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Roma affonda nei rifiuti, Raggi e Muraro sotto accusa

Insieme all’emergenza rifiuti esplode nella Capitale il caso Muraro, l’assessore grillina all’Ambiente già superpagata consulente dell’Ama che il Pd accusa di conflitto d’interessi e di inefficienza – Per ora la Raggi la difende ma Grillo è inquieto e non si escludono colpi di scena – MS5 rischia di inciampare proprio su un tema caldissimo per Roma come quello dei rifiuti e della trasparenza amministrativa

Roma affonda nei rifiuti, Raggi e Muraro sotto accusa

A Roma si aggrava ogni giorno di più il problema dei rifiuti, creando disagi ai cittadini oltre alle prime difficoltà politiche del neosindaco Virginia Raggi. Nelle strade della Capitale gli abitanti devono fare i conti ormai da settimane con una raccolta più inefficiente del solito, che peraltro dà un’immagine sporca e maleodorante della città proprio in uno dei periodi dell’anno con la più alta affluenza di turisti. Le mancanze dell’Ama, la municipalizzata che dovrebbe occuparsi dei rifiuti romani, non possono certo essere imputate all’amministrazione appena insediata, ma la Raggi si ritrova comunque sotto accusa per la persona a cui ha scelto di affidare il ruolo di assessore all’ambiente.

IL CASO MURARO

Si tratta di Paola Muraro, che negli ultimi giorni è stata bersagliata dalle accuse di conflitto d’interessi per i 12 anni di consulenze svolte proprio in casa Ama, che dal 2004 al giugno scorso le hanno fruttato un milione e 136mila euro. Solo nel 2015, Muraro ha incassato 115mila euro lordi per il suo ruolo di consulente sugli impianti e altri 165mila euro lordi per una consulenza tecnica di parte nel contenzioso con il consorzio Colari di Manlio Cerroni, ras dei rifiuti romani. Un incarico ricevuto nel 2014, quando il direttore generale di Ama era Giovanni Fiscon, poi coinvolto in Mafia Capitale e attualmente sotto processo.

“Hanno scritto anche del milione di euro per le mie consulenze in 12 (dodici) anni (dal 2004 al 2016) – si è difesa Muraro sul blog di Grillo – Mi faccio i conti in tasca: corrisponde a una media di 90.880 euro l’anno al lordo di tasse, previdenza, assicurazioni e spese per lo svolgimento dell’incarico. Considerando le ore prestate per la mia attività professionale si ottiene un compenso lordo pari a 76 euro al giorno. Vi sembra una cifra folle?”.

Ma, come detto, il neoassessore ha svolto anche consulenze tecniche di parte nei contenziosi. Senza contare che, nel corso degli anni, Muraro è stata consulente anche di società private come la Bioman, azienda che dal 2013 avrebbe preso dall’Ama 65 milioni di euro.

Alla luce di questi dati, sembra che Beppe Grillo sia inquieto e mediti la possibilità di scaricare Muraro. Per il momento, tuttavia, Raggi continua a difendere il suo assessore: “Sta facendo un ottimo lavoro – ha detto – Mi pare bizzarro che il Pd ne chieda le dimissioni. Considerando che Ama è stata praticamente appannaggio del Pd e del Pdl per anni, che oggi vengano a fare polemiche fa un po’ sorridere”.

Ma il presidente dimissionario di Ama, Daniele Fortini, non ha risparmiato attacchi: “Perché il primo blitz viene fatto a Rocca Cencia e non al Salario? – ha detto ad Agorà – Perché il sindaco e Muraro vanno a Rocca Cencia con la Muraro che dice ‘non c’entro niente, qui ho sempre denunciato che le cose non vanno’? A Rocca Cencia c’è un inchiesta che potrebbe riguardarla, al Salario no. Perché mi spingono ad usare l’impianto a Rocca Cencia di Cerroni? Penso che il sindaco sia estraneo a questi atteggiamenti, penso che in qualche caso sia stata manipolata da iniziative non sue. Il golpe c’è, è mirato a rimuovere chi in Ama crea ostacolo a disegni molto evidenti. Quali? Nei due incontri riservati, di cui abbiamo dato conto alla magistratura, che io e l’ingegner Filippi (ex dg Ama, ndr) abbiamo avuto con l’avvocato Manlio Cerroni presso la sede di AssoAmbiente, è stato molto esplicito. Quando noi rivendicavamo l’autonomia di Ama, il diritto di diventare un’impresa protagonista del ciclo dei rifiuti, lui ci rispondeva: ‘Siete degli illusi, tanto vi cacciano'”. 

