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Italia, il Pil rallenta ma cresce: +0,3% nel primo trimestre

Il risultato del primo trimestre è leggermente superiore alle attese, certificando una crescita che dura da 15 trimestri – Stabile all’11% la disoccupazione, mentre quella giovanile scende ai minimi dal dicembre 2011

Italia, il Pil rallenta ma cresce: +0,3% nel primo trimestre

Buone notizie dall’Istat. Dopo i dati (positivi) sulla disoccupazione giovanile, scesa ai minimi dal dicembre 2011, anche le stime sul Pil del primo trimestre 2018 sembrano suggerire un ulteriore miglioramento dell’economia italiana. I risultati diffusi in mattinata sembrano piacere anche agli investitori di Piazza Affari che viaggia attualmente in rialzo di quasi l’1%, ampiamente sopra quota 24mila punti.

Nel dettaglio, nei primi tre mesi dell’anno in corso, il prodotto interno lordo italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,4% in termini tendenziali (dal precedente +1,6%). Il dato, sottolinea l’Istituto Nazionale di Statistica, segna “un risultato analogo a quello del trimestre immediatamente precedente” e conferma “il rallentamento rispetto alla dinamica più marcata registrata nella prima parte del 2017”. Battute, anche se di poco, le previsioni degli analisti, che temevano per questo primo quarto di anno un tasso di crescita inferiore allo 0,3%. Ricordiamo inoltre che, per i primi tre mesi del 2018, Bankitalia aveva stimato un rialzo del Pil pari allo 0,2%.

Parallamente l’Eurostat ha diffuso le stime relative al Pil dell’Eurozona, salito nello stesso periodo dello 0,4%,  in lieve frenata rispetto al trimestre precedente (rivisto a 0,7% da 0,6%).

La crescita registra nel primo trimestre certifica dunque la continuazione della fase di espansione dell’economia nostrana, che dura ormai da 15 trimestri. “Il livello del Pil – spiega l’Istat – risulta ancora inferiore dello 0,9% rispetto al precedente picco del secondo trimestre del 2011 ma superiore del 4,4% rispetto all’inizio della fase di recupero”.

A spingere il Pil italiano hanno contribuito in modo particolare l’aumento del valore aggiunto dei settori dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e dei servizi, mentre il valore aggiunto dell’industria ha segnato una variazione pressoché nulla. Dal lato della domanda, un contributo positivo è arrivato dalla componente nazionale (al lordo delle scorte) mentre un apporto negativo dalla componente estera netta. La variazione acquisita per il 2018 è pari a +0,8%.

Sul fronte del lavoro, l’Istat comunica che a marzo il tasso di disoccupazione generale è rimasto stabile all’11,0%, sui livelli più bassi da settembre del 2012, ma ancora superiore del 5% rispetto ai valori pre-crisi.

La vera sorpresa arriva dal tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è sceso al 31,7% (-0,9% rispetto a febbraio), attestandosi al livello più basso dal dicembre 2011.

Tornando ai dati generali, la stima delle persone in cerca di occupazione registra su base mensile un aumento dello 0,7% (+19 mila).

Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni, cioè coloro che non hanno un lavoro e non lo cercano, sono diminuiti invece dello 0,8% (-104 mila). Il tasso di inattività scende al 34,3% (-0,3 punti percentuali rispetto a febbraio).

Il numero assoluto dei disoccupati, invece, è sceso del 4,0%, riducendosi di 118 mila unità, a quota 2 milioni e 865 mila. Il numero degli occupati, invece, è cresciuto dello 0,3% rispetto a febbraio (+62 mila unità), con il tasso di occupazione salito al 58,3% (+0,2% su mese).

La crescita dell’occupazione interessa tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni, sottolinea l’Istituto di statistica, con un aumento maggiore per i giovani 25-34enni (+0,9 punti percentuali). La crescita è dovuta interamente alla componente maschile mentre per le donne, dopo l’aumento dei mesi precedenti, si registra un calo.

L’Istat stima “una ripresa degli indipendenti, che recuperano in parte la diminuzione osservata nei primi due mesi dell’anno e, in misura più lieve, dei dipendenti a termine, mentre restano sostanzialmente stabili i permanenti“.

Per quanto riguarda i dati del primo trimestre 2018, gli occupati crescono dello 0,1% rispetto al trimestre precedente (+21 mila). L’aumento interessa gli uomini e tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni. Crescono i dipendenti a termine (+66 mila), mentre diminuiscono lievemente i permanenti (-8 mila) e in misura più consistente gli indipendenti (-37 mila). Alla crescita degli occupati nel trimestre si accompagna un lieve aumento dei disoccupati (+0,1%) e un calo degli inattivi (-0,3, -34 mila).

Su base annua continua l’aumento degli occupati (+0,8%, +190 mila). La crescita interessa uomini e donne e riguarda esclusivamente i lavoratori a termine (+323 mila), mentre calano i permanenti (-51 mila) e gli indipendenti (-81 mila). Crescono soprattutto gli occupati ultracinquantenni (+391 mila) e, in misura minore, i 15-34enni (+46 mila) mentre calano i 35-49enni (-246 mila). Nell’arco di un anno diminuiscono sia i disoccupati (-4,0%, -118 mila) sia gli inattivi (-1,1%, -150 mila).

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