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Imprese italiane del vino tra rincari e nuove sfide: da Intesa Sanpaolo 8 miliardi

In occasione della kermesse veronese, Intesa Sanpaolo metterà a disposizione 8 miliardi di nuovo credito alle Pmi dell’agroalimentare nel corso del piano d’impresa 2022-2025

Imprese italiane del vino tra rincari e nuove sfide: da Intesa Sanpaolo 8 miliardi

La guerra in Ucraina da una parte e i rincari dell’energia e delle materie prime dall’altra. In uno scenario internazionale sempre più mutevole e competitivo, dove export e transizione digitale svolgono un ruolo fondamentale per aumentare qualità, sostenibilità e competitività, le imprese italiane del vino hanno davanti a sé nuove e importanti sfide. È quanto emerge dal report di Intesa Sanpaolo presentato a Vinitaly durante il convegno “Filiera Vitivinicola. Le nuove sfide in un contesto 4.0” per presentare la Direzione Agribusiness della banca e uno studio curato dalla Direzione Studi e Ricerche della banca.

Massimiliano Cattozzi responsabile della Direzione Agribusiness ha annunciato che nell’arco del Piano d’Impresa il gruppo bancario metterà a disposizione 8 miliardi di nuovo credito a medio e lungo termine alle pmi dell’agroalimentare.

Impatto negativo dei rincari sulle imprese italiane del vino

L’impatto più evidente e immediato è sui prezzi degli input produttivi, in primis quelli energetici, a cui la filiera agroalimentare risulta particolarmente esposta, sia direttamente sia indirettamente, attraverso i costi della logistica e l’acquisto di materiali energivori. Hanno registrato forti rincari, infatti, anche molti altri prodotti fondamentali nella filiera, come i fertilizzanti, l’alluminio, il vetro, il packaging in legno o in cartone. Molte di queste commodities evidenziavano già degli elevati incrementi dei prezzi prima della guerra: spicca il balzo di quasi il 40% per l’alluminio e di oltre il 30% per i fertilizzanti registrato nei primi due mesi del 2022. 

Poi l’impatto dei rincari delle bollette energetiche peserà sui bilanci delle famiglie portando ad una minore dinamica attesa nei consumi, in particolare per quanto riguarda i paesi europei. Spicca la contrazione attesa nei consumi della Russia, paese che con 150 milioni di euro nel 2021, pari al 2,1% del totale esportato, risulta il nostro 12° sbocco commerciale. Si tenga, inoltre, conto che circa il 75% dell’export italiano di vino verso la Russia rientra nel pacchetto di sanzioni europee che blocca la vendita di beni di lusso.

Il vino italiano potrà giovare dell’effetto positivo post-Covid

Tuttavia, per il mondo del vino la domanda potrà giovarsi dell’effetto positivo della fase di riapertura post-pandemia: nel complesso dei principali sbocchi commerciali del vino Made in Italy le attese sui consumi rimangono orientate ampiamente in positivo, grazie alla riattivazione delle attività sociali e dei movimenti turistici. 

Le imprese italiane della filiera vitivinicola appaiono ben posizionate per sfruttare al meglio queste opportunità: anche nel 2020, pur in un contesto difficile, l’Italia è riuscita a guadagnare quote sui mercati internazionali, avvicinandosi ancora di più alla Francia. Da un gap di quote di mercato pari a 17 punti percentuali nel 2008 si è scesi a 11,3% nel 2019 e a 8,4% nel 2020.  

I successi del Made in Italy del vino sono diffusi anche sul territorio, con tutti i principali distretti protagonisti di una forte crescita sui mercati internazionali nel corso dell’ultimo decennio. Anche i dati relativi al 2021 evidenziano una forte capacità di recupero con i livelli di export che hanno ampiamente superato quelli pre-Covid.

Imprese italiane del vino: puntare su innovazione e green

Dal confronto con i cugini francese, emerge ancora un forte potenziale ancora da sfruttare sui mercati asiatici, Giappone e Cina in primis. Per cogliere al meglio queste opportunità occorrerà puntare sempre di più sull’innovazione, fondamentale anche per fronteggiare i cambiamenti climatici e venire incontro alle esigenze dei consumatori che richiedono prodotti sempre più sostenibili.

Nuovi trend di consumo stanno emergendo, legati alle nuove generazioni (e non solo) come il vino rosato, che piace sempre di più, o il vino senza alcol, che amplia le occasioni di consumo da parte di quelle fasce di consumatori finora precluse per motivi salutistici o religiosi. 

Bisognerà continuare, poi, a percorrere la strada della digitalizzazione, sia nei processi produttivi sia nel marketing digitale e nell’e-commerce.

Innovazione e digitalizzazione richiedono maggiori investimenti in capitale umano e un maggiore ricambio generazionale: in Italia solo l’8% delle aziende agricole vitivinicole ha un capo under 40 (contro il 15% della Francia). La formazione dovrà saper valorizzare il tema della biodiversità (l’Italia è il primo paese al mondo per numero di vitigni autoctoni), le sinergie tra filiere (enoturismo) e la collaborazione con il mondo della degustazione professionale che richiede esperienza, preparazione e competenze elevate. 

Le iniziative della Direzione Agribusiness per le imprese italiane

Tra i prodotti e le iniziative specifiche della Direzione Agribusiness, i finanziamenti per nuovi progetti di impianto agricolo/fattorie/innovazione tecnologica/agricoltura di precisione e sostenibilità, ma anche progetti di filiera che attraverso lo strumento del confirming soddisfano l’esigenza di sostenere i fornitori del capo-filiera. Tra i servizi specializzati, il ‘pegno rotativo non possessorio’ che, con oltre 41 milioni di euro già erogati, consente lo smobilizzo del magazzino di prodotti alimentari soggetti a invecchiamento come in particolar modo il vino, ma anche prosciutto crudo, formaggio stagionato e aceto balsamico.

Intesa ha inoltre creato una struttura per lo sviluppo e monitoraggio dei servizi di agritech e di digitalizzazione del mondo agricolo e punta a sviluppare, insieme ad imprese agricole e Consorzi, logiche di crescita sostenibile in coerenza anche con le iniziative previste dal PNRR. In questo ambito, la banca messo a disposizione dei propri clienti gratuiamente una piattaforma digitale “Incent Now”, in collaborazione con Deloitte, che sarà costantemente aggiornata con le informazioni relative alle misure e ai bandi resi pubblici da enti istituzionali nazionali ed europei nell’ambito della pianificazione del Piano.

In merito all’impegno verso la sostenibilità la Direzione Agribusiness ha concesso erogazioni tramite finanziamenti s-Loan pari a oltre 120 milioni di euro per favorire la transizione green.  

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