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Riforma Irpef: ecco chi ci guadagna di più

Stando a un’analisi dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, la fascia di reddito che otterrà i maggiori vantaggi è quella fra i 42 e i 54mila euro. Al 50% più povero delle famiglie sono destinati 1,9 miliardi

Riforma Irpef: ecco chi ci guadagna di più

Chi guadagna di più dalla riforma dell’Irpef? Secondo un’analisi dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, il risparmio fiscale più corposo (765 euro) si avrà nella fascia di reddito imponibile fra 42 e 54 mila euro. Per intendersi, chi guadagna fra 3.500 e 4.500 euro lordi al mese.

Sopra questa fascia (in cui rientra il 3,3% della platea e a cui è destinato il 14,1% delle risorse) il vantaggio diminuisce: 490 euro fra 54 e 78mila euro di reddito, 268 euro fra 78 e 102mila euro e 269 euro oltre i 102mila euro.

Per quanto riguarda la fascia di reddito più bassa, fra 6 e 12mila euro, il risparmio annuo è di 64 euro, che salgono a 229 fra 12 e 18mila euro grazie all’aumento delle detrazioni.

I redditi medio-bassi, invece, otterranno di meno: 204 euro fra 18mila e 24mila euro, 155 euro fra 24mila e 30mila euro e 330 euro fra 30mila e 42mila euro.

Nel complesso, fra coloro che pagano l’Irpef, la metà incasserà un beneficio annuo inferiore a 185 euro, mentre per il 12,5% il risparmio sarà superiore a 500 euro.

La riforma in cantiere – che inizierà a farsi sentire su pensioni e buste paga a partire da marzo – prevede la riduzione degli scaglioni da cinque a quattro, il taglio delle due aliquote centrali (dal 27 al 25% sulla fascia di reddito 15mila-28mila euro e dal 38 al 35% su quella successiva, da 28 a 50mila euro), oltre a una revisione profonda del sistema delle detrazioni.

L’intervento vale complessivamente sette miliardi di euro e – sempre secondo l’Upb – al 50% più povero delle famiglie che pagano l’Irpef sono destinati 1,9 miliardi, mentre il 10% più ricco riceverà 1,6 miliardi.

Poi ci sono gli incapienti, ossia il 20% di tutte le famiglie italiane, che non guadagnano abbastanza da pagare l’Irpef e quindi non otterranno alcun beneficio dalla riforma. “Se le future politiche sociali vorranno sostenere i redditi delle famiglie più povere – spiega l’Upb – dovranno affidarsi a strumenti diversi dall’Irpef, quali trasferimenti monetari diretti o meccanismi di imposta negativa”.

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