Condividi

Cambiamento climatico e gestione dell’acqua, il ruolo di Hera in Emilia-Romagna

La multiutility bolognese ha lanciato Adaptation, web doc che mette in evidenza le buone pratiche delle comunità con l’occhio soprattutto al clima e in particolare all’acqua, alla cui corretta gestione Hera contribuisce con investimenti per oltre 100 milioni all’anno.

Cambiamento climatico e gestione dell’acqua, il ruolo di Hera in Emilia-Romagna

La globalizzazione e lo sterminio del territorio stanno infliggendo all’umanità una dura lezione con la pandemia, ma altrettanto allarmante e non meno dure sono le conseguenze del cambiamento climatico. Al di là delle cause (su cui si può discutere) gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto nella città dove l’impermeabilizzazione del territorio, cioè il troppo cemento, rende arduo l’adattamento al clima e dove ondate di calore e bombe di pioggia si succedono sempre più frequentemente creando problemi a 360 gradi. A farne le spese, fra gli altri, è uno dei beni primari più preziosi: l’acqua. Ed è soprattutto a questa chiara e fresca fonte di vita che è dedicato il primo capitolo italiano di “Adaptation”, web doc che racconta storie di constructive journalism mettendo in evidenza le buone pratiche messe in campo dalle comunità. 

Adeguare quello che facciamo a un mondo in costante mutamento è la strada per sopravvivere e quella che ci garantirà alti standard e sviluppo sostenibile. L’Europa è in prima fila in questa battaglia e persino il mondo della finanza sta valutando attentamente il rischio climatico. Ma quali sono le buone pratiche da applicare? Adaptation, documentario interattivo, pensato per essere navigato sul web, utile a alle scuole e frutto del lavoro di giornalisti scientifici di lungo corso come Marco Merola e Lorenzo Colantoni, fornisce alcune risposte. Il lavoro guarda dunque ai cambiamenti climatici con un taglio innovativo: l’adattamento allo stravolgimento. 

Per questa edizione, che viene dopo quella sull’Olanda, l’obiettivo si è spostato sull’Italia e, in primo luogo, sull’Emilia-Romagna. La presentazione del lavoro è avvenuta nella sede di Hera, multiutility tra i protagonisti del documentario. Nonostante la recente esondazione del Panaro e i conseguenti e gravi danni ai territori del modenese e ai loro abitanti, l’Emilia-Romagna è al lavoro sul tema delle acque da anni e nel 2018 ha varato il suo piano di adattamento. In questo webdoc gli autori mostrano pratiche e progetti innovativi ed efficienti di CNR, Consorzio di Bonifica Renana, Autorità di Bacino di Distretto del Fiume Po Ecovillaggio Montale, Consorzio di Bonifica della Romagna, Gruppo Hera, che ha aperto le porte dei suoi impianti e mostrato tecnologie di frontiera. La multiutility contribuisce con investimenti per oltre 100 milioni di euro all’anno alla preservazione della risorsa e alla sicurezza dei luoghi in cui opera.

Per capire quali rischi corriamo, basti dire che il terribile 2020 ha portato la peggiore siccità mai verificatasi negli ultimi 60 anni. Questo vuol significa che c’è meno acqua da bere, ma anche meno acqua per l’agricoltura, che da sola consuma il 70% di tutta la risorsa dolce disponibile. Negli ultimi 20 anni la siccità ha provocato danni all’agricoltura italiana per oltre 15 miliardi di euro. Per fronteggiare questo depauperamento bisogna arrivare ad utilizzare la stessa acqua più volte, oggi in Italia una goccia d’acqua si usa una volta sola, diversamente dal Texas o da Singapore, dove viene utilizzata 10 volte. L’obiettivo, secondo Hera, è arrivare a usarla almeno due volte.

Fra le sfide del terzo millennio c’è poi quella di ricircolo delle acque reflue, per aiutare agricoltura e industria a perseguire la strada della sostenibilità. In questa direzione la multiutility sta svolgendo un lavoro fondamentale trattando acque reflue nei depuratori secondo tecniche e tecnologie diverse, biologiche e meccaniche, affinché sia possibile restituirla all’ambiente in una forma compatibile con ulteriori usi umani, ma anche con gli ecosistemi e la loro biodiversità, perseguendo così la piena circolarità nella gestione della risorsa. Infine un esempio di tutela del territorio e della sua economia, messo a fuoco da Adaptation, è il Piano di Salvaguardia della Balneazione di Rimini, il più grande intervento di risanamento fognario realizzato in Italia negli ultimi vent’anni. Obiettivo: eliminare gli sversamenti a mare e proteggere così, al tempo stesso, l’ambiente e la sua spiccata vocazione turistica. Da quando è entrato in uso, nonostante l’intensificarsi di fenomeni atmosferici straordinari, la spiaggia è sempre stata utilizzabile.

Commenta