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Google delude Wall Street. Intesa e Fineco: oggi i conti

I conti di Google sono molto buoni ma gli analisti temono l’eccesso di costi e il titolo perde oltre il 3% mentre il Nasdaq avanza – Oggi a Piazza Affari tocca a Intesa Sanpaolo e a Finecobank cominciare la presnetazione dei conti delle banche – Tim e Open Fiber avviano gli incontri diretti in vista di una collaborazione sulla rete

Google delude Wall Street. Intesa e Fineco: oggi i conti

Chiusi per vacanza i listini cinesi e di buona parte dell’Asia e nell’attesa delle sorprese che potrebbe riservare il discorso sull’Unione di Donald Trump, i mercati mettono da parte la politica e vanno a caccia di nuove occasioni di business. Si spiega così l’attivismo del Nasdaq, messo in agitazione ieri da un report di JP Morgan con i consigli per gli acquisti concentrati su Apple, ieri +2,84: perché, suggerisce l’analista Samik Chatterjee, la Mela non prende in considerazione l’acquisto di Netflix (+3,4%)? Sarebbe il modo migliore per utilizzare la cassa e compensare il minor appeal dell’iPhone. La risposta di Wall Street conferma che, una volta superato il rischio di una stretta della Fed, il mercato Usa è pronto a lanciarsi in nuove sfide, incurante dei problemi che assillano l’Europa (Italia e Brexit, in particolare) o della prossima resa dei conti in Venezuela.

BOOM PER LE BANCHE A SIDNEY, PIATTA TOKYO

Poco mosse le Borse asiatiche aperte. La Borsa del Giappone, tra le pochissime attive in Asia stanotte, si avvia a chiudere sulla parità, con movimenti di scarso rilievo e prezzi invariati ma vicina ai massimi da sette settimane.

In forte ascesa la Borsa di Sidney (+2,2%). La commissione governativa d’inchiesta sulle banche si è chiusa con aspre censure all’operato delle aziende di credito ma non ha ordinato lo “spezzatino” degli istituti, come temuto dal mercato.

VOLANO LA TECNOLOGIA, ALPHABET PERDE IL 3% NEL DOPO

A Wall Street tengono banche i titoli tecnologici. Facebook +2,84% festeggia il 15° compleanno, incurante dei velenosi auguri dell’Economist che prevede che “tra 15 anni il social network non ci sarà più”. In evidenza Microsoft +2,88%.

In forte calo invece nel dopo borsa Alphabet (-3,10% da +2,04% al termine della seduta). I conti 2018 sono stati formidabili (utili per 30,7 miliardi contro 12,662 miliardi, ricavi +23% oltre i 136 miliardi) ma la casa madre di Google ha aumentato in maniera esponenziale i costi, con un’accelerazione degli investimenti che spaventa gli analisti.

Il Nasdaq ha chiuso con un guadagno del’1,15%. Dow Jones e S&P 500 entrambi +0,7%.

PETROLIO IN RIALZO, MENO ACQUISTI DALL’ESTERO SUI BTP

Il petrolio tipo Brent ieri ha chiuso in rialzo dello 0,4%, stamattina guadagna lo 0,4% a 62,8 dollari il barile.
Segno più a Piazza Affari per Tenaris (+0,78%) su cui Kepler Cheuvreux ha alzato la raccomandazione da hold a buy. Bene anche Saipem (+0,61%) ed Eni (+0,09%). Kepler Cheuvreux ha confermato il rating buy abbassando il target price da 19 a 18,5 euro.

L’Europa finanziaria procede, in toni dimessi ma senza troppi scossoni nell’attesa che, tra un mese, la Bce dia ossigeno ai mercati con un’iniezione di prestiti Tltro alle banche. Tiene la diga del debito, anche se l’analisi dei flussi segnala la fine degli acquisti di obbligazioni italiana da parte dei grandi gestori internazionali, visti in azione per buona parte del mese scorso.

MILANO E LONDRA CHIUDONO CON IL SEGNO PIÙ

Piazza Affari, unico listino europeo con il segno più, ha chiuso in leggero rialzo una seduta incerta: l’indice è salito dello 0,15%, portandosi a 19.605 punti.

In serata Matteo Salvini si è schierato per Paolo Savona alla presidenza Consob. “A me andava bene Minenna – ha detto – mi andrebbe benissimo Savona. La Consob ha un ruolo fondamentale, mi sentirei garantito da risparmiatore italiano, da cittadino italiano”.

