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Nasce Unimpresa Area Metropolitana

E’ stata costituita una nuova realtà associativa che rappresenta i professionisti e le micro, piccole e medie imprese dell’intera area metropolitana romana – “L’obiettivo – ha detto il presidente, Angelo Montana – è dare più voce a tutte le realtà economiche del territorio romano”

Nasce Unimpresa Area Metropolitana

Imprese: nasce Unimpresa Area Metropolitana di Roma, più voce all’economia della Capitale. Professionisti e micro, piccole e medie imprese dell’intera area metropolitana romana “Insieme fuori dalla crisi”.

Dimensione ridotta e gestione famigliare, queste sono le due criticità della piccola media impresa italiana emerse durante il convegno “Insieme fuori dalla crisi” organizzato a Roma all’università Angelicum da UNIMPRESA Area Metropolitana di Roma, la nuova associazione che rappresenta i professionisti e le micro, piccole e medie imprese dell’intera area metropolitana romana.

“L’obiettivo di questa nuova realtà associativa – ha detto il presidente, Angelo Montana – è dare più voce a tutte le realtà economiche del territorio romano con l’obiettivo di riunire tutti i comparti economici di appartenenza, per superare barriere e separazioni non più attuali né riconosciute ed essere il punto di riferimento di una rete di imprenditori e di professionisti determinati a unire e incrociare le proprie competenze, maturate a capo di aziende al loro fianco nelle aree più delicate e strategiche: lavoro, fiscalità, gestione, credito, diritto ed economia d’impresa”.

Al convegno hanno partecipato Paolo Longobardi (Presidente Nazionale di Unimpresa), Giuseppe Capuano (della Direzione Generale PMI ed Enti Cooperativi del Ministero Sviluppo Economico), Vincenzo Errico (Direzione Centrale Accertamento dell’Agenzia delle Entrate), Marco Tarica (Delegato Politiche Estere di Unimpresa), Paolo Stern (Delegato Relazioni Industriali di Unimpresa) e gli imprenditori Luis Iurcovich (Trasversale srl) e Denis Torri (Refidest sa).

Giuseppe Capuano, Direttore Generale PMI ed Enti Cooperativi del Ministero dello Sviluppo Economico ha illustrato nel corso del suo intervento un quadro molto chiaro. Su circa 4 milioni e mezzo di imprese il 95% ha meno di 9 dipendenti. E di tutte le imprese italiane, l’83% ha la caratteristica tipicamente italiana della gestione famigliare. Uno scenario che porta a riaffermare alcune considerazioni: l’Italia è un Paese caratterizzato da microimprese, molto flessibili e molto resistenti alle crisi, perché le famiglie sono pronte a sopportare le perdite utilizzando il proprio patrimonio ma la dimensione piccola rappresenta un freno allo sviluppo, perché non ci sono economie di scala e poche risorse per investire in innovazione o in progetti di export. Ciò richiede dunque la massima attenzione sul problema della crescita dimensionale delle imprese che porti con sé una crescita in termini di cultura manageriale.

Una risposta a questa problematica il Ministero dello Sviluppo Economico sembra averla pensata: il contratto di rete che Giuseppe Capuano intende diffondere nel 2013 su una scala più ampia e soprattutto un tavolo tecnico permanente sulle PMI che riporti l’economia italiana a crescere sopra il 3%, il livello richiesto per creare un 1% di occupazione.

La caratteristica famigliare dell’impresa italiana porta a riflettere anche su un altro problema, quello del passaggio generazionale, reso a quanto sembra molto difficoltoso dalla resistenza dell’imprenditore di prima generazione a delegare a figli o parenti. Solo il 19% delle imprese a conduzione famigliare arriva alla terza generazione. Uno dei maggiori problemi è la permanenza in azienda del fondatore oltre i 60 anni. Sotto questo profilo, la riforma Fornero ha acuito questa tendenza e probabilmente una soluzione sta nelle future scelte del Governo che si auspica saranno volte a favorire il passaggio generazionale: i figli degli imprenditori potrebbero assumere il comando dell’azienda intorno ai 35-40 anni anziché oltre i 50, ed è certo che questo rafforzerebbe il tessuto imprenditoriale del Paese. E il Governo viene chiamato in causa anche da paolo Longobardi, il Presidente Nazionale di Unimpresa. “Il dato diffuso oggi dall’Istat sul Pil certifica una situazione pericolosa e grave. Il nostro Paese sta vivendo una fase drammatica: l’economia e’ ferma da quasi due anni e non si vedono all’orizzonte prospettive di ripresa. L’uscita dal tunnel sembra ormai un miraggio e purtroppo, in questo quadro, constatiamo l’atteggiamento irresponsabile del Governo guidato da Enrico Letta che latita e tarda ad approvare misure necessarie a dare speranza alle famiglie e alle imprese”. Questo il suo commento in merito alle rilevazioni dell’Istat sul prodotto interno lordo al settimo trimestre consecutivo in calo. I membri dell’Esecutivo, spiega, “inseguono i media e quotidianamente annunciano riforme in qualsiasi settore: dalle pensioni al lavoro, dal fisco alla burocrazia sono tutti interessati all’effetto annuncio, dopo il quale non c’e’ nulla”. “La Camera ha approvato la conversione in legge sui debiti della pubblica amministrazione ed e’ certamente un passo importante ancorché insufficiente” aggiunge Longobardi convinto che “oltre ai 20 miliardi che saranno rimborsati nel 2013 e agli altri 20 il prossimo anno, peraltro con modalità non particolarmente snelle, c’e’ una montagna di arretrati il cui destino non e’ chiaro”.

Il presidente di Unimpresa Area Metropolitana di Roma, Angelo Montana, ha concluso candidando la sua associazione di microimprese e professionisti a collaborare con le istituzioni di tutto il territorio per contribuire ad aiutare il Paese “a uscire da questa fase drammatica della sua storia: un’economia ferma da quasi 7 trimestri (secondo gli economisti bastano 2 trimestri di decrescita per dichiarare la recessione) e senza prospettive di ripresa all’orizzonte”.

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