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Enel, Starace va avanti sul riassetto Endesa: in vendita il 17%

Dopo l’annuncio dell’offerta cresce il titolo in Borsa. Incasso stimato tra 2,6 e 3,3 miliardi. Starace: “Cruciale mettere mano alle attività in America Latina. Mediterraneo area decisiva. In Italia gli impianti di Genova, Bari e Livorno sono senza futuro”. Con Bank of China accordo solo finanziario. Confermata la politica di dividendi per il 2014 e 2015

Enel, Starace va avanti sul riassetto Endesa: in vendita il 17%

Enel mette in vendita il 17% di Endesa e la Borsa approva. E’ stato l’amministratore delegato Francesco Starace a presentare in Senato l’operazione varata ieri dal Consiglio d’amministrazione e a piazza Affari i titoli del gruppo salgono dell’1,97% a 3,9 euro, quando il Ftse Mib guadagna l’1,94%. E’ un’Enel sempre più internazionale quella illustrata in commissione Industria da Starace, affiancato da Carlo Tamburi, capo Country Italia.

 L’avvio del collocamento sul mercato di una quota del capitale sociale di Endesa (che perde il 3,64% alla Borsa di Madrid) è il passo successivo dopo il riassetto delle attività Latam di Endesa varato a fine ottobre. Con l’approvazione dei soci spagnoli, infatti, Enel Energy Europe (Eee) è diventata proprietaria del 60,62% di Enersis, la capofila cilena delle attività in Sud America. In questo modo Endesa, concentrata sul mercato spagnolo e portoghese, è pronta ad affrontare la prova del mercato al quale sarà offerto da venerdì l’acquisto del 17% del capitale, con possibilità di aumentare la quota al 22%, inclusa in ogni caso l’opzione green shoe. L’opzione prevede che i Joint Global coordinators possano acquistare fino ad un massimo del 15% delle azioni offerte, per stabilizzare le quotazioni del titolo Endesa. A offrire in vendita è Enel Energy Europe (EEE), proprietaria attualmente del 92,06% del capitale della controllata spagnola ed è previsto anche un lock up di 180 giorni a far data dal pagamento delle azioni.

L’incasso stimato dagli analisti di Intermonte che hanno diramato una nota stamattina, è compreso “ tra 2,6 e 3,3 miliardi di euro, ipotizzando uno sconto del 5% rispetto ai prezzi correnti”. L’Opv si rivolge in parte agli investitori retail in Spagna con una quota ipotizzata al 15% (cui aggiungere l’eventuale parte di green shoe) e in parte agli investitori istituzionali spagnoli e internazionali.

“Si tratta di una tappa fondamentale dell’operazione annunciata al mercato la scorsa estate, che ha il fine di creare nuovo valore nel gruppo e di accrescere il nostro focus sul nuovo mercato energetico che è emerso nella Penisola Iberica”, ha affermato Starace che conta in questo modo di superare la situazione di limitata liquidità del titolo Endesa. In America Latina “era cruciale mettere mano a questa situazione; vedrete che nei prossimi mesi faremo operazioni di fusioni e accorpamenti di società'”, ha poi proseguito. In ogni caso l’operazione Endesa non ritarderà le cessioni programmate in Slovacchia e Romania. “Si tratta di due team separati che continuano a lavorare. Sono arrivate offerte sulla Romania – ha ricordato – a breve arriveranno per la Slovacchia». Confermata anche la politica dei dividendi del gruppo: “Abbiamo detto a marzo scorso che è previsto un payout del 40% a tutto il 2015 e che poteva diventare 50% superate le strette del debito. Non ci sono motivi per cambiare la nostra visione”.

Guardando oltre, Starace ha sottolineato che “il Mediterraneo è un’area strategica” per Enel che ha una serie di gare in corso. In pole position c’è il Marocco con la gara “per 850 MW di eolico per cui Enel, con Enel Green Power, è prequalificata con altri tre gruppi. E’ imminente, avverrà nei prossimi mesi”. Subito dopo verrà “l’Egitto che sta riprendendo in mano i dossier di gare bloccate in cui eravamo prequalificati”. In Africa, ha aggiunto Starace, oltre al Sudafrica “dove siamo già presenti e per fine novembre aspettiamo i risultati di una seconda gara”, il gruppo si muove in Mozambico, Algeria e Kenia.

Non ci sono invece novità sul versante Cina. Dopo l’ingresso nel capitale Enel della banca centrale cinese (People Bank of China, secondo azionista del gruppo elettrico con il 2,071%), l’accordo firmato ad ottobre con Bank of China “è pura finanza” ha voluto precisare l’Ad Enel, spiegando che “è un accordo di massima con cui la banca cinese ha messo a disposizione di Enel strumenti finanziari competitivi, prestiti a breve e lungo termine per gestire il debito e anche per fare nuove operazioni. Si tratta di finanziamenti a tassi agevolati, ad un tasso più basso di quello offerto dal mercato e non è vincolato a prodotti cinesi”.

Quanto agli asset che E.on ha messo in vendita, “abbiamo presentato un’offerta solo per i clienti non per le reti, la cui offerta scadeva due giorni fa”.

L’Italia arriva in coda ma non perché meno importante quanto perché oggi il focus era concentrato sulle attività in Spagna e Portogalo con l’annuncio dell’Opv di Endesa. Rimane il nodo della riduzione della produzione nel termoelettrico e del piano per la chiusura di 23 centrali complessivamente annunciato a metà ottobre. “Oggi – ha concluso Starace – vedo tre centrali che non sono più pensabili come siti produttivi. Genova, Bari e Livorno, centrali al centro delle città, saranno destinate ad usi diversi. C’è poi un gruppo di siti  per i quali cui lanceremo un concorso di idee per cercare di capire cosa farne”. Secondo le comunicazioni rese note da Enel a metà ottobre sono 9 gli impianti (Trino, Porto Marghera, Alessandria, Campomarino, Carpi, Camerata Picena, Bari, Giugliano e Pietrafitta) per i quali sono già state avviate le procedure di cessazione definitiva dell’esercizio, ma nessuno dei 700 dipendenti coinvolti perderà il posto.

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