Calo frazionale a Parigi, -0,38%, che difende la soglia psicologica dei 5mila punti; Madrid -0,49%; piatta Francoforte (-0,03%). L’indice europeo Eurofirst scende dello 0,11%.

Fuori dalla zona euro continua la buona intonazione di Londra (+0,19%), nonostante il tonfo del 2,3% di Ryan Air, in rosso nel terzo trimestre e dopo l’annuncio della divisione in quattro compagnie aeree.

SOS CER: PIL -0,2% NEI PRIMI TRE MESI

Arriva dai prezzi un altro segnale d’allarme per la congiuntura. L’inflazione torna sotto la soglia dell’1% su base annua con un aumento dello 0,1% su base mensile e dello 0,9% tendenziale, in rallentamento dal +1,1% registrato a dicembre 2018.

Ancor più inquietante l’indicazione in arrivo dal Sentix, l’indice sulla fiducia degli investitori nella zona euro, sceso ai minimi da novembre 2014.

Il Cer, Centro Europa Ricerche, ha aggiornato la previsione sul Pil italiano con una prima stima sui primi tre mesi dell’anno, previsti in calo tendenziale dello 0,2% e con variazione congiunturale nulla: si tratta del peggiore avvio d’anno dal 2013.

Il mercato obbligazionario italiano pare aver metabolizzato la caduta in recessione, ma registra le tensioni politiche all’interno della maggioranza. Il rendimento del Btp 10 anni scende a 2,75% e lo spread con il Bund arretra dell‘1,34% a 256.80 punti.

FINECO STRAPPA ALLA VIGILIA DEI CONTI

Bancari contrastati alla vigilia della vetrina delle trimestrali. Alla vigilia dei risultati (consiglio oggi in serata) Fineco Bank (+3,44%) è il titolo migliore del listino recuperando così buona parte del terreno perso la settimana scorsa (-5%). L’indice di settore lascia sul terreno lo 0,52% (contro -0,8% dell’Eurostoxx).

Sale Banco Bpm (+0,65%): l’ad Giuseppe Castagna promette risultati in crescita per il 2019 (“sarà il promo anno normale”) e ribadisce il no all’acquisto di Carige.

INTESA: LA CEDOLA RENDE IL 10%

Piatta Intesa (-0,05%): Akros prevede un dividendo confermato, che ad oggi ha uno yield di circa il 10%, ricavi per l’intero 2018 a 18,179 miliardi (+4,2% anno su anno), gross operating margin a 8,669 miliardi (+5,3%) e un utile di 4 miliardi (+4,9%). Il rating resta buy, il target price viene rivisto da 2,9 a 2,5 euro per azione. Vendite su Unicredit (-1,24%).

Torna a salire Poste italiane (+1,8%) in coincidenza con il varo del buy back.

RECORDATI, TIM, LEONARDO: UN TRIS DI RIALZI

Brilla Tim, in rialzo dell’1,9% dopo le dichiarazioni e le notizie del fine settimana che sembrano rendere più concreta l’ipotesi di scorporo della rete.

In evidenza Recordati (+2,33%). Venerdì scorso la società ha reso noto che Rossini Investimenti è salita al 51,82%. Alla luce dei risultati dell’offerta, recita una nota, non ci sono i presupposti per una riapertura dei termini né per l’adempimento da parte di Rossini Investimenti dell’obbligo e del diritto di acquisto.

Leonardo (+1,22%) ha firmato un contratto del valore di circa 180 milioni di euro per fornire alla Nato sistemi di addestramento per la protezione elettronica. La commessa è stata assegnata dal Ministero della Difesa del Regno Unito.

SBANDA L’AUTO: FCA -1,9%, SOGEFI -4,8%

Note negative arrivano dalla scuderia Agnelli. Fiat Chrysler perde l’1,9%, dopo la pubblicazione dei dati sulle vendite negli Stati Uniti in gennaio.

Nell’automotive spicca il tonfo di Sogefi (-4,8%) dopo aver annunciato previsioni per il 2018 di un ebitda in calo a circa 189 milioni da 206,9 del 2017 e un utile netto di circa 14 milioni da 26,6 milioni.

Male Juventus (-3,29%) dopo la battuta d’arresto in campionato di sabato.

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