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Ex ministro Forte: “Il redditometro è più efficace dei blitz per combattere l’evasione”

Secondo l’ex ministro delle Finanze è necessario introdurre un sistema in grado di misurare presuntivamente il reddito – Gli accertamenti induttivi sono più efficaci delle azioni accertative sugli scontrini – E’ urgente introdurre il quoziente familiare per garantire un’equità orizzontale ai diversi livelli di reddito

Ex ministro Forte: “Il redditometro è più efficace dei blitz per combattere l’evasione”

I blitz della Finanza nei negozi alla caccia di scontrini fiscali non convincono l’ex ministro delle Finanze Francesco Forte. Per una efficace lotta all’evasione è meglio il redditometro. Inoltre è urgente introdurre il quoziente familiare. Lo ha dichiarato lo stesso Forte sentito in commissione Finanze del Senato nell’ambito della riforma fiscale. L’ex ministro prende spunto dalle recenti vicende di cronaca e non ha difficoltà a spiegare i motivi per cui lo strumento del redditometro, quale criterio in grado di determinare presuntivamente il reddito – così come era stato da lui stesso promosso quando era in carica in via XX settembre – è più idoneo a combattere l’evasione fiscale.

Spiega Forte: “Gli accertamenti induttivi, se condotti con parametri oggettivi e preventivamente resi noti ai contribuenti, consentono di determinare il reddito imponibile con maggiore efficacia rispetto a un’azione di accertamento sulle ricevute fiscali e sugli scontrini”. I blitz a cui abbiamo assistito negli ultimi giorni hanno un grande effetto mediatico, ma “non appaiono adeguati ad una efficace lotta all’elusione fiscale”.

Forte, inoltre, punta l’indice contro l’attuale struttura dell’Irpef e rilancia l’ipotesi del quoziente familiare. Il professor Forte contesta che la riduzione del numero delle aliquote sull’imposta sui redditi possa costituire uno strumento valido per adeguare la struttura dell’imposta principale alla qualità e alla natura dei redditi.

“L’attuale struttura delle aliquote, riferite ai diversi scaglioni e con l’applicazione della frammentate congerie di detrazioni e agevolazioni, realizza un sistema di progressione continua che perde il requisito della semplicità – sostiene Forte- e sostanzialmente rende arbitraria sia la definizione della base imponibile sia la relativa imposta”. Le numerose modifiche nelle detrazioni per carichi familiari, introdotte negli ultimi dieci anni, “hanno fatto perdere al sistema leggibilità e razionalità” .

Forte calca la mano sull’esigenza di dar vita al quoziente familiare, spiegando che “l’eccessivo frazionamento delle articolazioni dei tipi di reddito e delle tecniche di accertamento rendono più difficile una efficace lotta all’evasione fiscale”. Inoltre, l’attuale struttura verticale del reddito imponibile Irpef restituisce una rappresentazione del tutto irrealistica del reddito delle famiglie e delle imprese.

Da qui “la necessità e l’urgenza dell’introduzione del quoziente familiare – del tutto omogeneo a una struttura di aliquote fortemente progressiva – in grado sia di tener conto del contributo che le famiglie forniscono in termini di economie esterne diffuse, non surrogabili dalla mano pubblica, sia di realizzare un’effettiva equità orizzontale rispetto ai diversi livelli di reddito”.

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