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Piazza Affari, blackout Enel: troppo lenta la discesa del debito

Dopo la pubblicazione dei conti, il titolo della società energetica precipita in Borsa (tocca anche il -5%): la spiegazione va trovata nella fallimentare campagna di Spagna ma anche nella frenata dei consumi domestici – L’utile netto del 2012 in calo del 79% rispetto a quello di dodici mesi prima – Indebitamento ancora troppo alto: 42,9 miliardi di euro.

Piazza Affari, blackout Enel: troppo lenta la discesa del debito

BLACK OUT ENEL -4,5% IN PIAZZA AFFARI. TROPPO LENTA LA DISCESA DEL DEBITO

Bolletta salata per Enel -4,54% in Piazza Affari. Uno scivolone che, in buona parte è la conseguenza della campagna di Spagna (già fatale a Mediaset e Rcs), ma che trova spiegazione anche nella frenata dei consumi domestici. Il gruppo elettrico chiude il 2012 con un utile netto in calo a 865 milioni (-79% rispetto ai 4,1 miliardi del 2011) su 84,9 miliardi di ricavi (+6,8%) a causa soprattutto della svalutazione per oltre 2,5 miliardi delle attività di Endesa Iberia. Al netto delle partite straordinarie il risultato ordinario è un utile di 3,45 miliardi di euro. Il dividendo è stato fissato a 0,15 euro.

Scende (-3,8%) l’indebitamento netto che resta però, a quota 42,9 miliardi di euro, il tallone d’Achille del gruppo. Proprio l’obiettivo di ridurre l’indebitamento sarà al centro della strategia dei prossimi cinque anni, in cui avranno un ruolo centrale le dismissioni.  “Il rafforzamento della struttura patrimoniale – si legge nel piano strategico – sarà raggiunto anche attraverso un piano di cessioni per circa 6 miliardi ed emissione di strumenti ibridi per circa 5 miliardi”.

La reazione negativa di Piazza Affari, più che on i risultati non esaltanti,  si spiega con  previsioni del piano, inferiori alle stime  del consensus degli analisti: il debito, in particolare,  è destinato a scender meno del previsto nonostante il taglio agli investimenti e le dismissioni.

Il piano triennale infatti è focalizzato sulla riduzione dei costi, degli investimenti e sulle dismissioni grazie a cui l’indebitamento finanziario netto dovrebbe progressivamente scendere a circa 42 miliardi di euro nel 2013, circa 37 miliardi nel 2014 e tra 36 e 37 miliardi nel 2017.

Per il quinquennio 2013-2017, Enel prevede un ebitda a circa 16 miliardi di euro quest’anno (16,7 miliardi nel 2012), circa 16 miliardi nel 2015 e tra 17 e 18 miliardi nel 2017 e un utile netto ordinario a circa 3 miliardi di euro nel 2013, circa 3,3 miliardi nel 2015 e tra 4 e 5 miliardi nel 2017. L’indebitamento finanziario netto dovrebbe progressivamente scendere a circa 42 miliardi di euro nel 2013, circa 37 miliardi nel 2014 e tra 36 e 37 miliardi nel 2017.

In questo modo, spiega l’ad Fulvio Conti, si potrà resistere fino “a cogliere il momento in cui le economie mature, in particolare Italia e Spagna, riprenderanno a crescere”. Difesa, beninteso, non vuol dire passività.  “Per i prossimi cinque anni – spiega Conti – confermiamo la strategia già avviata, focalizzata sulla protezione dei margini e dei flussi di cassa nei mercati maturi e sullo sviluppo nei mercati in crescita e nelle rinnovabili. Tutto ciò accelerando le azioni di riduzione dei costi e di incremento delle efficienze nell’ambito dell’intero gruppo nonché di semplificazione della struttura societaria, con una costante attenzione alla riduzione dell’indebitamento, nonché al mantenimento della nostra attuale categoria di rating”.

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