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Fitch e le privatizzazioni di Tremonti rilanciano la Borsa (+1,79%) che sfiora i 19mila punti base

di Ugo Bertone – In netto recupero Intesa (+4,1%), Mediaset (+4,6%) e Parmalat (+4,7%) – Positiva l’apertura di Wall Street sulle ali delle trimestrali – Oro e petrolio in ascesa – Pimco: a questi prezzi i Btp sono un grande affare

Fitch e le privatizzazioni di Tremonti rilanciano la Borsa (+1,79%) che sfiora i 19mila punti base

LE PRIVATIZZAZIONI E L’OK DI FITCH ALLA MANOVRA SOSTENGONO IL RALLY DELLA BORSA DI MILANO (+1,79%)

Il vento delle privatizzazioni, confermate da Giulio Tremonti e le rassicurazioni del governatore Mario Draghi sullo stato di salute delle banche alla vigilia dell’esito degli “stress test” hanno lanciato, in mattinata, la Borsa di Milano verso una seduta positiva. Poi, dopo una sterzata al ribasso che ha portato all’annullamento dei guadagni, l’indice Ftse Mib ha recuperato posizioni al traino dei giudizi dell’agenzia Fitch sulla Finanziaria. E’ una manovra ambiziosa, scrivono gli analisti di Fitch, che pone le basi per il raggiungimento dell’obiettivo del pareggio di bilancio per l’Italia nel 2014 e l’avvio di un trend discendente del rapporto debito/pil. Così Fitch in una nota nella quale viene confermato il rating AA- sull’Italia con outlook stabile. L’agenzia di rating ritiene che il forte aumento dei rendimenti dei titoli di stato italiani è frutto di una crisi di fiducia e non di un indebolimento dei fondamentali di credito”. Alla fine la Borsa di Milano ha chiuso a +1,79% (Ftse/Mib a quota 18842), Parigi a +0,51, Francoforte a +0,51%.

Il vento delle privatizzazioni, dunque, è stata la grande novità di giornata. Il mercato cerca di orintarsi sulle prossime mosse dell’Esecutivo, anche a fronte dell’opposizione della Lega sulle privatizzazioni dei servizi comunali con un meccanismo di incentivi ai Comuni che venderanno quote di municipalizzate (o saranno penalizzati in caso contrario). L’attenzione è focalizzata sulle possibili Ipo (Poste, Trenitalia e Sace) e sulla cessione di ulteriori quote di Eni, Enel (+1,02%) e Finmeccanica (+1,97%). Per il cane a sei zampe (ieri +1,03% nonostante che Equity Research abbia tagliato il rating da buy a sell, target price 15,5 euro) si valuta anche la possibilità di uno “split” tra attività regolate e quelle di “oil & drilling” come chiesto da tempo dai fondi Knight di Erik Vinke. A tal proposito, Snam Rete Gas (+1,64%) si prepara ad adeguarsi alle nuove norme europee sulla separazione delle reti di trasporto dell’energia. Il cda ha dato ieri il via libera alla creazione di una nuova società, totalmente controllata, a cui conferire le attività di trasporto del gas naturale dal gennaio 2012.

GIORNATA POSITIVA PER ATLANTIA E SIAS
RIMBALZA ANCHE ENEL GREEN POWER

Tra gli effetti immediati della manovra spicca la ventilata cancellazione dalla finanziaria della norma sulla deducibilità degli ammortamenti, sostituita da un testo giudicato meno penalizzante, che prevede solo la deducibilità fiscale degli ammonrtamenti per il fondo di ripristino. Sulla scia della novità il titolo Atlantia è salito del 4,96%. Tra le altre società che hanno beneficiato della novità (tra le altre) Gemina, Sias, Auto To-Mi) figura anche Enel Green Power in rialzo del 2,92%, un rimbalzo dopo tre sedute consecutive di ribasso che avevano spinto il titolo sui minimi degli ultimi tre mesi. Anche la società delle rinnovabili, che opera in regime di concessione statale nel settore della produzione idroelettrica, sarebbe stata colpita dalla norma iniziale.

