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Padoan: “Debito-Pil fa dietrofront, cala dopo 8 anni”

Il ministro in audizione al Senato: “E’ cruciale non indebolire l’assetto del sistema previdenziale” – “Continuerà il piano privatizzazioni, la lotta all’evasione e la spending review” – Dalla spending review 7,3 miliardi nel 2016

Padoan: “Debito-Pil fa dietrofront, cala dopo 8 anni”

“Il ritorno alla crescita consente d’imprimere un’inversione alla traiettoria del debito. Dopo otto anni di aumento ininterrotto, il rapporto tra debito pubblico e Pil scenderà dal 2016 ed è previsto in continuo calo negli anni successivi”. Lo ha sottolineato questa mattina il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso di un’audizione al Senato sulla legge di Stabilità.

Grazie al recente completamento dell’Ipo di Poste italiane, l’obiettivo del 2015 per le privatizzazioni “è stato non solo raggiunto ma anche superato – ha continuato –. La riduzione del rapporto debito/Pil beneficierà della prosecuzione del piano privatizzazioni che prevede proventi pari allo 0,4% del Pil nel 2015, allo 0,5% nei tre anni successivi”.

In generale, “la fase di ripresa dell’economia italiana si sta progressivamente rafforzando – ha aggiunto il numero uno del Tesoro –, nonostante lo scenario internazionale sia divenuto negli ultimi mesi più complesso. Sono evidenti anche i segnali di ripresa dell’occupazione, che riflettono il miglioramento del ciclo in un contesto di accresciuta adattabilità del mercato del lavoro”. 

Quanto alla manovra presentata dal governo al Parlamento, Padoan ha precisato che “dispone interventi per 28,7 miliardi di euro nel primo anno, 32,4 miliardi nel 2017 e 30,3 miliardi nel 2018. Dà respiro alle famiglie e alle imprese per favorire la crescita, ma non dimentichiamo che non c’è ripresa per il lavoratore che ha perso il lavoro, non c’è sviluppo per il capofamiglia che non riesce a produrre il reddito necessario a una vita dignitosa e giustamente ambiziosa per i propri figli”. 

Per queste ragioni, ha spiegato il ministro, “il governo ha inserito misure contro la povertà che possono essere considerate straordinarie. Potremo dire di aver avuto successo con la nostra strategia quando il numero degli occupati avrà recuperato livelli soddisfacenti, corrispondenti alla situazione in cui un lavoratore non più giovane non dovrà temere di perdere irrimediabilmente il lavoro e un giovane che completa il proprio ciclo di studi potrà nutrire fiducia nella possibilità di trovare un’occupazione in tempi ragionevolmente brevi”.

Secondo Padoan, “si può avere un giudizio negativo o positivo di questa legge di Stabilità, ma un giudizio che prenda in esame singole misure in modo isolato è un giudizio di per sé errato, distorto o quantomeno incompleto”. Ad esempio, la cifra stanziata per “i contratti del pubblico impiego è sostanzialmente coerente con la sentenza della Corte costituzionale. Occorrerà definire i comparti e poi si potrà valutare con la prossima legge di stabilità uno stanziamento maggiore”.

Il ministro ha sottolineato poi che con la manovra “non viene depotenziata la riforma del sistema pensionistico, che lo ha reso uno dei più stabili e sostenibili d’Europa. E’ tuttavia cruciale che anche in prospettiva non ne venga indebolito l’assetto”.

Quanto al “contrasto all’evasione fiscale – ha detto ancora il numero uno del Tesoro – ha un ruolo centrale nella strategia del governo. L’impegno del governo nella lotta all’evasione si è esteso oltre i confini nazionali”.

Infine, la spending review contenuta in legge di stabilità vale 7,3 miliardi nel 2016, 8,4 miliardi nel 2017 e 10,3 miliardi nel 2018 e il processo di contenimento della spesa “continua a rappresentare un’azione strutturale e continuativa da parte del governo – ha concluso Padoan –. Le risorse reperite dalla spending review riguardano tutti i livelli di governo e sono state destinate principalmente alla copertura della riduzione della pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese”.

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