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Whirlpool, slitta la trimestrale in vista della vendita della filiale europea ai cinesi o ai turchi

Massima incertezza sul futuro di Whirpool Emea: non si può escludere nemmeno che la cessione tramonti, ma è un’ipotesi che metterebbe a rischio molti posti di lavoro in Italia ed Europa – Il 3 febbraio l’incontro dei sindacati che chiamano in causa il Governo

Whirlpool, slitta la trimestrale in vista della vendita della filiale europea ai cinesi o ai turchi

Niente comunicazione agli azionisti sul primo trimestre 2023. Whirlpool ha spostato l’importante appuntamento dal 26 al 31 gennaio, secondo fonti interne perché il 26 sono previsti altri incontri stampa e quello della multinazionale del Bianco non avrebbe la necessaria rilevanza. Ma poiché sarebbe la prima volta che la data viene spostata, vien da pensare che le novità – e non solo l’andamento del trimestre – siano così clamorose da richiedere uno spostamento per avere una maggior rilevanza e un’eco stampa più ampio. 

Le ultime novità sulla vendita della filiale Emea: Midea vs Beko

Inutile chiedere alle fonti “riservate” qualche indiscrezione sulla vendita della filiale Emea. Nulla trapela se non i commenti di alcuni competitor. Innanzitutto i contendenti sono sempre due, la cinese Midea e la turca Beko. La prima perché ha un profilo spiccatamente industriale ed ha urgente necessità di trovare brand di valore per i suoi prodotti. Ha del resto acquisito, qualche anno fa, la licenza di uso del marchio italiano Ocean, mitico brand dei fratelli Nocivelli, divenuti negli anni d’oro dell’industria italiana degli elettrodomestici, un gigante con il nome Brandt Électroménagers (poi fallito in malo modo). 

Midea vanta primati mondiali nel settore della climatizzazione e da tempo ha tentato debutti non brillanti nel builtin (in Usa sta investendo massicciamente). Contro la soluzione Midea, che ha fatto l’offerta più consistente ed ha anche rilanciato, c’è la dura opposizione dei circoli governativi e non governativi americani, tradotta nei recenti provvedimenti di Biden che prevedono 369 miliardi di dollari tra agevolazioni e crediti fiscali per la transizione verde purchè sia made in Usa e comunque in funzione anti-Cina.  

Beko fa parte con Arçelik della holding turca della famiglia Koç, sta espandendosi in tutto il mondo, ha comprato brand tedeschi e giapponesi illustri ma falliti o decaduti e possiede una buona pratica manifatturiera. Ed ha investito enormi risorse nella conversione eco-compatibile dei suoi prodotti, vincendo numerosi premi internazionali. Ed è ben presente in tutta Europa, dopo aver acquisito di recente anche la grande fabbrica Whirlpool ex Indesit in Russia e quella, sempre ex-Indesit, in Turchia e con le relative grandi quote di mercato. Ma è ancorata, nell’immaginario del retail e del pubblico, alla fascia entry level

Spunta l’ipotesi di tenersi Whirlpool Emea

La terza soluzione – se non vince nessuno dei due o se non si rifà vivo il terzo misterioso competitor – sarebbe quella, ufficialmente confermata dal Ceo Marc Bitzer, di tenersi Whirlpool Emea. Ipotesi temuta poiché la mannaia di Bitzer si abbatterebbe sugli stabilimenti europei e sui dipendenti per rimettere in sesto quei conti che vanno decisamente male e che solo di recente hanno avuto un imprevisto miglioramento. 

Il 3 febbraio incontro tra i sindacati: “Mantenimento occupazionale e industriale”

Nel frattempo, le vendite dell’intero settore nel mercato europeo continuano a scendere, i listini salgono, la logistica dalla Cina va male e i costi della guerra stanno mettendo in grave crisi l’intera Europa. 

L’incontro previsto dell’11 gennaio tra i sindacati italiani e l’azienda ha prodotto un risultato di carattere esclusivamente legato al welfare aziendale poiché l’azienda si è dichiarata disponibile a erogare una cifra complessiva di 300 euro per ogni dipendente di Whirlpool. La cifra dovrebbe essere erogata come flexible benefit (senza trattenute contributive e fiscali). 

Per il 3 febbraio i segretari di Fim, Fiom e Uilm hanno convocato il coordinamento nazionale per discutere su quello che la multinazionale avrà comunicato. “Come già sostenuto nell’incontro del 11 gennaio – recita un recente comunicato delle tre segreterie – anche in quell’occasione ribadiremo che il mantenimento occupazionale e industriale in Italia, qualunque siano le ricadute della decisione del board americano, è per noi la priorità per affrontare il confronto sulla scelta della multinazionale. A tal riguardo chiederemo di affrontare i termini della comunicazione anche sul tavolo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex Mise). Tutto il coordinamento ha più volte espresso che è inaccettabile che la Direzione di Whirlpool non si sia confrontata sulle scelte strategiche e sulla presenza in Europa e in Italia con la delegazione sindacale. L’intervento del Ministero è importante per confermare il ruolo strategico che hanno i cinque stabilimenti e le sedi direzionali e commerciali per il nostro paese e che è necessario quindi garantire una continuità occupazionale e industriale”.

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