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Le Pen frena e Parigi trascina su tutte le Borse

L’arretramento della Le Pen nei sondaggi elettorali francesi tiene a galla i listini europei e la Borsa di Parigi vola – Lieve rialzo anche per Piazza Affari (+0,13%) dove brillano Yoox, Ubi, Buzzi e Banco Bpm – Cade ancora Atlantia e scivolano Saipem e Tenaris.

Le Pen frena e Parigi trascina su tutte le Borse

Un cauto ottimismo domina la scena dei mercati, a tre giorni dal primo round elettorale in Francia: Piazza Affari chiude in rialzo dello 0,13% 19.848 punti, con Ynap in rally e le banche toniche, ma con i petroliferi ancora in profondo rosso. Parigi svetta con un incremento dell‘1,48%. Alla finestra le altre piazze continentali: Francoforte si ferma a +0,09%, Madrid +0,02%, Londra +0,06%. 

Apertura positiva per Wall Street, con i tre listini principali che, fino a metà seduta, risultano tutti in frazionale rialzo. Fra i titoli svetta American Express, con utili in calo nel trimestre, ma superiori alle attese. Giù invece Philip Morris su cui pesano le previsioni di volumi in calo del 3-4% per l’intero 2017. Debole Ebay, che soffre la competizione di Amazon. 

Piatto il petrolio, dopo il tonfo di ieri. Brent +0,04%, 52,95 dollari al barile. Stabile l’oro a 1281,05 dollari l’oncia (-0,03%). In scia a un ritrovato ottimismo europeista, con gli ultimi sondaggi per le presidenziali francesi, che vedono favorito il centrista Emmanuel Macron, la moneta unica si rafforza sul dollaro (+0,55%), 1,077. Lo stesso moderato sentimento si riversa sui titoli di stato francesi, che recuperano terreno sui Bund decennali (spread -8,53%, 61.10, al minimo da due settimane). In una seduta dai volumi sottili, i Btp a 10 anni recuperano l‘1,61% rispetto alla carta tedesca, lo spread si porta a 201.90, il rendimento al 2,27%.

Fra le blue chip italiane  troviamo in pole position Ynap +5,88%. Positiva la moda: Ferragamo +1,41%; Moncler +0,83%. Toniche le banche, con Ubi in rialzo del 3,081%; Banco Bpm +2,8%; Mediobanca +2,15%. Gli acquisti premiano anche oggi Unicredit, +1,83%, nel giorno dell’assemblea per l’approvazione del bilancio 2016, chiuso con una perdita di 11,4 miliardi per la capogruppo. Nell’occasione è stata resa nota la nuova mappa degli azionisti, a seguito dell’aumento di capitale da 13 miliardi di euro, chiuso con successo in febbraio. Il 72% appartiene a fondi esteri, il 62% sono investitori istituzionali, il 10% fondi sovrani. Fra questi Aabar di Abu Dhabi col 5% circa. Solo il 2% appartiene a investitori istituzionali italiani. Sul fronte della governance si registra la rinuncia alla vice presidenza da parte di Luca Cordero di Montezemolo. 

Nel risparmio gestito invece Fineco cede l‘1,38%. Bene Fiat +1,22%; Prysmian +1,28%; Recordati +1,47%. Mediaset non risente dei conti presentati ieri a mercati chiusi e si ferma in rialzo dell‘1,3%.

Le vendite colpiscono soprattutto i petroliferi: Saipem -2,22%; Tenaris -1,78%. Si salva Eni, -0,07%. L’indice Ftse Italia oil&gas da inizio anno d’altra parte ha perso oltre il 6% sottoperformando il Ftse Mib del 9,2 per cento. Una debolezza dovuta alle tensioni sul mercato del petrolio per il continuo incremento della produzione shale negli Usa, che rischia di vanificare i tagli dell’Opec. L’attenzione è concentrata ora sull’estensione delle limitazioni al secondo semestre 2017.

Deboli le utilities, soprattutto Enel -1,35% e A2a -1,34%. Scivolone di Atlantia, che perde il 2,67%. Secondo indiscrezioni, la società potrebbe lanciare sulla concorrente spagnola Abertis un’offerta mista (opas, offerta pubblica di acquisto e di scambio) da 16 euro ad azione, in parte in azioni di Atlantia e in parte in contanti, con successiva fusione. La preda ambita guadagna lo 0,35% alla borsa di Madrid. 

Fuori dal listino principale in spolvero Fincantieri +6,88%. Tonfo della Juventus, -5,25% con gli azionisti all’incasso dopo l’esuberanza delle precedenti sedute.

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