miliardi di Btp in “una di quelle più patrimonializzate”. Ma per gli operatori gli scambi anomali sul titolo non dipendono solo dallo spread. Mps sarebbe tra gli istituti che più beneficerebbero di modifiche all’entrata in vigore di Basilea III. In particolare circolano ipotesi relative a un eventuale slittamento delle regole sulla liquidità non entro il 2015 come inizialmente previsto ma in modo più graduale entro il 2019.

Con la discesa dello spread bene anche le altre banche: Bpm +5,09%, Mediobanca +1,85%, Banco Popolare +1,61%. Intesa +0,73% e Unicredit +0,52%.La Commissione Europea è intervenuta a favore del gruppo di Piazza Cordusio contro le limitazioni imposte dalla Germania per trasferire la liquidità dalla controllata tedesca Hypovereinsbank. Dalle segnalazioni Consob di oggi emerge che la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino ha ridotto la partecipazione in Unicredit: lo scorso 21 dicembre l’Ente è infatti sceso dal 3,856% al 2,507%.

In luce anche Fiat sale dell’ 1,62% dopo l’ulteriore crescita in Chrysler e i dati di vendita in Usa. Il Lingotto oggi ha incassato dalla Banca brasiliana statale Bndes (Banco Nacional de Desenvolvimento Economico e Social) l’erogazione di un prestito da 2,4 miliardi di real (900 milioni di euro circa) destinato a finanziare la realizzazione della nuova fabbrica di automobili di Goiana, nello Stato nordorientale di Pernambuco. La fabbrica avrà una capacità produttiva di 250 mila auto all’anno e sarà inserita all’interno di un complesso composto anche da un impianto per la produzione di motori, una pista prova e un parco industriale destinato a ospitare i fornitori di componentistica. La Fiat, ha comunicato proprio ieri, ha superato nel 2012 il suo record storico di produzione e vendite in Brasile, registrando la miglior performance nei suoi 36 anni di presenza nel Paese sudamericano.

Finmeccanica chiude debole anche se si riporta in territorio positivo a +0,09%: dopo lo slancio sui due accordi chiusi nell’ultima settimana oggi il titolo è appesantito dalla prospettiva di uno slittamento dei tempi per la cessione di Ansaldo energia. Il Messaggero scrive infatti che la vendita si realizzerà solo dopo il voto delle elezioni politiche di fine febbraio. In fondo al Ftse Mib Stm -1,5%, Ansaldo -1,37%, Telecom Italia -1,25%, Saipem -0,82%, Parmalat -0,78%.

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