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Ciclismo: Sagan trionfa, flop azzurro

Gara decisa negli ultimi due km con un portentoso allungo del campione slovacco – Argento a Matthews, bronzo a Navardauskas – Flop della spedizione azzurra: Nibali e compagni scomparsi nella bagarre finale

Ciclismo: Sagan trionfa, flop azzurro

Un mondiale da incorniciare per Peter Sagan, un’altra corsa iridata da dimenticare per la spedizione azzurra guidata dal ct Davide Cassani. Lo slovacco, l’eterno secondo, si è liberato dell’etichetta di Tano Belloni dei nostra giorni come meglio non avrebbe potuto, vincendo alla grande il mondiale di Richmond con un allungo da autentico acrobata della bici negli ultimi due km della gara. 

Una corsa tutto sommato noiosa, caratterizzata da una fuga iniziale propiziata da Taylor Phinney, l’idolo locale utile a riscaldare il tifo  degli americani, iniziativa che però si esauriva quando ancora mancava tantissimo all’arrivo. Per alcuni giri la cronaca è stata solo il monotono “tutti in gruppo”. Soltanto a 30 km dal traguardo la corsa si risvegliava. A dare la scossa era il britannico Ian Stannard sul tratto più duro di pavé, breve ma sufficiente a muovere di nuovo le acque. Stannard trascinava dietro di sé il campione uscente di Ponferrada, il polacco Mikal Kwiatkowski, l’olandese Bauke Mollema, il belga Tom Boonen, iridato nel 2005, lo spagnolo Dani Moreno il costaricano Andrej Amador e il nostro Elia Viviani. Nomi importanti, troppo perché il gruppo non avesse una pronta reazione. Così anche questa fiammata si spegneva poco prima dell’inizio dell’ultimo giro. Tutti di nuovo insieme in vista delle schermaglie finali. Sul primo strappetto erano Stybar e il tedesco John Degenkolb ad allungare senza però mai concretizzare un vantaggio significativo. Sul secondo a 2 km dall’arrivo, quello più duro, attaccava il belga Greg Van Avermaet immediatamente seguito da Peter Sagan che prendeva la sua ruota per poi staccarlo di forza con un’azione da grande finisseur. 

Il campionato del mondo era suo. Sagan aveva tutto il tempo di voltarsi per vedere che ormai nessuno poteva togliergli la maglia iridata. E’ il primo slovacco a vincerla. Un successo tanto più sofferto e meritato perché in pratica Sagan correva da solo avendo la Slovacchia iscritto solo tre corridori contro i nove delle potenze del ciclismo mondiale . 

Per gli altri staccati di tre secondi dal nuovo campione del mondo c’era solo la battaglia per gli altri due posti sul podio: era l’australiano Michael Matthews ad aggiudicarsi l’argento bruciando allo sprint il lituano Ramunas Navardauskas, medaglia di bronzo. Quarto era Alexander Kristoff, quinto lo spagnolo Valverde, ancora una volta sconfitto ma sempre con l’onore delle armi. 

Per trovare il primo degli italiani bisogna scendere fino al 18esimo posto di Giacomo Nizzolo. Un ordine di arrivo che ratifica crudamente il flop dell’avventura azzurra in Virginia con il nostro leader, Vincenzo Nibali, solo 42esimo, addirittura staccato nella bagarre finale dopo 259 km corsi nel più completo anonimato come del resto Diego Ulissi, sempre nelle retrovie della gara, fino ad accumulare al traguardo un ritardo di quasi sette minuti. 

Per Nibali non resta che il Giro di Lombardia, sabato prossimo, per ribaltare in positivo una stagione altrimenti di vacche magre.

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