DRAGHI: SONO CERTO CHE LE BANCHE HANNO PASSATO GLI STRESS TEST
GIORNATA POSITIVA PER I BIG DEL CREDITO E PER LE GENERALI

Il governatore Mario Draghi si è detto certo sull’esito degli stress test bancari. In particolare, il numero uno di via Nazionale è fiducioso che le 5 principali banche del Paese saranno ampiamente al di sopra del 5% di core tier 1 ratio, la soglia di patrimonializzazione fissata dall’European Banking Authority (Eba) al di sotto della quale i test potrebbero dirsi non superati. Draghi ha specificato che le banche italiane si trovano già a metà strada nel cammino per soddisfare entro il 2019 i requisiti di Basilea 3. In questo quadro ha detto di attendersi per il mese di novembre l’aumento di capitale della Banca Popolare di Milano (-2,935). Parlando della volatilità che ha colpito il settore bancario nell’ultima settimana, il Governatore ha invece sottolineato le capacità di tenuta dimostrate dal settore e ha aggiunto che rispetto al 2008 le banche italiane sono oggi più sane. Anche grazie a queste parole, i titoli bancari hanno avuto un ruolo determinante nell’avanzata di Piazza Affari.

A partire dalle banche principali, Unicredit e Intesa. Nel cda di martedì non si è discusso di aumento di capitale, ha voluto precisare l’ad di Unicredit Federico Ghizzoni, al termine della riunione del board di Piazza Cordusio. “Noi ci sentiamo tranquilli – ha precisato parlando degli stress test – abbiamo sempre chiesto valutazioni uniformi per tutte le banche”. Quanto alla tempesta borsistica che ha investito i titoli bancari negli scorsi giorni, l’ad della banca milanese ha fatto sapere di non credere che Unicredit sia sotto un particolare attacco speculativo ma che, essendo un titolo molto liquido, si presti particolarmente allo short selling. Analoghe considerazioni possono valere per Intesa e Genrale, gli altri grandi player finanziari italiani Al termine della seduta salgono: Intesa +4,1%, Unicredit+1,2% e Generali +3%. Banco Popolare è poco sotto la parità mentre Ubi Banca perde l’1,9%. In calo anche Azimut – 1,5%. La migliore blue chip è Impregilo con un rialzo del 5,4%, grazie anche alla conferma dei finanziamenti per le grandi opere. Bene anche Mediaset (+4,6%) e Parmalat (+4,7%).

A QUESTI PREZZI I BTP SONO UN GRANDE AFFARE PAROLA DI PIMCO
E MOODY’S STAVOLTA CONFERMA

A favorire il rimbalzo è stata l’attenzione dei Big internazionali per i Btp, scivolati a livelli infimi, Andrew Bosomworth, capo della gestione del reddito fisso di Pimco il più grande fondo al mondo grazie ai suoi 1.200 miliardi di dollari di asset. Lui, che aveva sottopesato l’Italia, ha fatto in questi giorni grossi acquisti approfittando delle vendite che hanno schiacciato il decennale italiano su valori che non si vedevano dal 1997. Positivo anche il parere di Moody’s, l’agenzia di rating Usa che solo poche settimane fa aveva messo sotto pressione l’Italia mettendo sotto revisione per un possibile downgrade l’attuale rating di A2A. “L’Italia ha buoni fondamentali e i passi che deve compiere, in termini di risanamento dei conti, sono più piccoli di quelli di altri Paesi” ha fatto trapelare nel corso di un’intervista il vicepresidente e responsabile rating sull’Italia di Moody’s Alexander Kockerbeck aggiungendo come il Governo di Roma abbia “molte opzioni davanti a sé per intervenire sia sul lato della spesa che su quello delle entrate”.

BERNANKE NON ESCLUDE NUOVI STIMOLI PER GLI USA
L’ORO METTE A SEGNO UN NUOVO RECORD STORICO

Wall Street allunga al rialzo dopo tre sedute consecutive di ribasso, sostenuta dalle parole di Bernanke: Dow Jones e S&P500 +0,5%, Nasdaq +1,5%. Il presidente della Fed si è detto pronto ad allentare nuovamente la politica monetaria per rilanciare la crescita economica se ci saranno segnali di ulteriore raffreddamento dell’inflazione e di rallentamento del mercato del lavoro. L’ipotesi di un prolungato periodo di bassi tassi d’interesse negli Stati Uniti ha avuto l’immediato effetto di indebolire il dollaro, che si è riportato a quota 1,416 contro euro da 1,394 di ieri. Nuovo record storico dell’oro a 1.586 dollari l’oncia in scia ai timori sui debiti sovrani di Europa e Stati uniti. Il dato segnala che la propensione al rischio resta limitata.

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