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Stampanti 3D al Salone di New York: in arrivo la nuova rivoluzione industriale?

Gli oggetti prodotti con stampanti 3D e presentati al salone di New York sono soprattutto semplici gadget – C’è chi è ottimista e parla di nuova rivoluzione industriale, soprattutto in aeronautica – Ma per gli scettici il sistema va bene per i pezzi unici, ma non può sostituire la produzione di massa: troppo alti i costi, troppo lento il processo

Stampanti 3D al Salone di New York: in arrivo la nuova rivoluzione industriale?

Qualcosa come 40 mila persone sono corse a New York, la settimana scorsa, per scoprire cosa la stampa 3D aveva da offrire a privati e imprese, scrive oggi il quotidiano francese Les Echos. I buongustai hanno cercato le torte dalle forme futuriste, prodotte da una stampante che l’azienda Usa 3D Systems commercializzerà alla fine dell’anno. Un manichino ha pedalato tutto il giorno su una bicicletta di plastica, creata in un pezzo unico dalle stampanti Stratasys.

Gli oggetti presentati al salone del 3D di New York sono soprattutto semplici gadget. E i protagonisti del settore lo ammettono: la stampa 3D, che sovrappone strati molto sottili di materiale (plastica, acciaio e altro ancora) per creare un oggetto, è ancora lontana dal rimpiazzare i metodi di produzione industriale tradizionali.

Sul lungo termine, ci sono visioni discordanti. C’è chi è ottimista, come Terry Wohlers, uno dei grandi esperti del settore negli Usa: “Ci sono voluti 20 anni perché il 3D producesse il suo primo miliardo di entrate. Poi ci sono voluti 5 anni per arrivare al secondo miliardo. E ora non ci vorranno nemmeno 3 anni per raddoppiare questa cifra”.

Alcuni medici sono intervenuti per rivelare i primi miracoli fatti nel settore della chirurgia. Altri ricercatori della Nasa, di General Electric e di Airbus hanno spiegato come il 3D abbia loro permesso di produrre pezzi estremamente complessi.

“Siamo alla vigilia di una nuova rivoluzione industriale”, ha esclamato Christine Furstoss, direttrice tecnologie presso GE Global Research. Da qui al 2020, il gruppo produrrà oltre 100 mila pezzi per l’aviazione. 

Altri si mostrano più scettici. Perché se l’aeronautica e il settore aerospaziale hanno interesse a utilizzare la stampa 3D per pezzi complessi e relativamente unici, il resto dell’industria non avrebbe gli stessi vantaggi nell’investire in questa tecnologia. “La penetrazione della stampa 3D nell’industria sarà, nella suo momento di massima ampiezza, del 10%”, spiega Daniel Cohen di McKinsey.

I problemi sono piuttosto noti. Le stampanti e i materiali sono ancora troppo cari. I privati possono trovare stampanti 3D a mille dollari. Ma le stampanti industriali costano tra i 250 mila e i 950 mila dollari. E, soprattutto, la produzione è troppo lenta per fare concorrenza al sistema tradizionale. 

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