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Cina-Giappone, battaglia solo politica: in economia c’è dialogo

Sabato a Quingdao, nella provincia dello Shandong, nell’ambito dei lavori della Conferenza dei ministri del Commercio degli Stati membri dell’APEC, si è parlato della necessità di istituire più stretti accordi commerciali tra i due Paesi in tempi il più possibile brevi,

Cina-Giappone, battaglia solo politica: in economia c’è dialogo

I ministri dell’Economia delle due maggiori potenze asiatiche tornano a parlarsi, dopo la contestata visita di Shinzo Abe in dicembre al santuario Yasukuni, dove, tra i caduti al servizio della patria, sono ricordati anche alcuni criminali di guerra responsabili di crudeltà commesse durante l’occupazione giapponese di Cina e Corea. L’incontro è avvenuto sabato a Quingdao, nella provincia dello Shandong, nell’ambito dei lavori della Conferenza dei ministri del Commercio degli Stati membri dell’APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation). 

Nel meeting si è parlato della necessità di istituire più stretti accordi commerciali tra i due Paesi in tempi il più possibile brevi. Le due parti hanno concordato sul momento difficile che le relazioni politiche tra Cina e Giappone stanno attraversando, a causa delle spinose questioni ancora aperte, ma nello stesso tempo hanno sottolineato l’importanza della cooperazione economica tra le due nazioni, delineando la possibilità di un accordo di libero scambio che includa anche la Corea del Sud. 

Il dialogo politico tra i due Stati, insomma, mostra attriti e frizioni, mentre quello economico sembra scorrere molto più fluidamente. Il ministro cinese Gao Hucheng, tuttavia, non ha passato sotto silenzio la disputa sulle isole Senkaku, la cui sovranità è oggetto di contesa tra i due Paesi, e ha dichiarato che le pretese giapponesi su quelle isole che i cinesi chiamano Diaoyu rischiano di mettere a dura prova le relazioni tra i due Stati. 

Ma Gao ha anche detto che “la Cina è fermamente intenzionata a mantenere con il Giappone rapporti basati su interessi strategici comuni, che portino beneficio a entrambe le nazioni, ed è in quest’ottica che intende incentivare i legami economici”. Da parte sua, il ministro giapponese Toshimitsu Motegi ha espresso preoccupazione per le recenti dimostrazioni anti-giapponesi in Cina, ma ha anche manifestato la piena disponibilità del governo nipponico a cooperare nella sfera economica. Il colloquio tra i due ministri è stato il primo del genere dall’autunno del 2012, quando si è riaccesa la controversia per le isole Senkaku. 

Diversi fattori possono aver giocato un ruolo nello spingere il governo cinese a riprendere il dialogo con il Giappone sui temi economici. Prima di tutto, sarebbe apparso troppo strano che la Cina, Paese ospitante la Conferenza degli Stati dell’Apec, non organizzasse un meeting tra il suo ministro del Commercio e quello di un Paese importante come il Giappone; non bisogna dimenticare, inoltre, che il volume degli investimenti giapponesi in Cina si è ridotto della metà tra gennaio e aprile, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, con grave danno per l’economia cinese.

http://ajw.asahi.com/article/behind_news/politics/AJ201405180017

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