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Giornata di record per le Borse europee

Francoforte aggiorna il record storico, mentre Parigi e Milano viaggiano sui massimi rispettivamente da maggio 2008 e febbraio 2010 – Ai rialzi contribuiscono il Qe della Bce, ma anche l’attesa per la riunione di questa settimana della Fed e l’andamento del petrolio.

Giornata di record per le Borse europee

La settimana degli scambi finanziari inizia con una serie di record per le Borse europee. A Francoforte, il Dax 30 è salito a metà mattina per la prima volta sopra la soglia psicologica dei 12mila punti (+1%, a 12.023,57), aggiornando il massimo storico per l’ennesima volta nelle ultime settimane. 

A Parigi il Cac40 allunga sopra i 5mila punti (+0,77%, a 5.049,19 punti) e segna il livello più alto dal maggio del 2008. 

E’ però il listino milanese a far segnare la performance migliore, con il Ftse Mib che viaggia in positivo dell’1,2%, a 22.982,29 punti (dopo aver toccato brevemente quota 23mila), ai massimi dal febbraio del 2010.

Per quanto riguarda i comparti nel mirino degli investitori, al momento gli acquisti in Europa premiano soprattutto l’auto, i servizi finanziari, i retailer e il settore media.

L’andamento positivo delle Borse europee si spiega in primo luogo con il Quantitative easing avviato la settimana scorsa dalla Banca centrale europea, il programma per i maxi-acquisti sul mercato secondario di bond pubblici e privati. 

Con queste operazioni, l’Eurotower non solo abbassa ulteriormente i rendimenti delle obbligazioni, inducendo gli investitori a spostarsi sul mercato azionario, ma libera anche un’ulteriore e ingente mole di liquidità nei bilanci delle banche, che – dopo aver venduto i propri titoli di Stato alla Bce – si orientano verso investimenti più redditizi. 

Gli investitori sono indotti a spostare i capitali sui mercati europei anche da ciò che sta accadendo negli Stati Uniti, dove in settimana si riunisce il Fomc, il braccio operativo della Federal Reserve, che deve aggiornare le stime sulla ripresa Usa e dibattere su quando iniziare a rialzare il costo del denaro.

Infine, un altro fattore decisivo per i mercati è l’andamento del prezzo del petrolio, che stamani ha aggiornato i minimi degli ultimi sei anni, con il Wti scivolato fino a un minimo di 43,67 dollari al barile e il Brent sceso fino a quota 53,33.

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