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La frenata dell’industria pesa sulle Borse: male Mediaset e le banche

L’Istat ha comunicato che a dicembre gli ordini all’industria sono scesi del 4,9%, ma a complicare ancora di più il quadro è la frenata dell’industria cinese – Continua l’eco dei morti a Kiev: il rublo russo scende ai minimi sul dollaro per il quarto giorno consecutivo – A picco Mediaset sulla possibile beffa nella causa contro Youtube – Soffrono le banche.

La frenata dell’industria pesa sulle Borse: male Mediaset e le banche

LA FRENATA DELL’INDUSTRIA PESA SUI LISTINI. BRUSCO STOP PER MEDIASET E LE BANCHE 

Brutte nuove dall’economia reale. L’indice Pmi Composite europeo (servizi più industria) è sceso a febbraio più del previsto a 52,7 da 52,9 di gennaio. “Il quadro generale è di una regione in ripresa – ha spiegato Chris Williamson, capo economista di Markit, la società che elabora l’indagine – Non è una ripresa spettacolare ma certamente è un movimento nella giusta direzione, anche se con un paio di eccezioni, vedi la Francia”.

In Italia l’Istat ha comunicato stamattina che in dicembre gli ordini all’industria sono scesi mese su mese del 4,9%, dal +2,1% di novembre. In questa cornice arretra Piazza Affari (indice Ftse/Mib -1,07% a quota 20219 ) così come le altre Borse europee. Perde l’1,23% Francoforte, Parigi –0,48%, Madrid -0,77%. Londra -0,26%.

A complicare il quadro è la frenata dell’industria cinese: l’indice Pmi della manifatturaè sceso sui minimi degli ultimi sette mesi. Ma, soprattutto, pesa l’eco dei morti nelle piazze di Kiev: il rublo russo scende per il quarto giorno consecutivo sul dollaro e segna nuovi minimi mai visti nella storia a 35,81. In questa situazione impressiona la stabilità del Btp, fermo al 3,58%.

La congiuntura colpisce invece le banche. Cala il Banco Popolare -2,64%. Standard&Poor’s ha rivisto al ribasso il rating a BB-: per l’agenzia di rating l’aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro non basterà a rimuovere la minaccia di altre perdite sui crediti. Banca Pop.Milano -1,58%. Unicredit -1,95%, Intesa -1,61%, MontePaschi -0,56%.

Scende anche Generali -1,31% dopo che ieri il cda ha deciso di promuovere l’azione di responsabilità nei confronti dell’ex amministratore delegato Giovanni Perissinotto e dell’ex direttore generale Raffaele Agrusti.

Fanno peggio UnipolSai -1,6%, Unipol -0,7% dopo che l’Antitrust ha aperto un’istruttoria per il mancato rispetto dell’obbligo di cessione degli asset dopo l’operazione Fonsai. La società che controlla l’omonima compagnia e UnipolSai rischia una sanzione molto pesante: si va da un minimo di 160 milioni di euro ad un massimo di 1,6 miliardi di euro.

Mediaset arretra del 4,72% dopo nove rialzi in dieci sedute. Il titolo è penalizzata da un report di Credit Suisse che parla di un andamento inferiore alle attese del mercato pubblicitario in Italia e del rischio di prese di profitto sul broadcaster italiano.

In base a un sondaggio tra investitori pubblicitari di vari paesi condotto nella prima metà di febbraio, Credit Suisse scrive che “l’andamento della raccolta pubblicitaria nel primo trimestre è inferiore alle nostre attese in Italia (-3%), Francia (piatto), Gran Bretagna (+4,2%) e Spagna (+5,5%)”, anche se è previsto un deciso miglioramento nel secondo trimestre soprattutto in UK e Spagna (+11%). Per l’Italia il secondo trimestre è visto piatto.

Telecom Italia -0,8%. Enel scende dello 0,48%, Eni arretra dello 0,23%, Saipem +1,71%. Fiat perde lo 0,47%, Finmeccanica -1,39%, StM -1,14%. Prysmian peggiora nel corso della mattina e arriva a perdere il 2,19%: Goldman Sachs ha deciso di togliere il titolo dalla Conviction Buy List, pur confermando il giudizio Buy e il target price a 20 euro.

Non si arresta la corsa di Tiscali, che dopo il mirabolante rialzo del 14% di ieri, oggi segna un altro guadagno del 10% e viene sospesa per eccesso di rialzo al prezzo indicativo di 0,0587 euro, la quotazione più alta dall’agosto 2011.

Il programma del neo governatore della Sardegna Francesco Pigliaru punta a creare posti di lavoro nel settore delle nuove tecnologie. Secondo Pigliaru il mondo digitale in Sardegna è un distretto che dà lavoro a cinquemila persone e che ha una potenzialità enorme.

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