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Il Fisco fa volare Wall Street, accordo sulla Brexit

I nuovi missili dalla Corea mandano alle stelle il Bitcoin – L’accordo sulla Brexit fa impennare la sterlina – Oggi l’asta Btp decennali – Banche in ripresa.

Il Fisco fa volare Wall Street, accordo sulla Brexit

Tornano a volare i missili della Corea del Nord e non si ferma la corsa impazzita del Bitcoin, arrivato stamane sui mercati asiatici a 10.400 dollari, con il 50% di guadagno in un solo mese. Almeno in Oriente, tra le cause del boom della moneta virtuale, alternativa come bene rifugio all’oro, campeggia l’incertezza provocata dalle mosse di Rocket Man, il nomignolo affibbiato al dittatore Kim da Donald Trump. Stanotte Pyongyang ha testato un nuovo missile in grado di raggiungere Washington. Il Giappone ha chiesto la convocazione del consiglio di sicurezza dell’Onu.

POWELL (FED) CONFERMA: AUMENTO DEI TASSI A DICEMBRE

Le iniziative di Kim non oscurano però le notizie finanziarie, oggi di grande rilievo. La Commissione bilancio del Senato Usa ha dato il via libera al disegno di legge sulla riforma fiscale. Alla fine, i due senatori repubblicani ribelli, sono rientrati nei ranghi, permettendo al provvedimento di proseguire il suo iter: nel giro di due giorni potrebbe essere votato dall’aula.

Quasi in contemporanea si era concluso, con grande successo, l’esame dei Banking Committee a Jerome Powell, il futuro presidente della Fed. “Ha detto tutto quello che volevamo sentirgli dire” è stato il parere di un senatore al termine del test. Powell ha sostenuto che il mercato è maturo per un altro aumento dei tassi a dicembre. A proposito della riduzione del bilancio della Fed, il banchiere, in linea con Janet Yellen, ha detto che l’obiettivo è di scendere dagli attuali 4.200 miliardi a 2.500-3.000 “in 3-4 anni”. In materia di banche, Powell ha sostenuto che il quadro delle regole attuali è nel complesso sufficiente, perciò non ci saranno rivoluzioni.

BORSE DELLA CINA IN CALO, MA TOKYO SALE

Meteo Borsa ha già registrato l’impatto delle novità. Le Borse della Cina stamattina sono in calo, mentre si rincorrono le voci di pressioni governative su alcuni fondi amici, chiamati ad arginare un movimento ribassista altrimenti ampio e preoccupante. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen perde lo 0,9%. Hong Kong -0,4%. Arretrano soprattutto le società dell’alta tecnologia e del comparto semiconduttori. Ieri Morgan Stanley ha tagliato il giudizio su due pesi massimi dell’industria delle memorie: Samsung Electronics e Taiwan Semiconductor.

Il mercato azionario della Corea del Sud è piatto, mentre la valuta locale, lo won, si rafforza nei confronti del dollaro, raggiungendo nuovi massimi degli ultimi due anni. La Borsa di Tokyo invece segue la scia di Wall Street e sale, indifferente alla notizia del missile balistico nordcoreano caduto stanotte nelle acque del Giappone. Indice Nikkei +0,3%.

FIDUCIA USA AI MASSIMI, JP MORGAN +3,5%

Effervescente Wall Street. L’indice Dow Jones è salito dell’1,09%, S&P 500 +0,99%, Nasdaq + 0,49%. A dare slancio al Toro hanno contribuito i progressi della riforma fiscale e l’audizione di Powell ma anche l’aumento della fiducia dei consumatori americani, salita a 129,5 punti dai 126,2 di ottobre, ai massimi da 17 anni. Il dato del Conference Board è superiore alle attese degli analisti, che scommettevano su 124 punti. A mettersi in luce, nel listino, sono state soprattutto le banche e le società finanziarie. JP Morgan ha guadagnato il 3,5%

FRENA IL GREGGIO, SHELL SPINGE I TITOLI EUROPEI

In frenata il prezzo del petrolio alla vigilia del vertice Opec. Più dell’attesa dell’accordo tra la Russia ed il cartello, il mercato guarda ai nuovi progressi della produzione di shale oil Usa (+1,8 milioni di barili le scorte) e alla riapertura dell’oleodotto di Keystone. Il Wti è sceso a 57,60 dollari, il Brent a 63.17.

