Condividi

Istat: i migliori segnali per l’export arrivano da Centro e Isole

Nel corso del 2012 gli incrementi maggiori nell’export regionale hanno riguardato le Isole e le regioni di Umbria, Toscana e Lazio. Mentre le imprese del Nord Italia mantengono ancora buoni tassi di crescita di vendite verso i mercati extra UE.

Istat: i migliori segnali per l’export arrivano da Centro e Isole

L’Istat ha pubblicato lo scorso mercoledì gli aggiornamenti relativi all’export regionale italiano nel corso degli ultimi tre mesi del 2012. Se, rispetto al trimestre precedente, le vendite di beni sui mercati esteri risultano in diminuzione per l’Italia nord-occidentale (-2,6%), nord-orientale (-1,3%) e pressoché stazionarie per l’Italia centrale (-0,1%), presentano una timida crescita per le regioni meridionali e insulari (+1,0%).

Nel corso del 2012, tra le regioni che presentano i contributi maggiori alla crescita delle esportazioni nazionali, si segnala un significativo incremento delle vendite per Sardegna (+21,5%) e Sicilia (+21,2%), mentre presentano tassi di crescita superiori alla media anche Umbria (+7,6%), Puglia (+7,3%) e Toscana (+6,9%). In marcata flessione le esportazioni della Basilicata (-17,5%), Friuli-Venezia Giulia (-8,9%), Valle d’Aosta (-6,4%), Molise (-6,1%) e Abruzzo (-4,8%).

Per quanto riguarda l’export verso i mercati UE nel corso del 2012, Basilicata (-30,1%), Molise (-10,8%) e Valle d’Aosta (-10,3%) sono le regioni caratterizzate dalla diminuzione maggiore di vendite, mentre Lazio e la Sicilia, con un incremento rispettivo di +8,4% e +15,7%, sono in significativa crescita verso l’area comunitaria. Dal punto di vista delle vendite sui mercati extra UE, le regioni che si caratterizzano per i maggiori incrementi nel 2012 sono Sicilia (+24,7%), Toscana (+13,0%), Lombardia (+10,1%), Piemonte (+10,5%), Veneto (+6,7%) ed Emilia-Romagna (+6,2%).

Nel corso del 2012 i principali contributi alla crescita dell’export nazionale sono dovuti alle vendite della Sicilia verso gli USA (+155,1%), in particolare coke e prodotti petroliferi raffinati (+26,1%), di Sardegna e Liguria verso i Paesi OPEC (rispettivamente +161,8% e +121,2%) e del Lazio verso il Belgio (+89,4%), vedi articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+31,4%). In notevole calo risultano, invece, le vendite del Veneto e dell’Emilia-Romagna verso la Cina (rispettivamente -26,2% e -14,8%), della Campania verso la Svizzera (-30,2%) e del Friuli-Venezia Giulia verso la Francia (-19,2%). In particolare, marcate riduzioni nell’export sono state registrate per mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi, da Friuli-Venezia Giulia e Toscana (rispettivamente -42,6% e -23,0%), macchinari e apparecchi dal Friuli-Venezia Giulia (-11,9%), autoveicoli dalla Basilicata e dal Lazio (rispettivamente -37,1% e -25,1%).

Dal punto di vista provinciale, i territori che hanno contribuito maggiormente alla crescita degli scambi con l’estero sono stati quelli di Massa-Carrara (+51,2%), Catania (+43,2%), Messina (+41,7%), Cagliari (+23,9%), Siracusa (+23,3%), Piacenza (+18,6%), Taranto (+18,1%), Arezzo (+15,4%), Latina (+14,6%), Alessandria (+12,7). Tra le province che presentano una rilevante flessione delle vendite all’estero associata a un significativo impatto negativo sulla crescita dell’export nazionale si segnalano Trieste (-25,3%), Udine (-8,7%) e Treviso (-6,1%).

Commenta