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Il carciofo di Montelupone, una produzione limitata di qualità, senza concimi e ormoni, salvaguardata dall’oblio

Non ha peluria interna e spine, molto saporito dal gusto dolce si consuma anche crudo. Coltivato senza concimi e diserbanti chimici di sintesi, ormoni e altri stimolanti della crescita. Documenti attestano che già nel 1440 a Montelupone si teneva la festa del carciofo

Il carciofo di Montelupone, una produzione limitata di qualità, senza concimi e ormoni, salvaguardata dall’oblio

Un carciofo senza la fastidiosa peluria interna e senza le non meno fastidiose spine esterne. Ma di altissima qualità, molto saporito e dal gusto dolce. Si presta a essere consumato crudo e però è anche apprezzato in molti piatti tipici come le tagliatelle con i carciofi, i carciofi fritti ma anche più semplicemente può essere cotto in padella e accompagnato con finocchio selvatico, foglie di aglio ed erbe aromatiche.

E’ il carciofo di Montelupone un piccolo borgo di poco più di tremila anime in provincia di Macerata ricco di storia, arte e tradizioni che ha mantenuto la sua impronta medievale con un labirinto di stradine acciottolate, piazze pittoresche e edifici storici, immerso in un paesaggio naturale di dolci colline che sfumano verso il mare.

Non ha peluria interna e spine, molto saporito dal gusto dolce si consuma anche crudo

I locali lo chiamano anche “scarciofeno” e lo usano in tutte le salse non solo in cucina ma anche per la conservazione sott’olio dei suoi capolini più piccoli mentre le foglie vengono utilizzate per decotti depurativi o macerate nel vino bianco per ottenere un ottimo digestivo.

Di colore violaceo con striature verdastre, ha dimensioni più piccole rispetto alla media, è una varietà tardiva e si differenzia in due ecotipi: la varietà precoce con foglie dal contorno gentile (non seghettate) e più produttiva si raccoglie dalla fine di marzo; l’altro ecotipo ha foglie più seghettate, una dimensione della pianta più piccola e si raccoglie più tardi.

Quando la pianta è giovane, arriva a produrre dieci capolini (inflorescenze del carciofo), ma dopo qualche anno scende ad appena quattro. A causa di questo rapido calo produttivo e della resa più bassa della media (5,5 tonnellate per ettaro, a differenza, per esempio, del romanesco che arriva a 10 tonnellate), il carciofo di Montelupone è conosciuto solo a livello locale ed è distribuito in una zona limitata, nonostante la sua altissima qualità.

Entrato a far parte dei Presidi Slow Food

Nelle campagne di Montelupone i contadini coltivano i due ecotipi di questa varietà di carciofo principalmente per il consumo familiare, preservando così la biodiversità locale. E come sovente avviene per molti prodotti circoscritti a una comunità locale il rischio è che se ne perda il ricordo. Fortunatamente il Carciofo di Montelupone è entrato a far parte dei presidi Slow Food cosa impedirà questa piccola ma preziosa testimonianza dui biodiversità di cadere nel dimenticatoio.

I produttori del Presidio sono riuniti nell’associazione “Produttori del Carciofo di Montelupone” che si è dotata di un disciplinare, che prevede il divieto dell’uso di concimi e diserbanti chimici di sintesi, di ormoni e di altri stimolanti della crescita.

Coltivato senza concimi e diserbanti chimici di sintesi, ormoni e altri stimolanti della crescita.

Tra una coltivazione di carciofo e la successiva, inoltre, è necessario reintegrare la fertilità del suolo, coltivando per almeno due anni specie vegetali ad azione biocida come ad esempio alcune leguminose.

Il paese di Montelupone celebra ogni anno questo prodotto con una sagra nella prima settimana di maggio. Ma esiste una documentazione che attesta lo svolgimento di una festa del carciofo a Montelupone già nel 1440

Due aziende a carattere familiare possono essere considerate i custodi del carciofo di Montelupone.  L’Az. Agricola Cipriani nasce nel 1921 con la prima storica piantagione di carciofi realizzata da Carlo Cipriani insieme alla moglie Maria Corvatta. Nel 1958 Antonio, figlio Carlo, decide in intraprendere anche l’attività avicola realizzando un pollaio, ancora esistente. L’attività è gestita dal 1993 da Marisa che insieme al marito Tiziano prosegue la tradizionale produzione di carciofi ormai conosciuti e apprezzati in tutta Italia. La distribuzione dei prodotti avviene principalmente tramite rivenditori locali.

Documenti attestano che già nel 1440 a Montelupone si teneva una festa del carciofo

Poi c’è l’Az. Agricola Il Seguito della famiglia Malgrande che avvia la sua attività a Montelupone nel 1957 quando Nazareno e sua moglie Pia iniziano a coltivare i terreni in contrada San Matteo come mezzadri. Dal 2003 quella che nel frattempo è diventata l’azienda di famiglia viene presa in gestione da Marco, nipote di Nazareno che amplia la produzione piantando circa 500 ulivi. Nel 2012 viene ampliata la coltivazione dei carciofi e la produzione di miele. Attualmente l’azienda si sta convertendo in biologico per migliorare ulteriormente la qualità dei prodotti offerti che sono acquistabili direttamente in loco o presso i rivenditori locali.

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