Nonostante la debolezza del greggio, il comparto oil&gas europeo è salito grazie al rialzo di Royal Dutch Shell, che ha annunciato la fine della politica di austerità sul fronte dividendi. Eni +0,7%, Saipem +1,7%.

INTESA TRA LA UE E LONDRA: LA STERLINA S’IMPENNA

La grande novità riguarda la Brexit. Alla vigilia della trasferta a Bruxelles di Theresa May, The Daily Telegraph anticipa che è stato raggiunto l’accordo tra la Ue e Londra sui termini finanziari della separazione: il divorzio costerà a Londra tra i 45 e i 55 miliardi di sterline sulla base del riconoscimento di passività teoriche per un importo attorno ai 100 miliardi. Immediata la reazione della sterlina, risalita a 1,3336 sul dollaro e a 0,886 da 0,898 di ieri sull’euro. Ieri la Borsa di Londra è salita dell’1,06%.

LISTINI, S’ALLARGA IL GAP TRA L’EUROPA E GLI USA

Le Borse dell’eurozona si sono riprese dalla falsa partenza della settimana, complice la frenata dell’euro sceso dai massimi da circa due mesi raggiunti nelle scorse sedute, scambiando sotto 1,19 a 1,188 circa.

Resta comunque ai massimi da otto anni la forbice tra i listini europei e Wall Street. Da inizio anno l’indice S&P500 guadagna il 16%, l’indice Stoxx 600 che include le 600 maggiori società dell’Europa, sale solo del 7%. Il primo tratta ad un P/E di 18 volte ed il secondo di 15.

Piazza Affari ha terminato la seduta in rialzo dello 0,52% a 22.291 punti. Parigi ha guadagnato lo 0,63%. Francoforte +0,44%: i prezzi delle importazioni tedesche sono cresciuti del 2,6% a livello annuale a ottobre dopo il +3% di settembre.

L’Ocse ha rivisto al rialzo le stime sulla crescita dell’Eurozona da parte dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. L’Ocse stima per quest’anno +2,4%, dal +2,1% di settembre. Buono con riserva anche il giudizio sull’economia italiana, che dovrebbe crescere quest’anno al più che incoraggiante ritmo di 1,6%, per stabilizzarsi a 1,5% nel 2018 e rallentare leggermente a 1,3% l’anno successivo.

TASSI DEI BOT AI MINIMI, OGGI DECENNALI IN ASTA

Nell’asta di ieri il Tesoro il tasso del Bot semestrale ha toccato un nuovo minimo storico a -0,436% dal precedente -0,400% di fine ottobre. La carta italiana ha azzerato i guadagni della mattinata per chiudere pressoché sulla parità, ricalcando l’andamento dei governativi della zona euro. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund sul tratto a 10 anni si è attestato a 144 punti base. Il tasso del decennale è sceso a 1,78%.

Oggi si concluderanno le aste di fine mese in un’edizione particolarmente leggera – massimi 3,5 miliardi l’offerta complessiva – alla luce del fatto che è stato già pressoché raggiunto l’obiettivo fissato per il funding del Tesoro. Il Mef ha cancellato la riapertura del Btp a 5 anni ma metterà a disposizione degli investitori il Btp decennale, il cui rendimento è visto in calo dall’1,86% di fine ottobre, e il Ccteu.

OXFORD LANCIA UN BOND, SI CONCLUDE LO SWAP DI ATENE

L‘Università di Oxford progetta il lancio del primo bond nella sua storia centenaria nei prossimi giorni, forte di un rating tripla A nuovo di zecca. Fondata nel 1096, Oxford ha ingaggiato J.P. Morgan per raccogliere almeno 250 milioni di sterline con una emissione la cui durata è prevista a 100 anni. Moody’s ha assegnato a Oxford il rating AAA in vista del bond.

Si concluderà a breve la possibilità di aderire allo ‘swap’ greco nell’ambito del quale Atene propone ai possessori di 20 obbligazioni tagliati nel 2012 per un valore complessivo intorno ai 30 miliardi di ricevere titoli di nuova emissione a scadenza cinque, 10, 15, 17 e 25 anni.

BANCHE IN RIPRESA, MA SI SGONFIA IL RIALZO DI MPS

Bancari in ripresa, in linea con il resto del continente: l’indice italiano di settore avanza dello 0,5%, lo Stoxx europeo dello 0,38%.

