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Istat, a luglio 4 mln i dipendenti in attesa di rinnovo

A luglio l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è rimasto invariato rispetto a giugno, mentre è cresciuto dell’1,5% su base annua.

Istat, a luglio 4 mln i dipendenti in attesa di rinnovo

In Italia i contratti collettivi in attesa di rinnovo sono 35, di cui 16 appartenenti alla pubblica amministrazione. I lavoratori coinvolti arrivano a quota 3,9 milioni e di questi la maggior parte (intorno ai tre milioni) sono dipendenti dello Stato. I mesi d’attesa per i lavoratori con il contratto scaduto sono in media 31,6, in deciso aumento rispetto a luglio 2011 (19,4). E’ quanto emerge dagli ultimi dati Istat sul mercato del lavoro relativi al mese scorso.

I contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 70,3% degli occupati dipendenti e al 66,6% del monte retributivo osservato. Sempre lo scorso mese, tra i contratti monitorati dall’indagine, non si è registrato nessun rinnovo. 

In generale, la quota di dipendenti in attesa di rinnovo era pari il mese scorso al 29,7%, in crescita rispetto a giugno (29,0%), dopo la scadenza dei contratti carta, cartone, cartotecnica e lavanderia industriale.

Solo nel settore privato, la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è pari all’8,5%. Anche in questo caso il valore è in crescita rispetto al mese precedente (7,6%), ma in calo rispetto a luglio 2011 (13,1%).  

Per quanto riguarda le buste paga, a luglio l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è rimasto invariato rispetto a giugno, mentre è cresciuto dell’1,5% su base annua. Nella media del periodo gennaio-luglio 2012, l’indice è cresciuto dell’1,4% nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente.

Le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale del 2% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.

I settori che a luglio presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: energia elettrica e gas (2,9%), tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (2,8%), chimiche, legno, carta e stampa, acqua e smaltimento rifiuti (2,7% in tutti gli aggregati). Si registrano, invece, variazioni nulle per agricoltura, telecomunicazioni e tutti i comparti della pubblica amministrazione.

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