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Caos M5S: cresce la frattura interna dopo l’espulsione di 2 parlamentari

La procedura di espulsione di Paola Pinna e Massimo Artini ha scatenato un diluvio di proteste della base. L’accusa è di non aver rendicontato le spese e restituito i soldi versando le somme al fondo per le Pmi. Sale a 22 il numero dei parlamentari allontanati a vario titolo del gruppo M5S – Gli epurati rigettano l’addebito, ma Grillo attacca sul blog

Caos M5S: cresce la frattura interna dopo l’espulsione di 2 parlamentari

Movimento 5 Stelle sempre più a rischio di scissione. Sono le ultime epurazioni decretate in casa stellata. Il movimento di Beppe Grillo, reduce dalle elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria piuttosto deludente, continua a dividersi al suo interno ed espelle altri due parlamentari per la mancata rendicontazione delle spese sostenute sul portale appositamente gestito dallo staff del blog. Sale così a 22 il conto dei parlamentari grillini (i precedenti 20 erano 15 senatori e 5 deputati) usciti a vario titolo dai gruppi parlamentari di Camera e Senato. Indiscrezioni circolate ieri parlano di un’altra decina di espulsioni in vista anche se non hanno trovato conferme ufficiali.

I militanti pentastellati iscritti al blog di Beppe Grillo che hanno partecipato alla votazione sull’espulsione dei deputati Massimo Artini e Paola Pinna dal Movimento sono stati 27.818 iscritti certificati. I sì sono stati 19.436 pari al 69,8%, i no 8.382 pari al 30,2%. Ma la base grillina ha inondato il blog di Beppe Grillo con un diluvio di messaggi (duemila commenti in poche ore) che contestano la linea intransigente del capo e di Roberto Casaleggio. Anche se una parte del movimento, la più ortodossa, sostiene la linea dura: “Gli infedeli non devono rimanere nel movimento”, altri chiedono tempo. Ma la sensazione è che nel M5S si sia creata una frattura che va crescendo in profondità con il passare delle ore. E che si avvicina sempre più a una scissione.

La procedura di espulsione dei due deputati era stata avviata ieri con l’accusa di non aver rendicontato le spese e restituito i soldi versando al fondo per le Pmi. “È un’esecuzione sommaria, ma non potevano trovare un pretesto peggiore di questo. I bonifici ci sono, li trovano sul mio blog e su Fb”, commenta Paola Pinna. Una delegazione di deputati guidata invece dall’altro escluso, Massimo Artini, in serata ieri ha incontrato Grillo per avere “chiarimenti”.

“Chi non restituisce parte del proprio stipendio come tutti gli altri – scrive Grillo – non solo viola il codice di comportamento dei cittadini parlamentari M5S, ma impedisce a giovani disoccupati di avere ulteriori opportunità di lavoro oltre a tradire un patto con gli elettori. I cittadini deputati Massimo Artini e Paola Pinna stanno violando da troppo tempo il codice di comportamento dei Parlamentari M5S sulla restituzione di parte dello stipendio liberamente sottoscritta al momento della loro candidatura senza la cui accettazione non sarebbero stati candidati”.

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