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La crisi in Nord Africa e Medio Oriente: lo scenario di Sace

SACE ha rafforzato il monitoraggio, ma non ha “chiuso” le porte alle imprese che intendono operare in questi paesi. Ha mantenuto invariate le proprie condizioni di assicurabilità, pur con un approccio prudenziale che implica un’attenta valutazione delle singole nuove operazioni caso per caso

La crisi in Nord Africa e Medio Oriente: lo scenario di Sace

SACE descrive, nel suo scenario uscito ieri, la situazione della crisi del Nord Africa e del Medio Oriente, pubblicando le FAQ, le risposte alle domande più frequenti delle imprese italiane che operano in quell’area. Dopo il prepotente ritorno del rischio di credito nelle sue varie forme, vi è stato un ritorno forte del rischio politico, particolarmente, ma non solo, in Nord Africa e Medio Oriente. I recenti sommovimenti sono la prova di come rischi economico-finanziari e rischi politici siano strettamente correlati.

Alla luce delle forti tensioni che continuano ad interessare l’area, SACE ha rafforzato il proprio monitoraggio su tutti i Paesi, adottando un approccio prudenziale che implica un’attenta valutazione delle singole nuove operazioni caso per caso.

Nonostante i segnali di normalizzazione e di ripresa delle attività produttive, la cautela è d’obbligo in tutti i Paesi nordafricani.

Per le imprese che operano in Tunisia, Egitto e Marocco, è innegabile che l’instabilità stia avendo ripercussioni sulle tempistiche dei lavori e dei pagamenti, senza contare i disagi derivanti dai danneggiamenti ad alcune forniture. Nel breve termine è inoltre verosimile attendersi un aumento di squilibri fiscali e di criticità legate ad espropri, mancato trasferimento valutario e violenza politica.

Lo scenario rimane particolarmente incerto in Libia dopo la morte di Gheddafi, la caduta di Sirte e la fine della missione Nato. Il Consiglio Nazionale Transitorio (CNT) dovrà ora organizzare le elezioni e adottare un nuovo testo costituzionale, ma le divisioni interne al Comitato potrebbero rallentare il processo di stabilizzazione del paese. Nonostante il riconoscimento internazionale, il CNT non dispone ancora di pieni poteri di governo e di una struttura amministrativa adeguata.

In Siria i rischi sono ancora molto elevati. L’UE ha esteso le sanzioni alla Commercial Bank of Syria (CBS) nel tentativo di privare il regime di Assad delle risorse finanziarie utilizzate per la repressione. Inoltre, il mancato raggiungimento di un accordo con la Lega Araba sul cessate il fuoco ha portato alla sospensione del Paese dalla membership dell’organizzazione. Anche in questo caso come per il Nord Africa, sono in forte aumento i rischi politici, intesi non solo nell’accezione base di “rischio CEN” (confisca, esproprio, nazionalizzazione) ma anche come rischio di “violenza politica” tout court. In questo contesto è naturale attendersi sensibili ripercussioni anche sulle tempistiche dei lavori e dei pagamenti. Le violenze hanno comportato una riduzione delle prospettive di crescita e una battuta di arresto per le riforme e le liberalizzazioni avviate negli ultimi anni (in particolare nei settori bancario, elettrico e telecomunicazioni).

I rischi di contagio nei paesi limitrofi ci sono. Il Libano ha un assetto politico piuttosto fragile, peraltro sempre più influenzato da un orientamento filo-siriano. In Giordania i tentativi di riforma politica ed economica necessari per ridurre le tensioni (e il rischio di contagio) sono ostacolati dalla debole posizione fiscale, dalla limitata partecipazione delle minoranze alla vita politica e dalla sostanziale instabilità delle compagini governative. La recente nomina del nuovo primo ministro da parte del re pone le premesse per una maggiore collaborazione tra maggioranza e opposizione. Un problema concreto potrebbe essere rappresentato dai flussi di rifugiati al confine con la Siria.

Il Bahrein rimane il paese più vulnerabile dell’area del Golfo sia dal punto di vista economico -finanziario che politico e le tensioni sono ancora lontane dal rientrare. La scorsa primavera SACE ha rivisto al ribasso il risk rating del paese da M1 a M2 con outlook negativo, in quanto ritiene che non ci siano le condizioni per il superamento dell’attuale stato di conflittualità.

SACE ovviamente ha rafforzato il monitoraggio, ma non ha “chiuso” le porte alle imprese che intendono operare in questi paesi. Ha mantenuto invariate le proprie condizioni di assicurabilità, pur con un approccio prudenziale che implica un’attenta valutazione delle singole nuove operazioni caso per caso.

L’ atteggiamento nei confronti dei paesi interessati dall’ondata di rivolta è stato modificato solo in parte. Per consentire una più approfondita valutazione delle nuove operazioni è stata temporaneamente sospesa la possibilità di richiedere coperture assicurative verso questi paesi attraverso la piattaforma online “Export Plus”. Ogni richiesta dovrà essere inoltrata alla sede territoriale di SACE più vicina.

SACE ha inoltre mantenuto invariato il risk rating di Egitto (M2) e Tunisia (M1), ma ha rivisto l’outlook da “stabile” a “negativo”. Per il Marocco ha mantenuto un livello di rischio pari a M1 e outlook stabile. Ha invece operato due successivi downgrade della Libia (da M3 a H3) e della Siria da H1 a H3, entrambi con outlook negativo.

Quando si opera all’estero – ricorda SACE – e non solo nei paesi nordafricani, è sempre importante individuare, comprendere e valutare, a 360°, i rischi di ogni tipo relativi alla controparte e al paese di destinazione di export o investimenti. Già durante la fase di valutazione dell’iniziativa e negoziazione del contratto commerciale, si può richiedere a SACE un “parere preliminare”: un servizio disponibile online con una spesa contenuta (oltretutto, rimborsata se viene emessa la polizza) che permette di ottenere una valutazione sull’affidabilità dell’acquirente estero e sulla fattibilità dell’operazione, con una stima dei costi di un’eventuale copertura assicurativa. I pareri preliminari possono essere richiesti direttamente online attraverso il portale di SACE Export Plus.

Se la fornitura contro il rischio di mancato pagamento è stata assicurata e si verifica un mancato pagamento, dovrai inoltrare una denuncia di mancato incasso a SACE, che attiverà tutte le procedure necessarie alla liquidazione del sinistro. SACE corrisponderà all’impresa assicurata, secondo i termini e le condizioni previste dalla polizza assicurativa, un indennizzo pari all’importo non pagato dall’acquirente estero (ridotto della percentuale eventualmente non assicurata). Le azioni di recupero nei confronti dell’azienda estera saranno svolte interamente da SACE, anche per gli importi eventualmente non coperti dalla polizza assicurativa e quindi non indennizzati (che una volta recuperati vengono corrisposti all’impresa assicurata).

Per assistenza o informazioni, SACE raccomanda di contattare il numero verde 800 269264 o di rivolgersi alla sede di SACE a più vicina (che è peraltro in grado di gestire autonomamente l’intero processo di domanda, valutazione ed emissione delle coperture assicurative).

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