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Quota 100, anticipo Tfr statali: interessi a carico dei pensionati

Gli statali che andranno in pensione con quota 100 rischieranno di aspettare fino a 7 anni per ricevere il Tfr – Per evitare questa attesa, il ministro Bongiorno ha parlato di un sistema di finanziamenti bancari: il problema è che gli interessi, a quanto pare, non saranno interamente a carico dello Stato

Quota 100, anticipo Tfr statali: interessi a carico dei pensionati

Il decreto su quota 100 dovrebbe essere approvato giovedì dal Consiglio dei ministri, ma alcune questioni sono ancora irrisolte, a cominciare dal problema del Tfr (o del Tfs) agli statali.

La ministra della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, aveva assicurato che i dipendenti pubblici non sarebbero stati penalizzati in alcun modo. Eppure, tutte le bozze del decreto che sono circolate prevedono uno svantaggio non da poco.

Per ricevere il trattamento di fine rapporto, infatti, gli statali che sceglieranno di andare in pensione anticipata con quota 100 dovranno aspettare i termini previsti dalla legge Fornero. Il problema è che, in base a questi criteri, i dipendenti del pubblico impiego già incassano il Tfr circa due anni dopo essere andati in pensione di vecchiaia.

Ora, considerando che da quest’anno quota 100 permette di andare in pensione al più presto a 62 anni, mentre l’età minima per la pensione di vecchiaia è salita 67 anni, gli statali rischiano di dover aspettare fino a sette anni prima di ricevere il Tfr.

“Vogliamo trovare una soluzione – aveva detto Bongiorno – che consenta mediante un sistema di finanziamenti bancari, i cui interessi saranno a carico dello Stato, di abbattere i tempi”, in modo da fare avere ai pensionati il Tfr “al momento della cessazione del lavoro”. Peccato che poi la stessa ministra si sia corretta, precisando che una parte degli interessi bancari sarebbero stati a carico dei dipendenti.

Questa ipotesi ha scatenato l’ira dei sindacati: “Se l’idea fosse quella di far pagare ai lavoratori l’onere connesso all’anticipazione della liquidazione maturata, per far fronte al differimento dei pagamento dei trattamenti dovuti – ha detto Maurizio Petriccioli, segretario generale della Fp Cisl – la nostra valutazione sarebbe senz’altro negativa”.

Sulla stessa linea Serena Sorrentino, segretaria generale della Fp Cgil: “È un problema del governo aver determinato una disparità di trattamento tra lavoratori pubblici e privati e una penalizzazione per i dipendenti pubblici e ora, addirittura, dovrebbero pagare in parte il percepimento anticipato del Tfr/ Tfs che è, ricordiamolo, accantonamento di parte di salario. Non ci stiamo, contrasteremo questa ingiustizia”.

Anche per questa ragione, Cgil, Cisl e Uil hanno convocato una manifestazione nazionale per il 9 febbraio.

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