CANTONE: TROPPI AFFARI, L’ANTICORRUZIONE È PRONTA A OCCUPARSI DEL CASO ROMA

Intanto, si inserisce nelle polemiche anche il presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone: “Il settore rifiuti a Roma potrebbe essere oggetto dell’interesse dell’Anac – ha detto in un’intervista a Il Messaggero –, come è avvenuto per la Puglia, per la Sicilia e per altre realtà. I rifiuti sono uno dei più grandi affari che girano intorno alla pubblica amministrazione: la vera questione è superare la centralità delle discariche. Cerroni aveva il pregio di essere in grado di risolvere il problema dei rifiuti nell’immediato, ma se dipendi dalle discariche, hai sempre bisogno di farne altre o, com’è avvenuto, di ampliarle a dismisura. A Roma il sistema della dipendenza dalle discariche ha creato questa situazione che è sotto gli occhi di tutti”.

Sul versante Ama, prosegue Cantone, “abbiamo verificato quanto il sistema sia farraginoso e quanto sia un’azienda troppo grande per poter facilmente funzionare”, mentre il presidente dimissionario Daniele Fortini è “un tipo molto competente: sono convinto che sia un professionista che conosce bene la materia. Ma mi astengo dal giudizio su come ha operato, anche perché è arrivato all’Ama da pochissimo tempo. Trovando una situazione che era nota a tutti. Soprattutto sul piano delle assunzioni clientelari e degli appalti, che sono stati dati anche a Buzzi e ad altri soggetti legati a Mafia Capitale”.

LA RICETTA RAGGI PER I RIFIUTI

In questo contesto, rimangono i problemi pratici dei cittadini da risolvere. “Roma Capitale deve procedere alla riorganizzazione di Ama spa – ha detto il neosindaco Raggi nel corso della presentazione delle linee programmatiche della sua giunta in assemblea capitolina –, che incautamente in questi ultimi anni non si è dotata delle infrastrutture impiantistiche necessarie, offrendo opportunità a gruppi privati e ad Acea spa di inserirsi nel settore di attività proprio di Ama. Di fatto, Ama spa è stata relegata a svolgere mera attività di raccolta, trasbordo, trasporto e scarico in discarica, con enormi costi di dotazione per contenitori, veicoli e mezzi”.

Raggi ha poi ricordato i numeri attuali di Ama spa: “Oltre 600 milioni di euro di debiti, di cui 200 milioni verso fornitori, oltre 35 milioni di euro annui verso il pool di banche che la sostiene; 250 milioni di costi per la esportazione di rifiuti; circa 7500 dipendenti; una flotta di veicoli acquistati per oltre 200 milioni nel 2009 e 2010″. 

Il sindaco ha poi spiegato che la politica per la gestione dei rifiuti urbani a Roma “poggerà sui primi tre passi della gerarchia europea: riduzione, riuso e recupero di materia. Gli obiettivi sono necessariamente perseguiti adottando i seguenti concetti: prevenzione e riduzione dei rifiuti; raccolta differenziata e riciclo; monitoraggio e controllo; gestione di Ama, che sconta alti costi industriali per tonnellata trattata e per tonnellata di raccolta differenziata conferita e ha bassi indici di efficienza nella pulizia stradale e nella manutenzione dei cassonetti su strada. L’intero parco impianti Ama spa soffre di deficit manutentivi da tre anni”.

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