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Rugby: l’Italia alla sfida impossibile con gli All Blacks

Domani alle 15 il fischio d’inizio della sfida impossibile contro i campioni del mondo in carica – Roma impazzita per gli All Blacks – Gli azzurri di Brunel ci credono, ma il Ct avverte: “Loro sono come l’Everest” – Molti cambi in entrambe le formazioni, coach Steve Hansen lascia a riposo il capitano Richie McCaw.

Rugby: l’Italia alla sfida impossibile con gli All Blacks

“Un Everest”. Così il ct azzurro Brunel ha definito la sfida di domani pomeriggio con la Nuova Zelanda. La montagna più alta di tutte, la più difficile da scalare, una cima sulla quale solo i più coraggiosi non tremano, ma noi, afferma Brunel, “siamo preparati alla scalata più impegnativa che ci sia”.

Già, perchè è di questo che si tratta, di una scalata, di un tentativo (presumibilmente vano) di sovversione dell’ordine costituito: da una parte i colossi neozelandesi che pochi giorni fa hanno tritato la Scozia, dall’altra la piccola Italia che ha sudato per avere la meglio su Tonga, il cuore dell’impero del rugby contro una sua dignitosa provincia.

Gli All blacks, poi, sono qualcosa di più di una squadra, sono un concetto, un marchio registrato, sono, soprattutto, un fenomeno che travalica lo sport per farsi culturale (in senso lato), travolgendo di passione ogni città in cui passano, come rockstar in tour. Quello che è avvenuto in questi giorni a Roma, letteralmente impazzita per i neozelandesi, in una fugace luna di miele che vedrà il suo apogeo, più ancora che nella partita, nel rituale dell’Haka che la precederà.

Dopo, però, una partita si dovrà pur disputare: il fischio d’inizio è atteso per le 15 in uno stadio Olimpico che si preannuncia gremito. L’ultima volta con gli All Blacks fu a Milano, in un San Siro strabordante. Vinsero, ça va sans dire, i neozelandesi, per 20 a 6.

Entrambi i ct schierano formazioni a sorpresa, con Castrogiovanni, Mirco Bergamasco, Orquera, Venditti e Gori che tornano in campo tra gli azzurri, mentre coach Steve Hansen ha quasi integralmente rivoluzionato il quindici che ha battuto la Scozia nell’ultima partita: confermato il solo Julian Savea. Rimarranno a guardare molti dei campioni neozelandesi, tra cui spicca il leggendario capitano Richie McCaw, che siederà addirittura in tribun.

Il confronto non sarà e non può essere pari. L’Italia dovrà cercare di chiudere tutti gli spazi, tenendo bassi i ritmi, e di sfruttare le sue qualità, in special modo la mischia chiusa, sperando di reggere in difesa. Una vittoria è fuori discussione (nel caso del rugby non vale neanche il vecchio adagio che tutto può succedere perchè la palle è rotonda), ma quello che più conta è uscire a testa alta, e dimostrare che quest’Italia può giocarsela anche con i campioni del mondo. Perchè la sfida con i più forti di tutti (reduci da 17 vittorie e 1 pareggio nelle ultime 18 partite) non è soltanto una festa, ma è il modo migliore per misurare sè stessi, come enormi bambini che segnano le tacche della propria altezza su un muro, sperando di ritrovarsi cresciuti.

Probabili formazioni:
Italia: Masi; Venditti, Benvenuti, Sgarbi, Mirco Bergamasco; Orquera, Gori; Parisse (cap.), Favaro, Zanni; Minto, Pavanello; Castrogiovanni, Ghiraldini, Lo Cicero. A disposizione: Giazzon, De Marchi, Cittadini, Geldenhuys, Mauro Bergamasco, Barbieri, Botes, McLean
Nuova Zelanda: Barrett; Gear, Conrad Smith, Nonu, Savea; Cruden, Aaron Smith; Read (capitano), Cane, Messam; Retallick, Ali Williams; Faumuina, Mealamu, Woodcock. A disposizione: Coles, Crockett, Ben Franks, Whitelock, Vito, Kerr-Barlow, Carter, Jane

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