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Poteri pubblici e impresa: cosa blocca l’economia italiana

Il Paese è ingessato e il cambiamento della Pubblica amministrazione non si improvvisa ma richiede un’azione mirata e continua, lontana dai riflettori, che potrà dare risultati nel tempo per i quali le nuove generazioni saranno grati

Poteri pubblici e impresa: cosa blocca l’economia italiana

Pubblichiamo di seguito le conclusioni dell’intervento che Stefano Micossi, Direttore Generale di Assonime, ha tenuto nell’ambito del Convegno organizzato dalla Banca d’Italia e dal Consiglio di Stato sulla “Giustizia amministrativa ed esigenze del sistema economico”.

Micossi si è soffermato in particolare sui fattori che bloccano lo sviluppo dell’economia italiana.

Ecco di seguito le sue parole:

Negli ultimi dieci anni sono state intraprese numerose riforme dell’amministrazione per migliorare l’ambiente per fare impresa. Ciononostante, si è rafforzata la percezione di un Paese ingessato, che opera molto al di sotto delle sue potenzialità.

Dove le precedenti legislature, pur partite con l’annuncio di grandi cambiamenti, hanno mancato è nell’avere presto perso la rotta. Si è preferito concentrarsi su facili bersagli (i burocrati, i fannulloni) e facili soluzioni (i tornelli), piuttosto che sui veri nodi.

Nella nostra pubblica amministrazione vi sono risorse umane di valore che vanno messe in condizione di lavorare e che bisogna coinvolgere nel processo di rinnovamento, invece che indicare al pubblico ludibrio per guadagnare facile popolarità.

Per affrontare le maggiori sfide, che sono quelle del miglioramento della qualità della normativa, della valorizzazione del ruolo della pubblica amministrazione al servizio della collettività, della modernizzazione del sistema dei controlli, serve un’azione coerente e continua, anche lontano dai riflettori. I risultati richiedono tempo, ma le nuove generazioni ne saranno grate.

 

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