Condividi

Manovra 2023 è legge: via libera dal Senato alla prima Legge di bilancio del Governo Meloni. Ecco le misure

Il percorso è stato tanto breve quanto accidentato, ma alla fine il Senato ha approvato nei tempi la manovra 2023. Ecco cosa c’è da sapere

Manovra 2023 è legge: via libera dal Senato alla prima Legge di bilancio del Governo Meloni. Ecco le misure

La manovra diventa legge, scongiurato l’esercizio provvisorio. Una vera corsa contro il tempo, segnata da promesse mancate, innumerevoli dietrofront, errori e ritardi ma alla fine la prima manovra targata Meloni è stata approvata ufficialmente dal Senato con 107 voti favorevoli, 69 contrari e 1 astenuto. “Missione compiuta” per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: “Il bilancio che abbiamo presentato rispetta gli impegni presi con gli elettori e ha maturato prima la fiducia dei mercati e delle istituzioni europee e ora ancora più importante, quella del Parlamento. Prudenza, coerenza e responsabilità costruiscono fiducia”. La legge di Bilancio per il 2023, da 35 miliardi, è per dedicata (per la stragrande maggioranza) al contrasto del caro energia: voci che si prendono 21 miliardi e che, in molti casi, hanno un orizzonte temporale limitato al primo trimestre dell’anno. 

La manovra (21 articoli, migliaia di commi, per un totale di 488 pagine) è stata approvata dal Senato senza alcuna modifica, dato che è arrivata blindata a Palazzo Madama. Troppo poco tempo per non cadere nell’esercizio provvisorio, l’incubo di ogni Governo, che sarebbe scattato dal 1° gennaio 2023. La Legge di Bilancio ha raccolto molte critiche, non solo dalle opposizioni, ma anche dai sindacati e dal mondo delle associazioni. Il governo, invece, rivendica con orgoglio le misure prese nel poco tempo previsto. Vediamo allora quali sono le misure più importanti.

Saltata la norma sui Pos, le uniche novità della manovra del Governo Meloni sono la stretta sul reddito di cittadinanza, che l’anno prossimo sarà erogato solo per 7 mesi ai presunti occupabili e l’innalzamento del tetto al contante, portato a 5mila euro. In ambito energetico viene rafforzato il credito d’imposta per le imprese e raddoppiata la tassa sugli extraprofitti: il contributo del 25% calcolato sull’Iva per il 2022 diventa del 50% calcolato sull’imponibile Ires e sull’incremento medio superiore al 10 calcolato sui quattro anni precedenti.

Nella manovra è contenuto un corposo pacchetto “lavoro” con il rifinanziamento della Cig, la proroga dello smart working solo per i fragili, il taglio del cuneo fiscale e gli incentivi alle assunzioni. Si dimezza la tassazione sui premi di produttività: dal 10 al 5%.

Possibilità limitate, invece, per chi vuole andare in pensione in anticipo: quota 103, in attesa di una vera riforma della legge Fornero, include chi ha almeno 41 anni di contributi e 62 anni di età, e Opzione Donna mantiene invece la possibilità solo per chi ha almeno 60 anni, l’età si riduce di uno o due anni in caso di figli. 

Il Governo ha poi inserito nella Manovra un sostanzioso pacchetto di norme che riguardano il rapporto tra Fisco e contribuenti. Tra i dodici condoni previsti, c’è la stretta per i debiti erariali sotto i 1.000 euro per il periodo 2000-2015. Fatta eccezione per i Comuni che potranno scegliere se annullare o meno i crediti.

Nel menu del Governo ci sono anche numerosi bonus, alcuni rinnovati ma con qualche modifica (il Superbonus) altri aggiunti ex novo: come il “reddito alimentare” e la 18App che si sdoppia in Carta Giovani e Merito.

Manovra approvata dal Senato: cosa ne pensa l’opposizione

Ovviamente non sono mancate diverse critiche da parte delle opposizioni. Una la legge di bilancio “austera e restrittiva, non è che un pannicello caldo”, ha detto Alessandra Maiorino, senatrice del M5S. Non ci va leggera nemmeno Simona Malpezzi, senatrice del Pd, che ha definito la manovra come “lo specchio della maggioranza: è di destra. Tagli sulla scuola, sulla sanità, sulle donne”. E ancora: “Questa destra cancella il RdC ma non vuole il salario minimo, facendo finta di ignorare che ci sono lavori sottopagati, poveri e che ci sono i lavoratori precari”.

“Ma che davvero?”. Sono le prime parole del leader di Azione, Carlo Calenda: “Dopo dieci anni di proclami rivoluzionari, inni a Trump, Bolsonaro, Johnson, Orban, Putin, richieste di uscita dall’euro, lotte titaniche contro il mainstream e i poteri forti avete prodotto una cosina così, grigia e inutile? La legge di bilancio dovrebbe riflettere la vostra visione del Paese e nel vostro caso dovrebbe esprimere i contenuti della gloriosa rivoluzione sovranista, i pugni sul tavolo, il prima gli italiani e tutta quella roba lì. Tanto rumore per nulla, insomma”.

Commenta