UniCredit +1%. La banca ha ceduto 715 milioni di euro di crediti in sofferenza derivanti da contratti di credito chirografario e ipotecario verso clientela del segmento piccole e medie imprese italiane. Tra i compratori c’è anche Mediobanca +0,5%.

Banca Monte dei Paschi +0,5%, si è rimangiata quasi del tutto gli importanti guadagni della mattinata. Per Goldman Sachs è Neutral, target price 4,50 euro.

Debole Ubi dopo che Dbrs ha tagliato il rating a lungo termine a ‘BBB’ da ‘BBB’ (high). Banco Bpm +1%. Intesa Sanpaolo +0,3%.

Grande volatilità su Carige: -1,94% a 0,0101 euro, appena sopra il prezzo di emissione delle nuove azioni (0,01 euro, 1 centesimo). Entro fine settimana la decisione sulla vendita di Creditis, esaminata ieri dal Cda. Battuta d’arresto anche per Creval (-4%): il titolo ha quasi dimezzato il suo valore dall‘annuncio dell‘aumento di capitale.

Nel risparmio gestito, FinecoBank+1%, si muove sui massimi storici.

MEDIASET RIPARTE GRAZIE ALLA SPAGNA

Tra le blue chip in evidenza Mediaset (+2,16%). Oltre alle attese per un accordo a breve con Vivendi, hanno giocato a favore della controllata di Fininvest il balzo di Mediaset Espana (+5%) circa dopo la promozione di Ubs a buy e le stime positive sull’andamento della raccolta pubblicitaria.

Battuta d’arresto invece per Telecom Italia: -0,6%, contro +0,33% dello Stoxx europeo di settore. Non è piaciuta la frenata sulla separazione della rete da parte dell‘ad Amos Genish nell‘incontro con il sindacato di lunedì. Il numero uno del gruppo si è limitato a ribadire che non ci sono ragioni regolatorie per separare la rete, ma senza dare indicazioni sulle prossime mosse.

PROMOSSA ENEL, BOOM DI ACEA

Giornata di grazia per le utility. Ancora promozioni per Enel (+1,5%). Banca Imi ha alzato il prezzo obiettivo da 5,8 a 6,2 euro, confermando la raccomandazione add. Gli analisti parlano di una strategia e di un dividendo solidi. Hsbc ha poi incrementato il prezzo obiettivo da 5,4 a 5,8 euro, confermando la raccomandazione buy.

In lieve rialzo anche Terna (+0,2%): Citigroup ha confermato il titolo tra i top pick nel settore europeo delle utility con rating buy e prezzo obiettivo a 5,6 euro. Italgas è salita di oltre il 2%, correggendo il calo delle ultime due sedute. Corre Acea (+3,6%) dopo l‘annuncio del nuovo piano industriale.

SMALL CAP IN VETRINA. DIGITAL BROS, LANDI RENZO, ELETTRA

In luce Digital Bros: +6,8% a 11,78 euro. Banca Akros ha alzato il giudizio a “buy” da “accumulate”, target price a 14,50 euro. La posizione finanziaria netta è positiva, con 12 milioni di euro di cassa, un risultato migliore delle attese della stessa società.

Nuovo balzo in avanti di Landi Renzo (+9,13%) sulla scia dell’aggregazione della controllata Safe con la società Clean Energy Compression, controllata dall’americana Clean Energy Fuels Corp. Banca Akros ha alzato il prezzo obiettivo a 1,25 da 1,1 euro (neutral), mentre Equita Sim è passata a 1,35 da 1,25 euro (hold).

Elettra Investimenti +5,3%. La società ha alzato i target del 2017 alla luce dei risultati dei primi dieci mesi d’esercizio. La holding attiva nella produzione di energia elettrica e termica e nell’efficienza energetica avanza del 90% da inizio anno.

Digitouch +3% nel giorno della presentazione dei target del piano. La società, attiva nel digital marketing su dispositivi in mobilità punta a raddoppiare il fatturato entro il 2020, raggiungendo quota 52-53 milioni dai 27-28 milioni previsti per quest’anno, e ad ottenere un Ebitda di 8,1-8,4 milioni dai 4,3-4,5 attesi nel 2017.

Cti Biopharma cala di oltre il 4% dopo l‘annuncio del delisting da Piazza Affari.

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