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Sanremo, un Nibali super trionfa nella Classicissima

Lo Squalo stacca tutti con un allungo perentorio sul Poggio, regge all’inseguimento di Sagan e compagni, ottenendo forse la vittoria più bella della sua strepitosa carriera – Eddy Merckx gli ha telefonato per complimentarsi

Sanremo, un Nibali super trionfa nella Classicissima

Pagina di grande ciclismo quella scritta da Vincenzo Nibali sul traguardo di Sanremo: una vittoria strepitosa che lo colloca sempre di più nell’Olimpo dei campioni di ogni tempo. La scintilla è scoccata nella parte finale del Poggio quando con un allungo perentorio, Nibali ha lasciato secchi tutti, da Sagan a Kwiatkowski, i due grandi favoriti della vigilia: lo Squalo si è tuffato nella discesa finale domando  gli insidiosi tornanti con l’abilità e la spericolatezza che gli conosciamo. Quando la corsa ritrova l’Aurelia a 2 km e mezzo dall’arrivo, il suo vantaggio oscilla tra i 7 e gli 11 secondi. Si preannuncia un finale mozzafiato: ci sono ancora due rettilinei che non finiscono più a  dividerlo dall’apoteosi di via Roma. Nibali pedala con tutta la forza che ha dentro, senza mai voltarsi dietro. Ecco la fontana, un’icona della Sanremo ,che annuncia il vialone d’arrivo: tra lui e gli altri sono rimasti meno di cento metri che subito diventano pericolosamente meno di cinquanta,  ma il traguardo è ormai lì e Nibali ha anche il tempo di lasciare il manubrio per lanciare le braccia verso il cielo in segno di giubilo. Dietro di lui, a una manciata di secondi, Caleb Ewan precede d’un soffio Demare. Sagan, il grande sconfitto, è solo sesto.  

Per Nibali il dopo corsa è un’esplosione di gioia e commozione in mezzo alla folla che osanna il suo campione: due Giri, un Tour, una Vuelta, due Lombardia ma questo successo nella prima classica-monumento della stagione ha un sapore del tutto particolare, perché inatteso, perché tutte le attenzioni degli addetti ai lavori e dei bookmakers erano rivolti altrove: a Sagan, a Kwiatkowski, a Demare, a Van Avermaet, a tanti altri scattisti o velocisti. Nibali era fuori dai pronostici della vigilia anche perché delle grandi classiche la Sanremo, per il suo tracciato, è quella che meno si addice alle caratteristiche del fuoriclasse siciliano. Ma lo Squalo, quando partecipa a una corsa, non lo fa mai, da attaccante nato, per un semplice allenamento. E la telefonata di congratulazioni, che subito dopo l’arrivo, ha ricevuto da Eddy Merckx, il Cannibale recordman della Sanremo con sette successi, aveva il sapore della definitiva incoronazione tra i grandissimi di ogni epoca, quelli come lui capaci di vincere ovunque in un’epoca di ciclismo sempre più specializzato. E la sua vittoria, forse la più bella della sua carriera per come l’ha confezionata, illumina e nobilita una stagione ciclistica su cui incombe l’incognita del caso di doping (?) in cui sarebbe coinvolto Froome, che sta correndo sub judice in attesa che l’Uci si decida in merito alle tracce di salbutamolo rilevate in misura doppia al consentito a un controllo antidoping durante l’ultima Vuelta vinta dal campione britannico: uso terapeutico per combattere l’asma o assunzione fraudolenta per migliorare le prestazioni mascherata da una accomodante prescrizione medica?

Una situazione imbarazzante  se non si dovesse risolvere prima della partenza del Giro d’Italia cui finalmente dovrebbe partecipare il quattro volte vincitore del Tour: un caso che ricorda quello di Alberto Contador che a un controllo durante il Tour vinto del 2010 risultò positivo al clenbuterolo, un farmaco brocodilatatore proibito oltre certe dosi come il salbutamolo, che il corridore spagnolo negò mai di aver assunto finendo per incolpare una bistecca mangiata nel corso della Grande Boucle. Ritenuto colpevole dall’Uci dopo un’indagine che si protrasse per oltre un anno, Contador si vide privato non solo del suo terzo Tour conseguito nel 2010 ma anche del Giro d’Italia stravinto nel 2011. Una vicenda allucinante. Dovesse essere punito, Froome rischia di perdere la Vuelta che stando alla prassi finirebbe al secondo che fu Nibali. Sarebbe però per lo Squalo l’unica vittoria che non lo farebbe gioire. A lui piace vincere e battere tutti come ha fatto a Sanremo. 

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