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Età pensionabile: le regole di oggi e di domani

DA UNA RELAZIONE DI GIULIANO CAZZOLA SULLA BASE DI DATI ISTAT – Fra il 2009 e il 2015 il requisito per andare in pensione di vecchiaia è salito di 3,3 anni, passando da 62,5 a 65,8 anni – Più contenuto l’aumento per le pensioni anticipate – Ma dal 2016 le regole cambieranno ancora: ecco come.

Età pensionabile: le regole di oggi e di domani

Le nuove regole previdenziali hanno determinato un incremento importante dell’età media necessaria per la pensione di vecchiaia. Il dato cumulato di uomini e donne, dal 2009 ai primi due mesi del 2015, è salito nel complesso di 3,3 anni, passando da 62,5 a 65,8 anni. 

Questo aumento così significativo è stato generato soprattutto dall’unificazione (con gradualità accelerata nel pubblico impiego più che nei settori privati) del requisito anagrafico delle donne a quello degli uomini, in aggiunta all’aggancio automatico all’attesa di vita. 

L’effetto è stato invece ben più contenuto per quanto riguarda il requisito anagrafico per andare in pensione anticipata. In questo caso, nel periodo preso in considerazione, l’incremento è stato solo di un anno (da 59 a 60 anni). 

Quella della pensione anticipata è una strada seguita in prevalenza dagli uomini, che generalmente sono in grado di far valere il requisito contributivo (ora intorno a 42 anni) ad un’età di circa 60 anni.

Prospetto sull'età pensionabile

LE REGOLE IN VIGORE DAL 2016

Dal primo gennaio 2016, invece, i requisiti necessari per andare in pensione aumenteranno di quattro mesi a causa dell’aggiornamento che adegua le norme all’aspettativa media di vita (ad oggi queste revisioni hanno cadenza triennale, ma la legge Fornero stabilisce che dal 2019 in poi diventino biennali). Ecco uno schema con le regole in vigore dall’anno prossimo:

PENSIONE DI VECCHIAIA

Uomini – Oltre ad almeno 20 anni di contributi, dall’anno prossimo serviranno 66 anni e sette mesi di età (non più 66 anni e quattro mesi) a tutti i lavoratori maschi, sia autonomi sia dipendenti pubblici e privati. 

Donne – Gli stessi requisiti varranno anche per le donne impiegate nel settore pubblico, mentre per quelle che lavorano nel privato l’incremento sarà maggiore: dall’anno prossimo avranno diritto alla pensione di vecchiaia a 65 anni e sette mesi e dal 2018 a 66 anni e sette mesi (oggi l’asticella è a quota 63 anni e nove mesi). Per le lavoratrici autonome, invece, dal 2016 si passerà a 66 anni e un mese e dal 2018 a 66 anni e sette mesi (dagli attuali 64 anni e nove mesi).

PENSIONE ANTICIPATA

Uomini – Per lasciare il lavoro in anticipo rispetto alle regole valide per la pensione di vecchiaia, dal 2016 serviranno 42 anni e dieci mesi di contributi (oggi servono 42 anni e sei mesi).

Donne – Alle lavoratrici serviranno invece 41 anni e dieci mesi di contributi (contro i 41 anni e sei mesi necessari oggi).

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