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Istat: crescita in frenata nel 2°trimestre

Il Pil è aumento dello 0,2% sui tre mesi precedenti e dell’1,1% su base annua. E’ il rialzo trimestrale più basso dal terzo trimestre 2016, il picco della crescita è alle spalle mentre aumentano i rischi legati al protezionismo e alle politiche incerte del governo M5S-Lega La variazione acquisita per il 2018 è pari a +0,9% – Frena anche il Pil dell’Eurozona

Istat: crescita in frenata nel 2°trimestre

Nel secondo trimestre del 2018 il Pil italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,2% sui tre mesi precedenti e dell’1,1% su base annua. E’ il rialzo trimestrale più basso dal terzo trimestre 2016. Queste le stime preliminari comunicate oggi dall’Istat comunica l’Istat. La variazione acquisita per il 2018 è pari a +0,9%. La spinta alla crescita si è dunque attenuata rispetto al precedente picco e l’economia italiana si muove tra le incognite legate al protezionismo e all’incertezza sulle politiche economiche del governo Lega-M5S.

“Nel secondo trimestre del 2018 la dinamica dell’economia italiana ha segnato un rallentamento – spiega l’Istat – registrando un incremento inferiore a quello dei 6 trimestri precedenti. La graduale decelerazione emersa nel periodo recente si riflette in un ulteriore ridimensionamento del tasso di crescita tendenziale che scende all’1,1%. Con il risultato del secondo trimestre la durata dell’attuale fase di espansione dell’economia italiana raggiunge 16 trimestri, con una crescita complessiva nell’arco di questo periodo del 4,5%. Tuttavia, il livello del Pil risulta inferiore dello 0,7% rispetto al precedente picco del secondo trimestre del 2011”.

Nel dettaglio, Il secondo trimestre del 2018 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al secondo trimestre del 2017”. La dinamica dell’economia risulta così in “rallentamento”, sottolinea l’Istituto. Infatti nel primo trimestre la crescita congiunturale era stata pari allo 0,3% in termini congiunturali e all’1,4% su base annua.

Ad incidere sul rallentamento è la sintesi tra la diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e l’aumento dell’industria e dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta.

La dinamica dell’economia risulta così in “rallentamento”, spiega l’Istituto. Infatti nel primo trimestre la crescita congiunturale era stata pari allo 0,3% in termini congiunturali e all’1,4% su base annua.

Nello stesso frangente occorre sottolineare anche la “frenata” del Pil dell’Eurozona che nel secondo trimestre ha segnato +0,3% congiunturale, mentre nell’intera Unione è salito dello 0,4% (+0,4% nel primo trimestre in entrambi i casi). Su base tendenziale il Pil è salito del 2,1% dopo il +2,5% del primo trimestre e del 2,2% nell’Ue a 28 contro il +2,4% precedente. Lo comunica Eurostat con la stima flash.

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